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Quali sono le previsioni per il settore della moda nel 2025?

Flaviana Palumbo
Flaviana Palumbo
2025-07-21 22:21:29
Numero di risposte : 5
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Il 2025 è un anno ricco di sfide sul fronte dell'innovazione e della sostenibilità. Il design circolare delle calzature è una delle aree di innovazione, con un'ondata di novità nei materiali e nelle tecniche di produzione sostenibili. La circolarità è un'altra area fondamentale, con gli innovatori che cercano urgentemente di accedere a materie prime riciclate e l'industria che costruisce reti in grado di scalare le soluzioni circolari. Gli investimenti in hard tech e innovazione saranno cruciali, con una maggiore disciplina necessaria tra le startup per validare efficacemente i propri prodotti e gestire la liquidità in modo oculato. La stretta sui rifiuti renderà necessaria una rapida innovazione per affrontare le sfide dei rifiuti, con sistemi avanzati di recupero dei materiali e tecnologie di selezione basate sull'intelligenza artificiale. La decarbonizzazione sarà un'altra area di focus, con una crescente pressione sui fornitori per accelerare le transizioni verdi e una profonda collaborazione tra marchi, governi locali e coalizioni intersettoriali. La catena di fornitura 2.0 sarà caratterizzata da investimenti in altri mercati manifatturieri e dalla costruzione di reti regionali resistenti. Nel 2025 ci saranno molti investimenti nell'hard tech.
Egisto Monti
Egisto Monti
2025-07-21 21:08:35
Numero di risposte : 13
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Le previsioni per l’anno in corso – secondo i trend della Camera nazionale della moda italiana – focalizzano un calo ulteriore, fissando la partita a 96 miliardi di euro. Il dato previsionale peggiora di mese in mese, nonostante si tenga conto dei soli settori collegati al fashion che ‘tengono’, ovvero occhiali, beauty e gioielli. Il core business (tessile, abbigliamento, calzature e pelletteria) soffre malamente. La ripresa del settore si vedrà a fine 2025 o bisognerà attendere ancora? La crisi è davvero strutturale?
Audenico Fiore
Audenico Fiore
2025-07-21 21:04:49
Numero di risposte : 9
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Il sentiment delle imprese resta improntato alla cautela: il 52% degli intervistati prevede condizioni stabili ma insoddisfacenti, mentre un’impresa su due teme un’ulteriore riduzione dei ricavi. Sul fronte occupazionale, 7 aziende su 10 stimano una tenuta dell’organico, il 28% prevede una contrazione, mentre solo il 10% ipotizza un incremento. Il 39% delle imprese prevede di ricorrere alla CIG anche nel secondo trimestre. Alla base del perdurare delle difficoltà vi è, in primo luogo, la debolezza generalizzata della domanda interna ed estera, indicata da 8 imprese su 10. L’analisi previsionale sul secondo trimestre del 2025 non lascia intravedere segnali di ripresa.
Marvin Esposito
Marvin Esposito
2025-07-21 19:54:23
Numero di risposte : 4
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I consumatori, segnati dal recente periodo di alta inflazione, sono sempre più sensibili ai prezzi. È probabile che il 2025 sia un momento di resa dei conti per molti marchi, magari meno agili di altri ad adattarsi al nuovo mercato. I leader della moda intervistati nel sondaggio annuale BoF-McKinsey State of Fashion Executive Survey erano pessimisti come lo scorso anno. Solo il 20% prevede miglioramenti nel sentiment dei consumatori nel 2025, mentre il 39% vede peggiorare le condizioni del settore. La sfida per i marchi è ovviamente non perdere l'attenzione degli acquirenti che stanno dando sempre più priorità al valore. I marchi devono dimostrare ai clienti perché i loro prodotti valgono il prezzo premium. Nel 2025, i marchi trarranno vantaggio dal corteggiamento di questi clienti spesso trascurati. Non tutti i marchi sono ugualmente abili nel fare questi cambiamenti. Il settore trarrà vantaggio dal calo dell'inflazione e dall'aumento del turismo in Europa, dalla resilienza degli individui ad alto patrimonio netto negli Stati Uniti e dai nuovi motori di crescita in Asia per contrastare l'incertezza sulla spesa dei consumatori in Cina, che si sta ancora riprendendo dalla pandemia.
