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Quali sono i vincoli dell'usufrutto?

Cosimo Costantini
Cosimo Costantini
2025-07-09 06:01:54
Numero di risposte : 12
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L’usufruttuario deve rispettare la destinazione economica della cosa, dovrà rispettare e conservare la cosa stessa, ma non potrà nemmeno cambiarne il carattere e la natura dal lato della sua utilità economica. L’usufruttuario non può vendere il bene perché la titolarità dello stesso resta in capo al nudo proprietario. Le spese di manutenzione ordinaria per mantenere in buono stato e per garantirne il funzionamento dello stabile, sono a carico dell’usufruttuario, che deve a mantenere l’immobile in buone condizioni, senza danneggiarlo o modificarlo all’insaputa del nudo proprietario. Le imposte come l’Irpef sono a carico dell’usufruttuario, perché la legge stabilisce che le deve pagare chi ha la materiale disponibilità del bene e ne gode dei benefici. L’usufrutto si estingue, in ogni caso, con la morte del titolare. Secondo la legge, la durata dell’usufrutto non può eccedere la vita dell’usufruttuario e, se si tratta di una persona giuridica, non può durare più di trent’anni. Se ad esempio, Tizio ha un diritto di usufrutto su di un terreno, non potrà costruire un edificio.
Gerlando Monti
Gerlando Monti
2025-07-09 05:53:27
Numero di risposte : 7
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L’usufruttuario può disporre del bene come meglio ritiene opportuno, anche per esigenze soggettive, purché rispetti dei vincoli, espressamente indicati nella normativa nazionale. Il titolare dell’usufrutto è tenuto a utilizzare l’abitazione con la diligenza del buon padre di famiglia. Non ha diritto a modificare la destinazione economica della casa, per esempio, gli è proibito di trasformare l’appartamento in un luogo a uso commerciale. In una circostanza del genere, data l’inosservanza dell’accordo originariamente siglato, il nudo proprietario ha titolo di pretendere la decadenza dell’usufrutto, per via dell’abuso. L’usufrutto a un singolo soggetto non può essere trasmesso agli eredi. Laddove sottoscritto tra vivi, si estingue al decesso del primo titolare. Se l’usufrutto è riconosciuto a una pluralità di persone, la morte di uno di essi comporta l’assegnazione del diritto pro quota ai superstiti. Altrimenti la quota del de cuius si consoliderà in capo al nudo proprietario. L’usufruttuario deve pagare l’IMU, salvo che lo adibisca a prima casa. L’Imposta Municipale Propria di un’abitazione in usufrutto spetta a colui che ne trae godimento e non al nudo proprietario.
Marianna De Angelis
Marianna De Angelis
2025-07-09 01:28:50
Numero di risposte : 10
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L’usufruttuario può dunque trarre dalla res ogni utilità da essa derivante, con l’unico vincolo di conservarla e non mutarne carattere e natura. Il nudo proprietario ha solo un’unica possibilità di manifestare il proprio dissenso all’atto di cessione, dissenso che deve figurare nell’atto costitutivo ai sensi dell’art. 980 c.c., essendo preclusa qualunque altra possibilità in fase successiva, salvi comprovati gravi motivi. La mancata comunicazione, tuttavia, non rende la cessione invalida, ma il cedente sarà onerato, in solido con il cessionario, nei confronti del proprietario, per eventuali pregiudizi sopravvenuti in seguito alla cessione. In sostanza, se il cessionario decede prima del cedente, e il primo non abbia disposto diversamente inter vivos, il diritto di usufrutto si trasmette ai suoi eredi, per tutta la durata stabilita nella cessione o sino alla morte del primo usufruttuario. Il nudo proprietario è impedito dall’utilizzare la res fin a quando permanga il diritto medesimo, subendo una limitazione della propria facoltà di disporre e godere della cosa in modo pieno ed esclusivo.