Che cos'è il reato di danno ambientale?

Veronica Silvestri
2025-07-27 04:12:43
Numero di risposte
: 14
I reati ambientali 231 rappresentano una categoria di crimini che coinvolgono la distruzione o il degrado dell’ambiente naturale, causati dall’azione umana. Ci si riferisce a tutte quelle azioni illecite che provocano danni significativi all’ambiente. Tali reati comprendono l’inquinamento dell’aria, delle acque, del suolo, la gestione illecita dei rifiuti, l’abbattimento illegale di alberi e altre attività distruttive. Il disastro ambientale si configura quando vi è: Alterazione irreversibile dell’equilibrio di un ecosistema. Prevaricazione delle misure di sicurezza per la protezione dell’ambiente, con conseguenze rilevanti sulla salute pubblica o sull’ecosistema. Danni di entità particolarmente gravi e estese, tali da compromettere la capacità di rigenerazione naturale di un’area. Un altro reato strettamente collegato al disastro ambientale è quello di inquinamento ambientale, disciplinato dall’articolo 452-bis del codice penale. Esso riguarda qualsiasi forma di alterazione dell’ambiente che comporti un danno rilevante alla salute umana o all’ecosistema. Il disastro ambientale si configura quando il danno è talmente esteso da essere irreversibile o difficilmente riparabile, mentre l’inquinamento ambientale può essere limitato nel tempo e nello spazio, sebbene comunque grave.

David Battaglia
2025-07-27 03:56:22
Numero di risposte
: 14
Il danno ambientale viene definito come qualsiasi deterioramento di una risorsa naturale o dell’utilità assicurata dalla stessa, dove per utilità di una risorsa si intendono servizi e funzioni svolti a favore di altre risorse naturali o dell’uomo.
È necessario precisare, però, che in aderenza al principio di precauzione la disciplina non si applica solo in caso di evidenza di danno ma anche in caso di sola “minaccia imminente” di danno ovvero quando si verifichi – con valutazione scientifica obiettiva – il rischio sufficientemente probabile che stia per verificarsi uno specifico danno ambientale.
La definizione di danno ambientale è quindi limitata alle componenti naturalistiche sopra descritte e non si riferisce ad elementi quali paesaggio ed atmosfera.
Le tipologie di “deterioramento” che danno luogo ad un danno, con riferimento alla modificazione alle condizioni originarie, vengono valutate nei confronti di specifici comparti ambientali, in particolare: specie e habitat naturali protetti dalla L. 157/1992 e dal D.P.R. 357/97 e aree naturali protette dalla L. 394/1991; acque interne, mediante azioni che incidano in modo significativamente negativo sullo stato ecologico, chimico o quantitativo o sul potenziale ecologico delle acque definiti nella direttiva 2000/60 oppure sullo stato ambientale delle acque marine definito nella direttiva 2008/56; terreno (mediante qualsiasi contaminazione che crei un rischio significativo di effetti nocivi, anche indiretti, sulla salute umana a seguito dell’introduzione di sostanze, preparati, organismi, ecc…).

Antonina Martino
2025-07-27 02:57:01
Numero di risposte
: 9
Il legislatore definisce il reato di inquinamento ambientale in questo modo: E’ punito con la reclusione da due a sei anni e con la multa da euro 10.000 a euro 100.000 chiunque abusivamente cagiona una compromissione o un deterioramento significativi e misurabili: 1) delle acque o dell’aria, o di porzioni estese o significative del suolo o del sottosuolo; 2) di un ecosistema, della biodiversità, anche agraria, della flora o della fauna.
Il reato in oggetto è un delitto a forma libera, configurabile in seguito a una condotta di azione o omissione, pur determinante in una compromissione o in un deterioramento significativo e quantificabile del “bene” ambiente.
Il termine compromissione può essere legato ad una nozione di cambiamento irreversibile, in peggio.
Il termine deterioramento indica invece un effetto più lieve, ovvero una modificazione reversibile.
I beni presi di mira da tali condotte, come sancito dal dispositivo, quelli “delle acque o dell’aria, o di porzioni estese o significative del suolo o del sottosuolo; di un ecosistema, della biodiversità, anche agraria, della flora o della fauna”.
Secondo la recente sentenza Cass. pen. n. 15865/2017, non è richiesta una tendenziale irreversibilità del danno.
È deterioramento una riduzione della cosa che ne costituisce oggetto in uno stato tale da diminuirne in modo apprezzabile, il valore o da impedirne anche parzialmente l’uso, ovvero da rendere necessaria, per il ripristino, una attività non agevole mentre si parla di compromissione nei casi di uno squilibrio funzionale che attiene alla relazione del bene aggredito con l’uomo e ai bisogni o interessi che il bene medesimo deve soddisfare.
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