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Cosa cambia per le associazioni culturali nel 2025?

Silvana Orlando
Silvana Orlando
2025-07-18 08:29:32
Numero di risposte : 9
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Il Decreto Milleproroghe 2025 ha confermato il rinvio al 2026 dell’applicazione dell’esenzione IVA per i corrispettivi specifici ricevuti dagli enti associativi per le prestazioni rese ai propri soci, associati e partecipanti. Tuttavia, dal 1° gennaio 2026, queste operazioni rientreranno in un nuovo regime di esenzione, con conseguenti obblighi amministrativi e fiscali per le associazioni coinvolte. La proroga concessa dal Decreto Milleproroghe stabilisce che per tutto il 2025: Le prestazioni effettuate nei confronti di soci, associati e partecipanti da enti associativi restano fuori campo IVA. Il rinvio al 2026 riguarda tutti gli enti associativi che operano in Italia, in particolare: Enti del Terzo Settore (ETS) Associazioni culturali, assistenziali, politiche e sindacali Associazioni di promozione sociale (APS) Associazioni e società sportive dilettantistiche (ASD e SSD) Enti religiosi riconosciuti. Tutti questi enti beneficeranno di un ulteriore anno senza obblighi IVA sulle attività istituzionali, potendo così adeguarsi gradualmente alle nuove normative in vigore dal 1° gennaio 2026. La proroga permette alle associazioni di prepararsi alle nuove regole senza dover immediatamente implementare i seguenti adempimenti: Apertura della partita IVA Emissione delle fatture elettroniche per le operazioni verso soci Registrazione contabile e dichiarazione IVA periodica Obblighi di rendicontazione e tracciabilità fiscale più stringenti. È essenziale tenersi aggiornati sulle eventuali misure di semplificazione per gli enti di minori dimensioni. Le associazioni devono analizzare la loro struttura e capire se l’applicazione dell’IVA dal 2026 comporterà un aggravio di costi per l’impossibilità di detrarre l’IVA sugli acquisti. Chi non ha mai gestito obblighi IVA dovrà iniziare a familiarizzare con le nuove regole e considerare l’eventuale necessità di un supporto contabile professionale. Alcuni enti potrebbero valutare di rivedere le modalità di adesione e di contribuzione da parte dei soci per ridurre l’impatto fiscale dell’esenzione IVA. Grazie alla proroga del Milleproroghe 2025, le associazioni potranno continuare a operare senza applicazione dell’IVA fino alla fine dell’anno. Tuttavia, a partire dal 1° gennaio 2026, entrerà in vigore il nuovo regime di esenzione IVA, che comporterà obblighi fiscali più onerosi.
Anselmo Testa
Anselmo Testa
2025-07-09 19:33:05
Numero di risposte : 3
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Dal 1° gennaio 2025, salvo ulteriori proroghe o rettifiche normative, tutte le associazioni di qualsiasi tipologia - indipendentemente dal volume della propria attività e dalla loro iscrizione al RUNTS - avranno l'obbligo di apertura Partita IVA, fatturazione, registrazione delle proprie fatture e gestione della contabilità. Tutti gli enti associativi, sportivi, non commerciali e associazioni culturali generiche, iscritte al RUNTS e non, dovranno quindi attrezzarsi per affrontare il passaggio dall’attuale regime di esclusione IVA al regime di esenzione IVA. Non sarà più possibile perciò rilasciare semplici ricevute non fiscali a fronte delle entrate da corrispettivi specifici, ma sarà necessario emettere fattura. Agli enti verrà chiesto di emettere fattura elettronica – seppur esente da IVA – nei confronti dei loro soci a fronte del pagamento di corrispettivi specifici, di contributi e di quote supplementari. In alternativa, potranno dotarsi di un registratore di cassa ed emettere scontrini fiscali, sempre in condizione di esenzione IVA. La normativa interesserà tutte le associazioni che svolgono attività economiche, le attività no profit e gli enti del Terzo Settore, indipendentemente dal volume delle proprie entrate o dalla loro iscrizione al RUNTS. L'adeguamento alla nuova normativa prevede apertura di Partita Iva e modifica dei propri statuti anche se le proprie attività economiche sono connesse alle attività istituzionali. In generale, le associazioni interessate sono quelle: Sportive dilettantistiche Religiose Assistenziali Culturali Politiche Sindacali Di categoria Di promozione sociale Di formazione extrascolastica Che somministrano alimenti e bevande In breve, dovranno aprire Partita Iva tutti gli enti di tipo associativo che svolgono attività di prestazione di servizi o cessione di beni nei confronti dei propri associati.
Nadia Marchetti
Nadia Marchetti
2025-07-09 18:31:45
Numero di risposte : 5
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Il Decreto-legge n. 146/2021 prevedeva che dal 1° gennaio 2025 le cessioni di beni e le prestazioni di servizi effettuate dalle associazioni che attualmente beneficiano dell'esclusione IVA fossero assoggettate a imposta. Tuttavia, grazie alla proroga approvata il 9 dicembre 2024, l'entrata in vigore della riforma slitta al 10 gennaio 2026. La norma prorogata riguarda il nuovo regime di esenzione IVA per le operazioni effettuate dagli enti associativi. Attualmente, molte associazioni politiche, sindacali, religiose, assistenziali, culturali, sportive dilettantistiche, di promozione sociale e formazione extrascolastica beneficiano dell'esclusione dall'IVA per le loro attività istituzionali, come le cessioni di beni e servizi ai soci o tesserati. Con l'entrata in vigore del nuovo regime previsto dal Dl n. 146/2021, le operazioni delle associazioni sarebbero state soggette a IVA dal 1° gennaio 2025. La proroga, però, fa slittare il termine, permettendo alle associazioni di continuare ad operare senza gli adempimenti IVA fino al 10 gennaio 2026. Il Milleproroghe 2025 ha rinviato questa riforma, posticipando l'entrata in vigore delle nuove disposizioni al 10 gennaio 2026. Gli enti beneficiari dell'esenzione IVA, tra cui le ASD, continueranno a operare sotto il regime attuale fino alla nuova scadenza. Con l'approvazione del Decreto Milleproroghe 2025, il governo ha dato tempo agli enti del Terzo Settore di adeguarsi al nuovo sistema fiscale, evitando problematiche burocratiche e fiscali per il momento.