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Cosa succede se il dipendente impugna il licenziamento?

Federica Barbieri
Federica Barbieri
2025-07-24 05:53:51
Numero di risposte : 17
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Se il licenziamento non viene impugnato, il lavoratore o la lavoratrice non potrà chiedere il reintegro nel proprio posto di lavoro o comunque un risarcimento economico. Dopo aver impugnato stragiudizialmente il licenziamento entro il termine di 60 giorni, e in tribunale entro i successivi 180, il lavoratore/lavoratrice, tramite il suo legale, ha tre opzioni: 1) addivenire a una conciliazione 2) proseguire il giudizio fino alla sentenza del giudice 3) rinunciare all’impugnazione e all’azione, qualora valuti di non avere più interesse alla stessa per ragioni di carattere personale, economico o giuridico. Se non è possibile trovare un accordo amichevole, si può ricorrere al tribunale. In questo caso, l’avvocato Palombarini è a disposizione per procedere per via giudiziale, dopo aver formulato un nuovo preventivo di spesa, poiché il ricorso al giudice prevede un iter molto più complesso della procedura di impugnazione stragiudiziale: il costo sostenuto per la impugnazione stragiudiziale entro 60 giorni verrà ricompreso nel preventivo per la causa in tribunale. Se non viene raggiunto un accordo amichevole successivo all’impugnazione e se l’esame e lo studio del caso portano il cliente e l’avvocato Palombarini a concludere per la proposizione di una causa in tribunale, vi è un ulteriore passaggio, obbligatorio affinché l’impugnazione sia valida. Questo passaggio prevede che entro 180 giorni dalla data di ricezione, da parte del datore di lavoro, della lettera di impugnazione del licenziamento, lo studio debba depositare il ricorso presso la cancelleria del Tribunale del Lavoro competente. In tal caso, sarà comunque necessario formulare un nuovo preventivo di spesa.