Cosa spetta ad un lavoratore che si licenzia?

Clara Mariani
2025-07-24 08:33:41
Numero di risposte
: 21
Il Trattamento di Fine Rapporto è una parte della retribuzione che non viene corrisposta subito, ma accantonata per essere liquidata al termine del rapporto di lavoro, qualunque sia il motivo della cessazione. La risposta alla domanda “se mi licenzio ho diritto al TFR?” è quindi affermativa.
Il diritto al TFR non dipende dalla modalità di cessazione del rapporto, poiché si tratta di una somma legata alla retribuzione e semplicemente differita nel tempo.
Diversamente da altre prestazioni come l’indennità di disoccupazione, il TFR non è condizionato dalle modalità di interruzione del rapporto di lavoro.
In ogni caso di cessazione del rapporto di lavoro subordinato, il prestatore di lavoro ha diritto ad un trattamento di fine rapporto.
Tale trattamento si calcola sommando per ciascun anno di servizio una quota pari e comunque non superiore all’importo della retribuzione dovuta per l’anno stesso divisa per 13,5.
Questo significa che, in caso di dimissioni, il lavoratore ha diritto a una liquidazione pari a circa una mensilità per ogni anno di servizio.
Anche per il TFR destinato al fondo pensione, quindi, il diritto alla liquidazione è garantito in caso di dimissioni o cessazione del rapporto di lavoro.
Tuttavia, data la finalità previdenziale, il lavoratore può decidere di lasciare il TFR nel fondo o di trasferirlo a un’altra forma di previdenza complementare, continuando così ad accumulare capitale per una pensione integrativa.

Tosca Ferri
2025-07-24 06:23:44
Numero di risposte
: 5
Il datore di lavoro, per evitare il giudizio, può offrirti una somma netta di importo da un minimo di 3 ad un massimo di 27 mensilità della retribuzione di riferimento per il calcolo del trattamento di fine rapporto.
La somma deve essere offerta tramite assegno circolare e l’accettazione equivale a rinuncia all’impugnazione del licenziamento, anche se già proposta.
A seconda della gravità del vizio del licenziamento accertato dal giudice, potrai ottenere la reintegrazione nel posto di lavoro oppure un’indennità risarcitoria.
Puoi ottenere la reintegrazione, oltre ad un risarcimento del danno, in caso di licenziamento discriminatorio, intimato in forma orale o nullo oppure se dimostri l’insussistenza del fatto a te contestato.
In tutti gli altri casi avrai solo diritto a un’indennità risarcitoria.
Il datore di lavoro può revocare il licenziamento entro 15 giorni dalla comunicazione dell’impugnazione e ripristinare il rapporto di lavoro e tu avrai diritto a ricevere la retribuzione maturata prima della revoca.
Leggi anche
- Quando vieni licenziato, a cosa hai diritto?
- Quali sono i diritti di un lavoratore dopo un licenziamento?
- Cosa succede al mio contratto di lavoro dopo un licenziamento?
- Quali sono i diritti di chi viene licenziato?
- Quanto spetta di buonuscita in caso di licenziamento?
- Quando ti licenziano cosa ti devono pagare?
- Quanto posso chiedere di buonuscita in caso di licenziamento?
- Cosa deve pagare il datore di lavoro dopo il licenziamento?
- Come tutelarsi da un licenziamento?