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Chi ha invalidità quante ore di lavoro può fare?

Ugo Benedetti
Ugo Benedetti
2025-07-25 07:37:30
Numero di risposte : 14
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Le persone con disabilità fisiche o psicologiche possono affrontare più difficoltà quando cercano di entrare nel mondo del lavoro. La Legge non fornisce una risposta chiara a queste domande: non esistono norme specifiche che regolano l’orario di lavoro delle persone con disabilità o in una situazione di disagio o svantaggio sociale. Come i lavoratori non appartenenti alle suddette categorie, possono quindi chiedere di lavorare part-time. In fase di assunzione, inoltre, è possibile richiedere un contratto che consenta una certa flessibilità nell’organizzazione dell’orario lavorativo, affinché si trovi una soluzione compatibile con lo stato della persona. I lavoratori disabili possono ottenere permessi per tre giorni al mese o permessi orari giornalieri secondo le seguenti modalità: due ore al giorno se la giornata lavorativa è di sei ore o più; un'ora al giorno se la giornata lavorativa è inferiore alle sei ore. Grazie a tale opportunità, è prevista dunque una riduzione dell’orario lavorativo per le categorie protette pari al massimo a 24 ore in un mese.
Quirino Farina
Quirino Farina
2025-07-25 06:49:25
Numero di risposte : 13
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Non ci sono delle norme specifiche che derogano, per i lavoratori disabili, alle regole in materia di orario di lavoro previste per la generalità dei dipendenti. Le persone affette da menomazioni psichiche, fisiche o che hanno subito determinati eventi nella loro vita rischiano di essere escluse dal mercato del lavoro in quanto sono meno competitive rispetto ad altri lavoratori privi di analoghe problematiche. I soggetti colpiti da disabilità, ovvero, soggetti in età lavorativa colpiti da minorazioni fisiche, psichiche o sensoriali e portatori di handicap intellettivo, con una riduzione della capacità lavorativa superiore al 45% rientrano nelle categorie protette. Invalidi del lavoro con un grado di invalidità superiore al 33% accertato dall’Inail rientrano nelle categorie protette. I lavoratori disabili hanno diritto a fruire di speciali permessi retribuiti al fine di recuperare le energie psicofisiche impiegate nell’attività di lavoro. La fruizione dei permessi retribuiti determina, di fatto, una riduzione dell’orario di lavoro realmente lavorato dai lavoratori disabili pari a 24 ore in un mese. Fatta eccezione per il diritto dei disabili a fruire dei permessi 104, la legge non prevede delle norme specifiche volte a disciplinare l’orario di lavoro dei disabili e delle categorie protette. Ne consegue che devono ritenersi applicabili le regole generali. Almeno teoricamente, il lavoratore disabile potrebbe essere, dunque, chiamato a svolgere lavoro straordinario, lavoro notturno, etc. In alcuni casi, tuttavia, il medico competente aziendale potrebbe ritenere l’effettuazione di un simile orario di lavoro incompatibile con lo stato di salute del lavoratore. In questo caso, il medico competente può imporre che il lavoratore sia esonerato dallo svolgimento del notturno o dello straordinario.
Battista Fiore
Battista Fiore
2025-07-25 04:25:00
Numero di risposte : 18
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La Legge 68/99 non stabilisce norme specifiche riguardanti gli orari di lavoro delle categorie protette. Tuttavia, secondo l’art. 33 della Legge 104/92, i lavoratori affetti da grave disabilità hanno il diritto di beneficiare di specifici permessi retribuiti, che mirano a garantire la flessibilità necessaria per affrontare le esigenze legate alla propria condizione di salute. Questo offre ai lavoratori la possibilità di scegliere tra due opzioni, con l'obiettivo di adeguare in modo ottimale il processo di sostegno: due ore giornaliere: i lavoratori possono usufruire di due ore di permesso retribuito al giorno, consentendo loro di gestire appuntamenti medici, terapie o altre necessità personali; tre giorni al mese, suddivisibili in sessioni continue o frazionate. La decisione può essere modificata mensilmente, offrendo flessibilità anche per adattamenti improvvisi. Inoltre, i lavoratori che usufruiscono di questi permessi hanno il diritto di priorità nell'accesso al lavoro agile o ad altre forme di lavoro flessibile. Il D. lgs. 151/2001 disciplina il lavoro notturno per le categorie protette e i familiari che hanno a proprio carico persone con disabilità riconosciute ai sensi della Legge 104/92. Le principali disposizioni relative al lavoro notturno per queste categorie sono le seguenti: divieto di lavoro notturno per alcune categorie protette: il D. lgs. 151/2001 stabilisce che alcune categorie di lavoratori con disabilità, se riconosciuti come tali secondo la Legge 104/92, sono esenti dal lavoro notturno; lavoro notturno agevolato: per le categorie protette che possono svolgere lavoro notturno, la normativa prevede agevolazioni come maggiori retribuzioni, riposi compensativi e tutela della salute e della sicurezza sul lavoro.
Giuliana Rossetti
Giuliana Rossetti
2025-07-25 04:01:59
Numero di risposte : 13
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La normativa non prevede specifiche agevolazioni per l'orario di lavoro della persona disabile. Di norma l'orario di lavoro è di 40 ore settimanali. Una durata differente dell'orario di lavoro e particolari modalità di svolgimento possono essere stabilite nei contratti collettivi nazionali. Soltanto a seguito di disposizioni emesse da enti riconosciuti, si può dare seguito ad esoneri o agevolazioni. Nella maggior parte dei contratti di lavoro, soprattutto del pubblico impiego, uno dei criteri per la strutturazione dell'orario è quello di tenere in considerazione, compatibilmente con la organizzazione del lavoro, la condizione di svantaggio personale, sociale e familiare. I permessi retribuiti spettano ai lavoratori dipendenti disabili in situazione di gravità. La persona che chiede o per la quale si chiedono i permessi sia in situazione di disabilità grave ai sensi dell’art. 3 comma 3 della legge 104/92 riconosciuta dall’apposita Commissione Medica Integrata. Per ricovero a tempo pieno si intende quello, per le intere ventiquattro ore, presso strutture ospedaliere o simili, pubbliche o private, che assicurano assistenza sanitaria continuativa.