Cosa prevede il nuovo codice della strada per le droghe?

Joannes Marini
2025-07-22 18:13:27
Numero di risposte
: 13
La riforma approvata lo scorso novembre aveva cancellato, dalle regole sulla guida sotto effetto di sostanze stupefacenti, il riferimento allo «stato di alterazione psico-fisica». La nuova circolare sul codice della strada ribalta questo approccio: stabilisce che per far scattare una sanzione è necessario appurare che la sostanza «produca ancora i suoi effetti nell’organismo durante la guida». La presenza di queste sostanze deve essere accertata solo tramite l’analisi del sangue o della saliva, le uniche matrici biologiche in grado di rilevare metaboliti attivi, cioè ancora capaci di alterare la capacità di guida.
Se il test di secondo livello conferma la positività, il secondo campione viene conservato a -18 gradi per almeno un anno, rimanendo a disposizione della magistratura e dei legali per eventuali controanalisi.
Inoltre, la circolare sottolinea l’importanza di valutare l’eventuale presenza di metaboliti derivanti da terapie mediche, anche ospedaliere: un dettaglio essenziale per escludere sanzioni a persone che assumono farmaci oppioidi o psicofarmaci prescritti, pur contenendo principi attivi simili a quelli delle droghe.
La circolare rappresenta un vero cambio di passo rispetto alla linea iniziale del ministero dei Trasporti, che puntava a colpire chiunque risultasse positivo, senza tenere conto dell’effettiva alterazione alla guida.
Pur non modificando formalmente la legge, la circolare specifica una prassi che esclude molti dei casi contestati in questi mesi.
Resta da vedere come si esprimeranno i giudici, ma la direzione è chiara: sanzioni sì, ma solo se c’è davvero un rischio per la sicurezza stradale.

Anselmo Testa
2025-07-22 16:51:49
Numero di risposte
: 9
Il nuovo codice della strada prevede l'abolizione del concetto di “stato di alterazione” ai fini della configurazione del reato. Ora, per accertare il reato, basterà risultare positivi ad un tampone salivare. Chi guida può quindi anche non manifestare alcun effetto psicotico ma, se dal tampone vengono rilevate tracce di stupefacenti, può essere comunque imputato per reato. Chi viene fermato da polizia o altre forze dell’ordine potrà quindi essere sottoposto ad un test salivare antidroga. Il tampone, posto sotto la lingua per diversi secondi, rileva la presenza di sostanze stupefacenti, tra cui cocaina, anfetamine, oppioidi e anche THC. Se il test risulterà positivo le forze dell’ordine potranno procedere con l’immediata sospensione della patente. Il conducente non potrà quindi più guidare fino ad ulteriori accertamenti. Se poi, ad un successivo controllo, dovesse essere confermata la non idoneità alla guida, la patente viene revocata e, in questo caso, l’automobilista dovrà aspettare 3 anni prima di conseguire nuovamente la licenza di guida. I test antidroga del nuovo codice della strada rilevano la presenza di cannabis anche se consumata molte ore prima. Il THC, infatti, può rimanere nel sangue e nella saliva anche molto tempo dopo l’assunzione, quando cioè ormai gli effetti sono del tutto svaniti.

Bortolo Gallo
2025-07-22 16:29:59
Numero di risposte
: 11
Il testo originario puniva chiunque risultasse positivo a una sostanza illegale, anche in assenza di alterazione al momento della guida.
In pratica, bastava una traccia residua di droga nel sangue — come i metaboliti della cannabis, rilevabili anche dopo giorni — per incorrere in gravi sanizioni, tra cui sospensione della patente, sequestro del mezzo e denuncia penale.
Non basta essere positivi a una sostanza illegale per essere puniti: occorre dimostrare lo stato di alterazione alla guida.
In altre parole, l'infrazione scatta solo se chi guida è sotto l'effetto attivo della sostanza.
Un cambiamento fondamentale, che ripristina la distinzione tra semplice uso pregresso e uso attivo.
La positività a un metabolita (cioè alla traccia della sostanza, anche dopo giorni dall'assunzione) non è sufficiente a configurare il reato di guida sotto l'effetto di droga.
Non basta risultare positivi alla droga per essere sanzionati: è necessario dimostrare che il conducente era realmente alterato nel momento in cui era alla guida.
Questo significa che la semplice presenza di metaboliti nel sangue o nelle urine non costituisce più prova sufficiente per configurare il reato di guida sotto effetto di sostanze.
La circolare chiarisce che anche queste sostanze, se provocano alterazione delle capacità cognitive o motorie, possono determinare le stesse conseguenze legali delle droghe illegali.
Chi guida in stato di alterazione da sostanze stupefacenti — legali o illegali — rischia: Arresto fino a 2 anni;
Revoca o sospensione della patente;
Sequestro del veicolo;
Sanzioni aggravate in caso di recidiva o incidente stradale.
Rifiutare i test può comportare sanzioni simili alla positività con alterazione accertata.
Un principio che tutela i diritti dei cittadini, ma che allo stesso tempo richiama alla responsabilità: anche i farmaci comuni, se assunti in modo non consapevole, possono compromettere i riflessi e mettere a rischio la sicurezza.
Chi assume qualunque sostanza con effetti sul sistema nervoso — droghe o farmaci — deve valutare con attenzione se è davvero nelle condizioni di guidare in sicurezza.
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