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Quali sono i diritti di un lavoratore dopo un licenziamento?

Massimo Piras
Massimo Piras
2025-08-01 00:30:29
Numero di risposte : 16
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Il licenziamento è la cessazione del rapporto di lavoro da parte del datore di lavoro e può avvenire per vari motivi, sia per ragioni economiche che disciplinari. Tuttavia, esistono normative precise che regolano questa procedura, garantendo tutele per il lavoratore e doveri per il datore di lavoro. Per i lavoratori, è importante sapere che esistono tutele legali in caso di licenziamento illegittimo. Se il licenziamento non rispetta le normative, il lavoratore può impugnarlo e chiedere il reintegro o un risarcimento danni. Il lavoratore ha diritto al trattamento di fine rapporto e, in alcuni casi, a un’indennità di disoccupazione. Il datore di lavoro è generalmente tenuto a fornire un preavviso al lavoratore in caso di licenziamento. Il lavoratore ha diritto a ricevere il TFR, una somma che viene accumulata durante il periodo di lavoro e liquidata al termine. In caso di licenziamento, il lavoratore può richiedere l’indennità di disoccupazione, nota come NASpI. Una volta cessato il rapporto di lavoro, il datore di lavoro deve fornire al lavoratore una certificazione che attesti il motivo della cessazione e la durata del rapporto lavorativo.
Marianita Fontana
Marianita Fontana
2025-07-24 08:12:01
Numero di risposte : 22
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Se sei un lavoratore dipendente e ritieni di essere stato licenziato ingiustamente devi impugnare il licenziamento con qualunque atto scritto entro 60 giorni dalla sua comunicazione, a pena di decadenza. Il datore di lavoro può revocare il licenziamento entro 15 giorni dalla comunicazione dell’impugnazione e ripristinare il rapporto di lavoro e tu avrai diritto a ricevere la retribuzione maturata prima della revoca. A seconda della gravità del vizio del licenziamento accertato dal giudice, potrai ottenere la reintegrazione nel posto di lavoro oppure un’indennità risarcitoria. Puoi ottenere la reintegrazione, oltre ad un risarcimento del danno, in caso di licenziamento discriminatorio, intimato in forma orale o nullo oppure se dimostri l’insussistenza del fatto a te contestato. In tutti gli altri casi avrai solo diritto a un’indennità risarcitoria. Il datore di lavoro, per evitare il giudizio, può offrirti una somma netta di importo da un minimo di 3 ad un massimo di 27 mensilità della retribuzione di riferimento per il calcolo del trattamento di fine rapporto.