Come posso contestare un licenziamento?

Nazzareno Gentile
2025-07-24 09:26:23
Numero di risposte
: 8
Il lavoratore può contestare le motivazioni date dal suo titolare se le ritiene non valide e le sue ragioni devono essere prese in considerazione dal datore di lavoro.
L’impugnazione del licenziamento disciplinare deve avvenire entro 60 giorni dalla data della notifica del licenziamento, cioè dalla ricezione della lettera, con una comunicazione al datore di lavoro in cui si esprime la volontà di contestare il provvedimento.
È necessario poi che l’avvocato depositi il ricorso nella cancelleria del tribunale entro i successivi 180 giorni dall’impugnazione stragiudiziale.
Per prima cosa è opportuno rivolgersi ad un avvocato esperto di diritto del lavoro perché per impugnare il licenziamento è fondamentale il rispetto dei termini fissati dalla normativa, pena la non validità dell’impugnazione.

Alan Santoro
2025-07-24 05:47:24
Numero di risposte
: 19
Il datore di lavoro può licenziare il dipendente solo per giusta causa, giustificato motivo soggettivo o giustificato motivo oggettivo.
Quando il lavoratore ritiene che il licenziamento sia ingiusto, può contestarlo con modi e termini che devono essere necessariamente rispettati, a pena di decadenza dal diritto di impugnazione.
Entro il termine di 60 giorni da quando il lavoratore ha ricevuto la comunicazione scritta del licenziamento da parte del datore di lavoro, il lavoratore deve impugnarlo con atto scritto da recapitare con raccomandata con ricevuta di ritorno al datore di lavoro.
Se la comunicazione scritta di licenziamento del datore di lavoro non è motivata o il licenziamento è avvenuto solo verbalmente, il lavoratore avrà invece ben 5 anni di tempo per impugnare il licenziamento, sempre e comunque in forma scritta con raccomandata con ricevuta di ritorno.
Nel termine di 180 giorni dalla spedizione della lettera di impugnazione del licenziamento, il lavoratore può invitare il datore di lavoro ad un tentativo di conciliazione presso l’Ispettorato Territoriale del Lavoro.
Se a seguito dell’impugnazione del licenziamento e del tentativo di conciliazione, che non è una procedura obbligatoria, il lavoratore non ottiene giustizia, allora quest’ultimo dovrà farsi assistere da un avvocato per iniziare una causa davanti al Tribunale del Lavoro.
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