Cosa succede se un lavoratore rifiuta il rinnovo del contratto a tempo determinato?

Cristina Palumbo
2025-10-12 21:22:56
Numero di risposte
: 18
Eventuali proroghe o rinnovi del contratto a tempo determinato possono avvenire solo se entrambe le parti sono d’accordo. Di fatto, quando un contratto a termine scade alla data pattuita in origine non ci troviamo difronte a delle dimissioni o licenziamento, visto che la tipologia di rapporto era già destinata a chiudersi ad una determinata data.

Marianita D'angelo
2025-10-12 19:04:01
Numero di risposte
: 32
Il rifiuto del lavoratore di accettare un rinnovo del contratto a termine non equivale a una decisione di dimettersi.
Il lavoratore che non accetta il rinnovo di un contratto a termine, dunque, non si sta dimettendo, bensì sta semplicemente esercitando il proprio diritto a non proseguire il rapporto di lavoro una volta che questo è terminato.
Di conseguenza, tale comportamento non preclude l’accesso alla NASpI.
In caso di cessazione del contratto a termine per scadenza naturale, il lavoratore ha diritto a richiedere la NASpI, purché soddisfi i requisiti previsti dalla legge.
Il rifiuto del lavoratore di rinnovare il contratto non equivale a una decisione di dimettersi, le dimissioni sono un atto volontario con il quale il lavoratore comunica formalmente la propria intenzione di recedere dal rapporto di lavoro.
Il lavoratore che non accetta il rinnovo di un contratto a termine, sta semplicemente esercitando il proprio diritto a non proseguire il rapporto di lavoro una volta che questo è terminato.
In pratica, mentre il semplice rifiuto di un rinnovo proposto non costituisce motivo di esclusione dalla NASpI.
Una dichiarazione scritta da parte del lavoratore potrebbe portare l’INPS a considerare la cessazione del rapporto come una “dimissione volontaria mascherata”, con conseguente perdita dell’indennità di disoccupazione.

Ubaldo Sanna
2025-10-12 19:01:57
Numero di risposte
: 25
Il lavoratore non è obbligato ad accettare il rinnovo di un contratto a termine.
Il rifiuto di rinnovo non comporta alcuna sanzione o conseguenza legale, né risulta da certificati visibili a futuri datori di lavoro.
Dunque, il dipendente può decidere liberamente di non proseguire il rapporto di lavoro alla scadenza del contratto.
Quanto all’assegno di disoccupazione (NASPI), questo spetta solo se lo stato di disoccupazione è involontario.
Pertanto, nel caso di cessazione del contratto a termine, il lavoratore ha diritto alla NASPI solo quando:
è il datore di lavoro a non voler rinnovare il contratto;
è il dipendente a non voler rinnovare il contratto ma manifesta tale volontà solo verbalmente, senza lasciare nulla per iscritto;
è il dipendente a non voler rinnovare il contratto, ma il datore di lavoro non lo comunica all’Inps.
Invece, se il rifiuto al rinnovo del contratto a termine viene espresso dal dipendente per iscritto e il datore lo trasmette all’Inps, il dipendente perde la NASPI.
In alcuni casi, il lavoratore potrebbe avere diritto a un’indennità di fine rapporto, a seconda delle clausole contrattuali e delle disposizioni del contratto collettivo applicabile.
Il datore di lavoro non deve più ammettere il dipendente in azienda o comunque farlo lavorare.
Se così facesse, nonostante la scadenza del contratto a termine, il rapporto proseguirebbe di fatto e si trasformerebbe in un contratto di lavoro a tempo indeterminato.
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