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Quali sono gli effetti del concordato preventivo omologato sui creditori?

Angelo Ruggiero
Angelo Ruggiero
2025-09-21 10:58:26
Numero di risposte : 28
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Il concordato omologato è obbligatorio per tutti i creditori anteriori alla pubblicazione nel registro delle imprese della domanda di accesso. Tuttavia essi conservano impregiudicati i diritti contro i coobbligati, i fideiussori del debitore e gli obbligati in via di regresso. I creditori per titolo o causa anteriore al decreto non possono, sotto pena di nullità, iniziare o proseguire azioni esecutive sul patrimonio del debitore. Le prescrizioni che sarebbero state interrotte dagli atti predetti, del resto, rimangono sospese e le decadenze non si verificano. I creditori, inoltre, non possono acquistare diritti di prelazione con efficacia rispetto ai creditori concorrenti, a meno che non vi sia all'uopo una specifica autorizzazione del giudice. L'art. 184 l.f. prevede che il concordato omologato è obbligatorio per tutti i creditori anteriori alla data di pubblicazione sul registro delle imprese del recesso di cui all'art. 161 l.f. Tuttavia, essi conservano impregiudicati i diritti contro i coobbligati, i fideiussori del debitore e gli obbligati in via di regresso. Nel caso in cui il concordato venga omologato, tutti i creditori anteriori alla data di tale pubblicazione, anche nel caso in cui non si fossero pronunciati sulla proposta del debitore o si fossero espressi con un voto contrario, sono obbligati a sottostare a quanto prevede il piano.
Maurizio Rossetti
Maurizio Rossetti
2025-09-21 10:40:31
Numero di risposte : 20
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Il decreto di omologazione del concordato preventivo, pertanto, per quanto concerne le posizioni creditorie fatte valere, pur determinando un vincolo sulla riduzione quantitativa, non ha, tuttavia, efficacia di giudicato con la conseguenza che in detto ambito non si determina alcuna preclusione all’accertamento del credito e dell’eventuale privilegio in via ordinaria. La Cassazione ha recentemente confermato quell’orientamento costante per il quale, “una volta esauritasi, con la sentenza di omologazione, la procedura di concordato preventivo nella quale manca una fase di accertamento dello stato passivo tutte le questioni che hanno ad oggetto diritti pretesi da singoli creditori o dal debitore, e che attengono all’esecuzione del concordato, danno luogo a controversie che sono sottratte al potere decisionale del giudice delegato e costituiscono materia di un ordinario giudizio di cognizione, da promuoversi, da parte del creditore e di ogni altro interessato, dinanzi al giudice competente”. Per la Suprema Corte di Cassazione, infatti, proprio a causa della mancanza della fase del cd. accertamento del passivo, il provvedimento di omologazione da parte del tribunale, per le particolari caratteristiche della relativa procedura, “determina un vincolo definitivo sulla riduzione quantitativa dei crediti, ma non comporta la formazione di un giudicato sull’esistenza, entità e rango (privilegiato o chirografario) di questi ultimi, nè sugli altri diritti implicati nella procedura stessa, presupponendone un accertamento non giurisdizionale ma meramente amministrativo, di carattere delibativo e volto al solo scopo di consentire il calcolo delle maggioranze richieste ai fini dell’approvazione della proposta, sicchè non esclude la possibilità di far accertare in via ordinaria, nei confronti dell’impresa in concordato, il proprio credito ed il privilegio che lo assiste”, credito che, così come accertato in quella diversa sede, costituisce “la base su cui deve operarsi la c.d. falcidia concordataria”.