Cosa succede ai dipendenti se un'azienda fallisce?

Ninfa Ricci
2025-10-18 20:26:26
Numero di risposte
: 26
La dichiarazione di fallimento non integr[a], ai sensi dell’art. 2119, secondo comma c.c., una giusta causa di risoluzione del rapporto, sicché esso non si risolve ex lege, per effetto dell’apertura della procedura concorsuale, entrando appunto, come anticipato, in una fase di sospensione.
Ne consegue che qualora, il curatore fallimentare opti … per lo scioglimento del rapporto, esso cessa per effetto, non già della dichiarazione di fallimento ex se, bensì, in presenza di un giustificato motivo oggettivo quale, come nel caso in esame, la cessazione dell’attività di impresa, per effetto dell’esercizio di una facoltà comunque sottoposta al rispetto delle norme limitative dei licenziamenti individuali e collettivi.
Si ribadisce, quindi, come il fallimento non costituisca una giusta causa di recesso ma neppure una fattispecie di risoluzione, per così dire, “automatica” del rapporto di lavoro, essendo sempre e comunque necessario procedere a un licenziamento per giustificato motivo oggettivo per cessazione di attività o ad un licenziamento collettivo, ai sensi della legge 223/1991, ricorrendone i presupposti.
Quindi, in caso di fallimento, i rapporti di lavoro non cessati proseguono dopo l’apertura del fallimento, entrando in una fase di sospensione del rapporto, fino a quando il curatore non valuti conveniente per la procedura procedere al licenziamento dei dipendenti ancora in forza.
Il licenziamento avviene per giustificato motivo oggettivo, dovuto a cessazione dell’attività, con obbligo di preavviso, sostituito con il pagamento della relativa indennità sostitutiva, stante la sospensione dei rapporti di lavoro per effetto dell’apertura del fallimento.

Giulio Martino
2025-10-18 20:12:04
Numero di risposte
: 22
Anche se il fallimento non è causa “automatica” di licenziamento dei lavoratori dipendenti, è molto probabile che a seguito dell’apertura della procedura il rapporto di lavoro s’interromperà.
In caso di cessazione del rapporto di lavoro a seguito di fallimento di un’azienda i lavoratori dipendenti che non hanno percepito le ultime retribuzioni ed il TFR dovranno compiere alcuni “passi” al fine di vedersi riconosciute e liquidate le proprie retribuzioni (almeno parzialmente).
Decorsi trenta giorni dall’udienza sopraindicata il lavoratore potrà fare domanda al Fondo di Garanzia dell’INPS per il pagamento del TFR e delle ultime tre mensilità (limitata ad una somma pari a tre volte la misura massima del trattamento straordinario di integrazione salariale mensile al netto delle trattenute assistenziali e previdenziali).
Nel caso in cui il Fallimento non dovesse recuperare fondi sufficienti purtroppo parte del vostro credito andrà perso.
E’ tutto perduto, o posso recuperare i miei soldi?
Per fortuna, entro determinati limiti, è lo Stato (tramite l’INPS) a farsi carico di parte delle retribuzioni spettanti; questo significa che se anche il datore di lavoro è fallito “malamente”, cioè senza lasciare soldi in cassa, per i dipendenti non tutto è perduto.
Leggi anche
- Quanto tempo dura in media un fallimento aziendale?
- Cosa fare quando un'azienda è in perdita?
- Come aiutare chi si sente fallito?
- Cosa rischia un imprenditore che fallisce?
- Quali sono i creditori privilegiati in un fallimento?
- Quante tasse paga un'azienda in perdita?
- Cosa posso fare se mi sento un fallito?