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Come va il settore moda?

Mario Greco
Mario Greco
2025-07-21 22:43:40
Numero di risposte : 7
0
Il 2025 è un anno ricco di sfide sul fronte dell'innovazione e della sostenibilità. Si va dal design circolare delle calzature, fino alla tracciabilità delle catene di fornitura globali. Gli step intermedi sono tanti, la tecnologia sicuramente è un fattore abilitante, così come deve esserlo la cultura, la responsabilità e la trasparenza. La costruzione tradizionale delle calzature, che si basa su complesse miscele di materiali e adesivi, ha a lungo ostacolato gli sforzi di riciclaggio. Ma il 2025 è promettente. All'orizzonte si profila un'ondata di innovazioni nei materiali e nelle tecniche di produzione sostenibili, guidate sia da aziende affermate sia da audaci startup. Insieme, stanno ridefinendo ciò che è possibile, aprendo la strada a una calzatura circolare scalabile. I marchi stanno facendo passi avanti tangibili verso catene di approvvigionamento solide che soddisfano sia le richieste legislative, sia le aspettative dei consumatori in materia di sostenibilità. Nel 2025 gli investimenti nell'hard tech e nell'innovazione all'interno dell'industria della moda si troveranno ad affrontare un panorama ricco di sfumature. Il restringimento dei finanziamenti a rischio renderà necessaria una maggiore disciplina tra le startup. Solo chi riuscirà a convalidare efficacemente i propri prodotti minimi vitali, ovvero a realizzare e convalidare la versione più semplice di un prodotto che include solo le funzionalità principali necessarie per risolvere un problema o soddisfare un'esigenza del pubblico di destinazione, e a gestire la liquidità in modo oculato potrà prosperare.
Stefania Leone
Stefania Leone
2025-07-21 21:20:31
Numero di risposte : 3
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La crisi congiunturale che da ormai diversi trimestri caratterizza molte imprese italiane del tessile e dell’abbigliamento, costrette a ridurre la produzione a causa della debolezza della domanda o dei crescenti costi energetici, comincia a incidere anche sul fronte del credito. Il dettaglio dei sotto-settori mostra che l’indice di rischiosità creditizia è elevato soprattutto per le imprese del segmento pelli, cuoio e calzature, che registra inoltre la maggiore crescita del tasso di default, passando dal 3,5% di fine 2023 al 4,4% del primo semestre 2024. Il comparto abbigliamento registra invece un tasso di default del 3,3% (era a 3,1 a fine 2023), mentre va un po’ meglio per il settore tessitura e prodotti tessili, con un indice sotto la media nazionale, a 2,1%, comunque in crescita rispetto all’1,8% del semestre precedente. L’analisi dei bilanci 2023 (gli ultimi disponibili) mette in luce anche un deterioramento delle metriche creditizie che anticipano l’evoluzione della rischiosità riscontrata nel 2024. Ci aspettiamo un ulteriore peggioramento della situazione dall’analisi dei bilanci dello scorso anno. Riteniamo infatti che si tratti di una crisi legata non solo alla congiuntura economica attuale, ma a una difficoltà strutturale di questi settori, evidenziata nel periodo del Covid e soprattutto in quello immediatamente successivo, quando la ripresa era stata trainata soprattutto da un incremento dei prezzi di vendita finali e da un forte dinamismo del mercato asiatico. Oggi, la riduzione del potere d’acquisto ha frenato le vendite a livello globale, e inoltre i consumatori asiatici sembrano più orientati ad acquistare prodotti locali. A questi aspetti congiunturali si aggiunge il fatto che il comportamento d’acquisto degli utenti finali sta cambiando, nella direzione di una maggiore sostenibilità ambientale, che comporta anche una minore rotazione dei guardaroba e quindi, per le aziende, dei magazzini. Per vedere un’inversione tendenza, sarà necessario attendere una ripresa in generale del trend macroeconomico, a cui deve però associarsi anche un nuovo modello di business e di pricing delle aziende del settore, che tenga conto di una maggiore sensibilità al tema prezzo da parte dei consumatori, che ormai interessa anche il segmento del lusso, o almeno del lusso accessibile.