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Cosa significa il carattere sussidiario dell'azione di arricchimento?

Prisca De rosa
Prisca De rosa
2025-07-10 04:43:27
Numero di risposte : 9
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Ai fini della verifica del rispetto della regola di sussidiarietà di cui all’art. 2042 c.c., la domanda di arricchimento è proponibile ove la diversa azione, fondata sul contratto, su legge ovvero su clausole generali, si riveli carente ab origine del titolo giustificativo. Viceversa, resta preclusa nel caso in cui il rigetto della domanda alternativa derivi da prescrizione o decadenza del diritto azionato, ovvero nel caso in cui discenda dalla carenza di prova circa l’esistenza del pregiudizio subito, ovvero in caso di nullità del titolo contrattuale, ove la nullità derivi dall’illiceità del contratto per contrasto con norme imperative o con l’ordine pubblico. L’azione di indebito arricchimento rappresenta un rimedio restitutorio volto a neutralizzare lo squilibrio patrimoniale determinatosi in conseguenza di atti o fatti giuridici tra le sfere patrimoniali di due soggetti, nei limiti in cui l’arricchimento non sia sorretto da una giusta causa. Tuttavia, l’art. 2042 c.c. precisa che l’azione di indebito arricchimento deve considerarsi un’azione sussidiaria e residuale, nel senso che, nel nostro ordinamento, è proponibile solo ed esclusivamente qualora non vi sia un’altra azione tipica, esperibile nel caso concreto, fondata su contratto, sulla legge, o su clausole di carattere generale. Pertanto, e con specifico riferimento alle azioni risarcitorie fondate su responsabilità precontrattuale o extracontrattuale, sarà sempre ammissibile la proposizione dell’azione di ingiustificato arricchimento qualora il rigetto della domanda risarcitoria sia ascrivibile a ragioni che consentano di affermare la carenza del titolo posto a fondamento della relativa domanda. A contrario, non sarà esperibile in tutti quei casi in cui la domanda non sia sorretta dalla prova, nel merito, dell’esistenza del danno subito. Le Sezioni Unite, precisando i contorni del suddetto art. 2042 c.c., hanno pertanto chiarito che l’azione di ingiustificato arricchimento deve ritenersi preclusa in tutti quei casi in cui l’azione suscettibile di proposizione in via principale non sia esperibile per un comportamento imputabile all’impoverito, come nei casi di prescrizione e decadenza dall’azione. In caso di nullità del titolo contrattuale, qualora la nullità derivi dall’illiceità del contratto per contrasto con norme imperative o con l’ordine pubblico. Quando il rigetto della domanda principale, nel merito, è derivato dal mancato assolvimento di qualche onere cui la legge subordinava la difesa nel suo interesse.
Sibilla Bianco
Sibilla Bianco
2025-07-10 01:02:05
Numero di risposte : 9
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L’azione di ingiustificato arricchimento, a norma dell’art. 2042 c.c., costituisce uno strumento di carattere sussidiario, azionabile, purché il pregiudizio patito non sia tutelabile, secondo una valutazione da effettuarsi in astratto, da altre azioni tipiche, previste dall’ordinamento. L’inammissibilità della domanda di ingiustificato arricchimento è, altresì, prevista, nell’ipotesi in cui l’asserito danneggiato avrebbe potuto esercitare un’azione tipica che tuttavia si è prescritta.
Baldassarre Leone
Baldassarre Leone
2025-07-10 00:14:59
Numero di risposte : 13
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La sussidiarietà dell’azione di ingiustificato arricchimento va valutata in relazione alle peculiarità del caso concreto. La valutazione del presupposto della sussidiarietà dell’azione di arricchimento ingiustificato deve essere svolta a prescindere dalla natura dell’azione che poteva essere fatta valere in via principale e dunque anche quando quest’ultima si fondi su una clausola generale, quali quelle racchiuse nell’art. 1337 c.c. o nell’art. 2043 c.c. Tuttavia, il predetto presupposto deve essere esaminato tenendo conto della peculiarità della vicenda e dunque anche con un apprezzamento in concreto, che potrà condurre, ad esempio, a ritenere ammissibile la domanda di ingiustificato arricchimento quando il titolo contrattuale su cui si sarebbe potuta fondare la domanda principale sia nullo, ma solo se la nullità non dipenda da illiceità del contratto per contrasto con norme imperative o con l’ordine pubblico. L’esercizio dell’azione di arricchimento è precluso ove l’azione suscettibile di proposizione in via principale sia andata persa per un comportamento imputabile all'impoverito e, quindi, con riferimento ai casi di più frequente applicazione, per la prescrizione ovvero per la decadenza. E’ necessario guardare alla concretezza delle singole situazioni, così da rispettare sia la ratio, attenta all’esigenza della certezza del diritto, che è alla base della sussidiarietà dell’azione di arricchimento ingiustificato, sia l’esigenza dell’equità che impone la tutela dell’ingiustamente impoverito privo ab origine di un rimedio previsto dalla legge.