Quali sono le conseguenze per l'azienda in caso di infortunio sul lavoro?

Irene Sartori
2025-07-26 22:57:45
Numero di risposte
: 9
In caso di lesioni personali colpose, un datore di lavoro può rischiare la condanna penale, anche ad una pena detentiva.
Naturalmente, tutto dipende dalla gravità del processo, mentre il giudice può compensare le circostanze aggravanti con quelle attenuanti, e la pena detentiva può essere condizionalmente sospesa:
ma le responsabilità a carico del datore di lavoro restano gravose, gli oneri risarcitori sono sovente molto alti e, pertanto, l’opportunità di una difesa organizzata nel dettaglio, fin dalle prime fasi dell’istruttoria dibattimentale, resta fondamentale.
Il reato più frequente in caso di infortunio sul lavoro è quello di cui all’art. 590 Cod. Pen.:
“chiunque cagiona ad altri per colpa una lesione personale è punito con la reclusione (…) ovvero con la multa”.
Il delitto di lesioni personali colpose punisce chi, tenendo una condotta negligente, imprudente o inesperta, oppure contraria a leggi, regolamenti, protocolli sicurezza, cagiona un danno fisico ad una persona.
Per questo motivo, una copertura di tutela legale, con una polizza DAS a favore dell’impresa, del professionista o della famiglia, può fare la differenza.
Per quale motivo, può essere utile una copertura di tutela legale?
Per dispensare l’assicurato da tutti gli oneri connessi all’anticipazione delle spese legali, peritali, delle consulenze tecniche che in tali procedimenti possono essere molto elevate.
Non solo.
Le spese per i ricorsi, sempre possibili e probabili, nonché quelle per le eventuali soccombenze, possono condizionare non poco le scelte del ricorrente, ovvero del chiamato in causa, se non vi è un’assicurazione specializzata che copre tali costi.

Giuseppa Pagano
2025-07-26 22:23:04
Numero di risposte
: 11
Il datore di lavoro, comunque tenuto, ai sensi dell'art. 53 del Testo Unico, a denunciare all'Istituto assicuratore gli infortuni e le malattie professionali, non avrà più alcun obbligo di comunicare l'accadimento di tali eventi all'autorità locale di pubblica sicurezza.
L'INAIL trasmetta telematicamente - mediante il sistema informativo nazionale per la prevenzione nei luoghi di lavoro (SINP) - ai soggetti di cui all'art. 56, comma 1, i dati relativi alle denunce di infortuni sul lavoro mortali e di quelli con prognosi superiore a trenta giorni.
L'inchiesta di cui è investita la Direzione Territoriale del Lavoro, ai sensi del comma 2 del citato art. 56, viene aperta solo ad iniziativa del lavoratore infortunato, di un superstite o dell'INAIL.

Annamaria Bianco
2025-07-26 20:21:16
Numero di risposte
: 18
Il lavoratore che ha subito l’infortunio viene indennizzato in relazione alla gravità dell’evento subito, alle conseguenze dell’incidente e ai giorni di prognosi.
Dal 1° al 3° giorno, sarà il datore di lavoro a pagarlo: al 100% della retribuzione normalmente percepita dal lavoratore per quanto riguarda il giorno dell’infortunio; al 60% fino al terzo giorno successivo il giorno dell’evento.
Dal 4° giorno subentra l’INAIL, che indennizzerà il lavoratore: al 60% della sua retribuzione media giornaliera fino al 90° giorno; al 75% dal 91° giorno fino all’avvenuta guarigione.
In caso di infortunio sul lavoro, il datore di lavoro è soggetto a precisi obblighi.
Il datore di lavoro, entro due giorni dalla ricezione del certificato, sarà obbligato a inoltrare la comunicazione o la denuncia di infortunio all’INAIL in riferimento alla certificazione già trasmessa dal medico o dalla struttura sanitaria.
Si parla di “comunicazione” quando l’evento nefasto ha causato un’inabilità fino a tre giorni: in questo caso, la finalità è puramente informativa e statistica.
Si parla invece di “denuncia” quando invece la prognosi è superiore a tre giorni.
È importante sottolineare che sporgere denuncia è fondamentale affinché il lavoratore venga indennizzato dall’INAIL.
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