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Novità associazioni 2025?

Neri Carbone
Neri Carbone
2025-07-09 12:37:26
Numero di risposte : 12
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La riforma del terzo settore sembra non finire mai, infatti, non solo non è ancora giunta a conclusione, ma tra il 2024 e il 2025 ha visto e vedrà parecchie modifiche. Il fisco la fa da padrone, tra Iva, parere europeo, accesso al regime forfettario, Imu e fattura elettronica. Un pacchetto di norme che, come detto, renderà necessario un ulteriore adeguamento normativo. I tecnici del ministero guidato da Marina Calderone sono da mesi all’opera sul provvedimento che andrà a integrare le novità al decreto ministeriale 106/2020. Un altro anno di tempo, durante il quale il governo dovrà trovare una soluzione definitiva al problema, probabilmente escludendo dall’obbligo le realtà più piccole. Il 2024, comunque, ha portato in dote al comparto la possibilità per Organizzazioni di volontariato e Associazioni di promozione sociale di accedere al regime forfettario, ma anche l’obbligo di fatturazione elettronica per tutti gli enti non profit con partita Iva. Tra gli argomenti clou del 2024 ci sono sicuramente due novità introdotte dalla manovra, ovvero la norma sui revisori nelle organizzazioni che ricevono contributi pubblici e, soprattutto, la «spending review» per le stesse organizzazioni. Il 2025 sarà ricordato come anno segnato da importanti novità fiscali per il non profit. Il fisco la fa da padrone, tra Iva, parere europeo, accesso al regime forfettario, Imu e fattura elettronica. Da questo parere dipende il destino delle oltre 20 mila Onlus esistenti in Italia, che dovranno decidere se e come trasmigrare nel Runts.
Assunta Ferretti
Assunta Ferretti
2025-06-30 11:38:31
Numero di risposte : 17
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Le disposizioni sulla fiscalità del Terzo settore si applicheranno a partire dal 1° gennaio 2026. Dopo la “comfort letter” della Commissione Europea, che ha dato di fatto il via libera alle norme fiscali previste nel codice del Terzo settore, il decreto legge 17 giugno 2025, n. 84 “Disposizioni urgenti in materia fiscale” ha fugato ogni dubbio intervenendo direttamente sul testo del codice del Terzo settore. La modifica principale riguarda l’eliminazione del passaggio sull’autorizzazione della Commissione europea, sostituito con la precisa indicazione in merito all’operatività del nuovo regime fiscale, a partire dal periodo di imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2025. Il dl Fiscale lascia ancora aperto – così come indicato nella “comfort letter” – il tema dei titoli di solidarietà, la cui operatività rimane soggetta all’autorizzazione della Commissione europea. Al netto di queste previsioni, quindi, anche per le imprese sociali il nuovo impianto fiscale diventerà operativo a partire da gennaio 2026.
Dimitri Romano
Dimitri Romano
2025-06-30 11:36:47
Numero di risposte : 16
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Dal 1° gennaio 2025 invece, salvo ulteriori proroghe o rettifiche normative, tutte le associazioni di qualsiasi tipologia - indipendentemente dal volume della propria attività e dalla loro iscrizione al RUNTS - avranno l'obbligo di apertura Partita IVA, fatturazione, registrazione delle proprie fatture e gestione della contabilità. Tutti gli enti associativi, sportivi, non commerciali e associazioni culturali generiche, iscritte al RUNTS e non, dovranno quindi attrezzarsi per affrontare il passaggio dall’attuale regime di esclusione IVA al regime di esenzione IVA. Non sarà più possibile perciò rilasciare semplici ricevute non fiscali a fronte delle entrate da corrispettivi specifici, ma sarà necessario emettere fattura. Agli enti verrà chiesto di emettere fattura elettronica – seppur esente da IVA – nei confronti dei loro soci a fronte del pagamento di corrispettivi specifici, di contributi e di quote supplementari. In alternativa, potranno dotarsi di un registratore di cassa ed emettere scontrini fiscali, sempre in condizione di esenzione IVA. Questa normativa, programmata per entrare in vigore nel 2024 ma prorogata al 1° gennaio 2025, viene introdotta per garantire trasparenza e assicurare una chiara gestione fiscale delle attività no profit. Le attività associazioni passeranno da una condizione di esclusione IVA ad una di esenzione, ma dovranno comunque fatturare le proprie operazioni; questa normativa ha lo scopo di uniformare il trattamento fiscale delle associazioni e di garantire una maggiore trasparenza nelle loro attività economiche e nel rapporto tra associazioni e soci. La normativa interesserà tutte le associazioni che svolgono attività economiche, le attività no profit e gli enti del Terzo Settore, indipendentemente dal volume delle proprie entrate o dalla loro iscrizione al RUNTS (Registro Unico Nazionale del Terzo Settore). L'adeguamento alla nuova normativa prevede apertura di Partita Iva e modifica dei propri statuti anche se le proprie attività economiche sono connesse alle attività istituzionali. In generale, le associazioni interessate sono quelle: Sportive dilettantistiche Religiose Assistenziali Culturali Politiche Sindacali Di categoria Di promozione sociale Di formazione extrascolastica Che somministrano alimenti e bevande In breve, dovranno aprire Partita Iva tutti gli enti di tipo associativo che svolgono attività di prestazione di servizi o cessione di beni nei confronti dei propri associati.
