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Quando vieni licenziato, a cosa hai diritto?

Marina Piras
Marina Piras
2025-08-12 01:39:50
Numero di risposte : 17
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Se decidi di non contestare il licenziamento avrai solamente diritto a: il pagamento del preavviso che è previsto nel tuo contratto di lavoro il pagamento del TFR richiedere l’assegno di disoccupazione la Naspi entro 68 giorni. Se invece deciderai di impugnare il licenziamento: potrai richiedere anche un’indennità economica che varia a seconda che la tua azienda abbia più o meno di 15 dipendenti. Ci sono dei termini per fare le cose che sopra ho elencato che sono fondamentali perché se vengono superati non potrai più far valere: 60 giorni per impugnare con una raccomandata il licenziamento 180 gg. dalla raccomandata di impugnazione per fare la causa vera e propria ovviamente se non avrai raggiunto prima un accordo con il tuo datore 68 giorni per richiedere l’indennità di disoccupazione 5 anni per richiedere il pagamento di retribuzioni che non ti sono state versate.
Mario Sanna
Mario Sanna
2025-08-07 02:19:49
Numero di risposte : 22
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Quando vieni licenziato, il datore di lavoro può offrirti una somma netta di importo da un minimo di 3 ad un massimo di 27 mensilità della retribuzione di riferimento per il calcolo del trattamento di fine rapporto. La somma deve essere offerta tramite assegno circolare e l’accettazione equivale a rinuncia all’impugnazione del licenziamento, anche se già proposta. A seconda della gravità del vizio del licenziamento accertato dal giudice, potrai ottenere la reintegrazione nel posto di lavoro oppure un’indennità risarcitoria. Puoi ottenere la reintegrazione, oltre ad un risarcimento del danno, in caso di licenziamento discriminatorio, intimato in forma orale o nullo oppure se dimostri l’insussistenza del fatto a te contestato. In tutti gli altri casi avrai solo diritto a un’indennità risarcitoria. Il datore di lavoro può revocare il licenziamento entro 15 giorni dalla comunicazione dell’impugnazione e ripristinare il rapporto di lavoro e tu avrai diritto a ricevere la retribuzione maturata prima della revoca.
Tolomeo Piras
Tolomeo Piras
2025-07-24 09:10:44
Numero di risposte : 16
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Il primo diritto che hai, se vieni licenziato, è quindi quello di percepire il sussidio di disoccupazione. Il trattamento di disoccupazione è riconosciuto ai lavoratori che perdono involontariamente il posto di lavoro. La durata del sussidio di disoccupazione è pari alla metà delle settimane di contribuzione maturate negli ultimi quattro anni. Un ulteriore diritto che hai è quello di impugnare il licenziamento e opporti allo stesso. Se il licenziamento è illegittimo, infatti, a seconda di diversi fattori che dipendono dal singolo caso si può avere diritto alla reintegrazione sul posto di lavoro o a un risarcimento del danno, che può anche arrivare a 36 mensilità.
Federico Mariani
Federico Mariani
2025-07-24 05:16:27
Numero di risposte : 15
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La disoccupazione spetta sicuramente in tutti i casi di licenziamento per giustificato motivo oggettivo. Spetta quindi quando si perde il posto di lavoro per una pretesa riorganizzazione aziendale, una crisi, una riduzione del personale per contenimento costi, in caso di cessazione dell’attività o di soppressione della posizione. Di norma non spetta la disoccupazione in caso di dimissioni o di risoluzione consensuale. Tuttavia spetta la disoccupazione NASPI anche nei seguenti casi: dimissioni per giusta causa, cioè il caso in cui le dimissioni non sono frutto della libera volontà del dipendente. Va però considerato che è spesso dubbio il riconoscimento della disoccupazione perché se sussista concretamente o meno la giusta causa compete alla singola unità territoriale di INPS, con la conseguenza che non si può avere certezza di renderla. È quindi chiaro come nel farsi licenziare è prevista la possibilità di prendere la disoccupazione e non perderla. È bene però ricordare che il licenziamento è solo uno dei requisiti per non perdere la disoccupazione. Infatti, è necessario poter vantare almeno 13 settimane di contribuzione negli ultimi 4 anni, prestare la domanda nei termini previsti e non appartenere a particolari categorie di lavoratori.