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Quando si parla di ingiustificato arricchimento?

Maddalena Barone
Maddalena Barone
2025-07-10 00:41:17
Numero di risposte : 9
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Si parla di ingiustificato arricchimento quando la diversa azione, fondata sul contratto, su legge ovvero su clausole generali, si riveli carente ab origine del titolo giustificativo. L’azione di indebito arricchimento rappresenta un rimedio restitutorio volto a neutralizzare lo squilibrio patrimoniale determinatosi in conseguenza di atti o fatti giuridici tra le sfere patrimoniali di due soggetti, nei limiti in cui l’arricchimento non sia sorretto da una giusta causa. L’azione di indebito arricchimento deve considerarsi un’azione sussidiaria e residuale, nel senso che, nel nostro ordinamento, è proponibile solo ed esclusivamente qualora non vi sia un’altra azione tipica, esperibile nel caso concreto, fondata su contratto, sulla legge, o su clausole di carattere generale. Le Sezioni Unite, precisando i contorni del suddetto art. 2042 c.c., hanno pertanto chiarito che l’azione di ingiustificato arricchimento deve ritenersi preclusa in tutti quei casi in cui: l’azione suscettibile di proposizione in via principale non sia esperibile per un comportamento imputabile all’impoverito, come nei casi di prescrizione e decadenza dall’azione. Pertanto, e con specifico riferimento alle azioni risarcitorie fondate su responsabilità precontrattuale o extracontrattuale, sarà sempre ammissibile la proposizione dell’azione di ingiustificato arricchimento qualora il rigetto della domanda risarcitoria sia ascrivibile a ragioni che consentano di affermare la carenza del titolo posto a fondamento della relativa domanda.