Felicia Fabbri
Felicia Fabbri
2025-06-30 11:18:11
Numero di risposte : 20
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Le novità Iva maggiormente impattanti riguardano principalmente il trattamento Iva dei corrispettivi specifici, peraltro riferibili alle associazioni di promozione sociale e alle associazioni sportive dilettantistiche. L’apertura di un procedimento di infrazione dell’Unione Europea ha spinto il legislatore, con il D.L. 146/2021, a “spostare” alcune operazioni attualmente considerate fuori campo Iva, dall’art. 4 all’art. 10 D.P.R. 633/1972. Ciò significa che tali operazioni non saranno più fuori campo, ma saranno considerate esenti. Tale variazione non è però un mero tecnicismo, ma porta con sé probabili futuri obblighi per le associazioni che annoverano i corrispettivi specifici tra i loro introiti, non ultimo, l’apertura della partita Iva. La L. 23.02.2024, n. 18 ha rinviato l’applicazione dell’esenzione Iva su tali operazioni al 1.01.2025. Le novità riguardano quasi esclusivamente le associazioni di promozione sociale che, oltre a incassare le quote associative ed altre entrate istituzionali, incassano corrispettivi specifici dai soci, e che ad oggi sono sprovviste di partita Iva. Le associazioni sportive dilettantistiche che effettuano prestazioni di servizi strettamente connesse con la pratica dello sport o dell’educazione fisica, e che a oggi sono sprovviste di partita Iva. Per coloro che si troveranno costretti ad aprire la partita Iva per la presenza di corrispettivi specifici in esenzione a partire dal 2025, sarà possibile optare per la dispensa per operazioni esenti.
Stefania Gallo
Stefania Gallo
2025-06-30 09:01:57
Numero di risposte : 10
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Le anticipazioni sulle novità della Proroga Iva 2025 per il Terzo Settore prevedevano che dal 1° gennaio 2025 le cessioni di beni e prestazioni di servizi da parte di enti associativi non sarebbero più escluse dall'IVA, ma sarebbero state soggette a esenzione IVA, con nuovi adempimenti fiscali. Il Milleproroghe 2025 ha rinviato questa riforma, posticipando l'entrata in vigore delle nuove disposizioni al 10 gennaio 2026. Gli enti beneficiari dell'esenzione IVA, tra cui le ASD, continueranno a operare sotto il regime attuale fino alla nuova scadenza. Con l'approvazione del Decreto Milleproroghe 2025, il governo ha dato tempo agli enti del Terzo Settore di adeguarsi al nuovo sistema fiscale, evitando problematiche burocratiche e fiscali per il momento. Si ricorda, inoltre, che il testo del Decreto Milleproroghe, approvato dal Consiglio dei Ministri, potrà essere soggetto a modifiche durante l’iter parlamentare. Le misure delineate rappresentano, infatti, anticipazioni indicative che potrebbero essere aggiornate o integrate nei prossimi passaggi legislativi.