Come posso contestare un licenziamento?

Armando Palmieri
2025-08-04 07:35:56
Numero di risposte
: 23
Se un lavoratore ritiene di essere stato licenziato ingiustamente, deve seguire una specifica procedura per contestare il provvedimento.
Il lavoratore deve impugnare il licenziamento entro 60 giorni dalla data in cui lo ha ricevuto.
La contestazione deve avvenire in forma scritta per avere validità legale.
Dopo l’impugnazione scritta, il lavoratore ha 180 giorni di tempo per depositare il ricorso presso il Tribunale del Lavoro.
Dopo l’impugnazione scritta, il lavoratore ha 180 giorni di tempo per presentare una richiesta di tentativo di conciliazione, ai sensi dell’articolo 410 del Codice di Procedura Civile, presso una delle sedi protette previste dall’art. 2113 del Codice Civile.
Se il lavoratore non rispetta i termini previsti dalla legge, perde il diritto di contestare il licenziamento, che diventa definitivo.
Il licenziamento ritenuto illegittimo non può essere contestato tramite l’Ispettorato del Lavoro, ma deve essere impugnato con una procedura legale ben definita.
È fondamentale agire tempestivamente e, se necessario, rivolgersi a un avvocato specializzato in diritto del lavoro per tutelare al meglio i propri diritti.

Nazzareno Gentile
2025-07-24 09:26:23
Numero di risposte
: 21
Il lavoratore può contestare le motivazioni date dal suo titolare se le ritiene non valide e le sue ragioni devono essere prese in considerazione dal datore di lavoro.
L’impugnazione del licenziamento disciplinare deve avvenire entro 60 giorni dalla data della notifica del licenziamento, cioè dalla ricezione della lettera, con una comunicazione al datore di lavoro in cui si esprime la volontà di contestare il provvedimento.
È necessario poi che l’avvocato depositi il ricorso nella cancelleria del tribunale entro i successivi 180 giorni dall’impugnazione stragiudiziale.
Per prima cosa è opportuno rivolgersi ad un avvocato esperto di diritto del lavoro perché per impugnare il licenziamento è fondamentale il rispetto dei termini fissati dalla normativa, pena la non validità dell’impugnazione.

Alan Santoro
2025-07-24 05:47:24
Numero di risposte
: 28
Il datore di lavoro può licenziare il dipendente solo per giusta causa, giustificato motivo soggettivo o giustificato motivo oggettivo.
Quando il lavoratore ritiene che il licenziamento sia ingiusto, può contestarlo con modi e termini che devono essere necessariamente rispettati, a pena di decadenza dal diritto di impugnazione.
Entro il termine di 60 giorni da quando il lavoratore ha ricevuto la comunicazione scritta del licenziamento da parte del datore di lavoro, il lavoratore deve impugnarlo con atto scritto da recapitare con raccomandata con ricevuta di ritorno al datore di lavoro.
Se la comunicazione scritta di licenziamento del datore di lavoro non è motivata o il licenziamento è avvenuto solo verbalmente, il lavoratore avrà invece ben 5 anni di tempo per impugnare il licenziamento, sempre e comunque in forma scritta con raccomandata con ricevuta di ritorno.
Nel termine di 180 giorni dalla spedizione della lettera di impugnazione del licenziamento, il lavoratore può invitare il datore di lavoro ad un tentativo di conciliazione presso l’Ispettorato Territoriale del Lavoro.
Se a seguito dell’impugnazione del licenziamento e del tentativo di conciliazione, che non è una procedura obbligatoria, il lavoratore non ottiene giustizia, allora quest’ultimo dovrà farsi assistere da un avvocato per iniziare una causa davanti al Tribunale del Lavoro.
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