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Cosa cambia per le APS?

Emidio Bianco
Emidio Bianco
2025-08-06 00:52:48
Numero di risposte : 26
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Chi fa cultura in modo coerente con i principi del Codice può valutare serenamente l’iscrizione al RUNTS, scegliendo la qualifica di Associazione di Promozione Sociale (APS) se ne ricorrono i requisiti. L’accesso a forme di fiscalità agevolata, contributi pubblici, 5×1000 e altri strumenti di sostegno può rappresentare un’opportunità concreta per consolidare e far crescere le proprie attività. Per chi invece intende continuare con attività prevalentemente lucrative, la strada è un’altra: trasformarsi in impresa vera e propria aprire partita IVA, adottare un assetto commerciale trasparente. Nessun divieto di fare business, ma chiarezza tra cosa è Terzo Settore e cosa no. La riforma rappresenta un’occasione per essere riconosciute come attori centrali nella vita culturale del Paese, accedendo finalmente a un quadro normativo chiaro, stabile e favorevole. Inoltre, gli enti che continueranno a operare con statuti non aggiornati, ma svolgendo attività a scopo di lucro sotto forma associativa, potranno essere oggetto di controlli fiscali e accertamenti, anche retroattivi. Chi non si iscriverà al RUNTS e non si conformerà alle regole previste per gli ETS, perderà ogni agevolazione fiscale e civilistica prevista dal Codice. Le attività eventualmente svolte – soprattutto se a pagamento – verranno trattate come attività commerciali a tutti gli effetti, con tutti gli obblighi connessi. In certi casi, potrebbe persino essere preferibile. Chi svolge attività mista – un po’ culturale, un po’ commerciale – dovrà decidere con attenzione: adeguare lo statuto, distinguere chiaramente le attività, rispettare i limiti previsti dal Codice del Terzo Settore per le cosiddette “attività diverse”, oppure strutturarsi in forma duale (ETS + società di supporto, ad esempio).
Kristel Ferretti
Kristel Ferretti
2025-07-22 21:59:15
Numero di risposte : 24
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Dal punto di vista operativo, i nuovi regimi forfettari semplificheranno la gestione fiscale di associazioni di promozione sociale e organizzazioni di volontariato con entrate inferiori a 130.000 euro, sostituendo la legge 398/1991. Inoltre, saranno definiti nuovi parametri per stabilire quando un’attività può essere considerata non commerciale, garantendo maggiore chiarezza normativa agli enti del settore. Questo passaggio sancisce una trasformazione profonda nel sistema di tassazione del non profit, con un quadro normativo più chiaro e coerente con le regole europee. La nuova impostazione punta a favorire una gestione più sostenibile delle risorse, garantendo agli enti la possibilità di generare un margine di utili, purché reinvestiti nelle attività sociali. Il ruolo del Ministero dell’Economia e delle Politiche Sociali sarà di definire le linee guida operative per l’attuazione della riforma. In collaborazione con l’Agenzia delle Entrate, verranno forniti chiarimenti tecnici sulle nuove regole fiscali, assicurando un’applicazione uniforme delle disposizioni.