Vania Sanna
Vania Sanna
2025-07-21 19:30:56
Numero di risposte : 6
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Le prospettive per il 2025 sono nettamente peggiorate, e il comparto rischia una contrazione del 2%, contro una precedente previsione di crescita del 5 per cento. Il report individua quattro scenari potenziali per il 2025, ognuno con pesi di probabilità diversi: Best Case, Base Case, Worst Case e Black Swan. Il Worst Case, con una probabilità del 50%, prevede una recessione globale, dazi permanenti, contrazione dei consumi, in linea con la situazione attuale. Il Black Swan, con una probabilità del 15%, prevede un'inflazione esplosiva, crollo del Pil globale, fine della globalizzazione. La resilienza dipenderà da tre fattori chiave: dalla capacità di adattarsi ai nuovi trend di consumo, dall’efficienza operativa e struttura dei costi e infine dalla solidità del marchio e pricing power. Per un comparto abituato a crescere a doppia cifra si apre un’epoca in cui la parola d’ordine sarà resilienza, e non certamente espansione. La corsa non è finita, ma la strada davanti potrebbe essere più accidentata del previsto.
Michael Caputo
Michael Caputo
2025-07-21 17:42:34
Numero di risposte : 9
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L’andamento poco brillante delle vendite promozionali e il ritardato avvio della stagione Primavera/Estate, causato dalle sfavorevoli condizioni climatiche, ci portano a rivedere al ribasso le previsioni iniziali. Per il 2024 il mercato fashion crescerà di appena +1,1%, mentre la vera ripresa è rimandata al 2025, con una crescita stimata del +2,6%. Le condizioni climatiche avranno un impatto determinante: un autunno tradizionale potrebbe favorire ulteriormente la ripresa, mentre condizioni simili agli ultimi due anni potrebbero rallentarla ulteriormente.
Deborah Greco
Deborah Greco
2025-07-21 17:40:03
Numero di risposte : 8
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Le sfide per il nuovo anno sono molte. La fine di gennaio, per molti imprenditori, segnerà uno spartiacque: dagli ordini di abbigliamento, calzature e pelletteria per l’autunno inverno 2025/26 e da quelli per tessuti e pellami per la primavera 2026, che si concentrano proprio tra gennaio e febbraio, si capirà se la ripresa del settore potrà davvero essere a fine 2025. Il 2025 sarà anche l’anno per sviluppare nuovi mercati, sicuramente più piccoli, ma dal potenziale elevato come il Medio Oriente e l’India. Le incognite a livello di mercati sono due: la Cina, che non ha mai recuperato i livelli pre Covid e dove i consumatori hanno cambiato passo e, molto probabilmente, gusti, ma rimangono ancora il bacino di consumatori più nutrito per il lusso; gli Stati Uniti, che dopo un anno tiepido in termini di spesa ma non a livello di indicatori economici, a gennaio si preparano alla nuova era Trump che potrebbe portare a un aumento dei prezzi del lusso, vista la possibilità che vengano applicati dazi ai prodotti importati. Più trasversale è la questione prezzi: se il lusso ha perso 50 milioni di consumatori è anche a causa dello spostamento dei prezzi verso l’alto che ha lasciato un vuoto di offerta nella fascia di prezzo più abbordabile. Riconquistare una platea di consumatori che in questi quattro anni si è sentita tagliata fuori dal lusso a beneficio dei pochi che sono al top della piramide sarà forse la sfida più grande per le maison, che stanno studiando come farlo. Uno studio di McKinsey diffuso ad aprile 2024 stima che i consumatori aspirazionali del lusso acquistano prodotti per un valore pari al 18% del valore del mercato della moda e al 50% del mercato del lusso.