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Cosa succede se il dipendente impugna il licenziamento?

Gabriella Lombardo
Gabriella Lombardo
2025-08-08 14:08:12
Numero di risposte : 26
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Il lavoratore dispone di un termine di 60 giorni dalla ricezione della comunicazione di licenziamento per procedere con l’impugnazione, che deve avvenire in forma scritta mediante lettera raccomandata o PEC. Questo passaggio è necessario prima di avviare una causa giudiziale o provare la strada extragiudiziale. Entro 180 giorni dall’invio dell’impugnazione, il lavoratore può depositare il ricorso in tribunale. Ma, prima di procedere con questo passaggio, è preferibile provare a concludere una conciliazione extragiudiziale, che ridurrebbe costi e tempi. Il lavoratore può promuovere il tentativo di conciliazione e arbitrato, sempre entro 180 dalla spedizione della lettera di contestazione.
Damiana Sanna
Damiana Sanna
2025-08-03 00:03:45
Numero di risposte : 24
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Una volta impugnato tempestivamente il licenziamento, il lavoratore dispone di 180 giorni per depositare il ricorso presso il tribunale competente. Entro lo stesso termine, può anche proporre al datore di lavoro un tentativo di conciliazione o di arbitrato. Se il datore rifiuta la proposta o non si raggiunge un accordo, il lavoratore deve depositare il ricorso in tribunale entro 60 giorni dal rifiuto o dal mancato accordo. Se il licenziamento è dichiarato illegittimo, il dipendente dovrà ottenere la reintegrazione nel posto di lavoro con il pagamento delle retribuzioni arretrate fino alla ripresa del servizio, oppure un risarcimento danni, come stabilito dal giudice secondo la sua discrezionalità, ad esempio in casi di licenziamento discriminatorio. Secondo la legge, il datore di lavoro ha la possibilità di revocare un licenziamento entro 15 giorni dalla sua impugnazione da parte del lavoratore. Questo approccio può non solo accelerare il processo, ma anche ridurre significativamente i costi legali. Se la revoca avviene dopo che il lavoratore ha impugnato il licenziamento, il rapporto di lavoro è ripristinato immediatamente e il lavoratore ha diritto alla retribuzione maturata fino a quel momento, indipendentemente dalla sua accettazione formale. Se la revoca avviene prima che il lavoratore impugni il licenziamento, il ripristino del rapporto di lavoro avviene solo se il lavoratore accetta esplicitamente. In caso contrario, il lavoratore può procedere con l’impugnazione del licenziamento.
Federica Barbieri
Federica Barbieri
2025-07-24 05:53:51
Numero di risposte : 30
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Se il licenziamento non viene impugnato, il lavoratore o la lavoratrice non potrà chiedere il reintegro nel proprio posto di lavoro o comunque un risarcimento economico. Dopo aver impugnato stragiudizialmente il licenziamento entro il termine di 60 giorni, e in tribunale entro i successivi 180, il lavoratore/lavoratrice, tramite il suo legale, ha tre opzioni: 1) addivenire a una conciliazione 2) proseguire il giudizio fino alla sentenza del giudice 3) rinunciare all’impugnazione e all’azione, qualora valuti di non avere più interesse alla stessa per ragioni di carattere personale, economico o giuridico. Se non è possibile trovare un accordo amichevole, si può ricorrere al tribunale. In questo caso, l’avvocato Palombarini è a disposizione per procedere per via giudiziale, dopo aver formulato un nuovo preventivo di spesa, poiché il ricorso al giudice prevede un iter molto più complesso della procedura di impugnazione stragiudiziale: il costo sostenuto per la impugnazione stragiudiziale entro 60 giorni verrà ricompreso nel preventivo per la causa in tribunale. Se non viene raggiunto un accordo amichevole successivo all’impugnazione e se l’esame e lo studio del caso portano il cliente e l’avvocato Palombarini a concludere per la proposizione di una causa in tribunale, vi è un ulteriore passaggio, obbligatorio affinché l’impugnazione sia valida. Questo passaggio prevede che entro 180 giorni dalla data di ricezione, da parte del datore di lavoro, della lettera di impugnazione del licenziamento, lo studio debba depositare il ricorso presso la cancelleria del Tribunale del Lavoro competente. In tal caso, sarà comunque necessario formulare un nuovo preventivo di spesa.