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Quale metodo di calcolo della pensione è più vantaggioso?

Yago Giuliani
Yago Giuliani
2025-10-08 21:27:04
Numero di risposte : 26
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Il calcolo interamente contributivo della pensione prospetta, generalmente, assegni pensionistici inferiori rispetto al sistema misto retributivo-contributivo. In alcuni casi specifici, però, può risultare una scelta vantaggiosa. Se la carriera lavorativa è stata discontinua, con lunghi periodi senza contributi, il calcolo contributivo potrebbe essere più vantaggioso perché non penalizza tanto quanto il sistema misto per i periodi non lavorati. Inoltre, se il reddito ha subito un calo significativo negli ultimi anni di lavoro, il sistema contributivo può risultare più favorevole, dal momento che non si basa sui soli ultimi anni di stipendio, ma sull’intero montante contributivo accumulato nel tempo. Optare per il calcolo interamente contributivo della pensione può essere una scelta strategica in presenza di specifiche condizioni lavorative e contributive. È importante considerare sia il montante contributivo accumulato sia le prospettive di carriera futura per fare una scelta informata che massimizzi l’assegno pensionistico. Il ricalcolo contributivo può essere incentivato attraverso meccanismi come il riscatto agevolato della laurea, rendendo ancora più accessibile la pensione anticipata.
Tosca Conte
Tosca Conte
2025-09-27 09:29:02
Numero di risposte : 26
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Si trattava, all’epoca, di un metodo molto vantaggioso per i lavoratori, perché tendenzialmente il salario tende ad aumentare nel corso degli anni, raggiungendo una somma più alta rispetto a quella iniziale. In questo modo, anche se per buona parte della loro vita lavorativa avevano percepito uno stipendio medio, uno scatto di anzianità o una promozione negli ultimi anni di lavoro garantiva loro una pensione più elevata. Purtroppo, il sistema previdenziale italiano non poteva, già all’epoca, continuare ad erogare pensioni non proporzionali al valore dei contributi versati. Il metodo retributivo si basa su tre elementi: anzianità contributiva, quindi gli anni di contributi versati; la retribuzione e/o il reddito; un’aliquota di rendimento, pari al 2% del reddito medio annuo. Il sistema di calcolo si divide in due modalità, definite quote: quota A: anzianità contributiva al 31-12-1992, media dei redditi degli ultimi 5 anni per i lavoratori dipendenti e degli ultimi 10 per i lavoratori autonomi; quota B: anzianità contributiva dal 1-1-1993, media dei redditi degli ultimi 10 anni per i lavoratori dipendenti e degli ultimi 15 per i lavoratori autonomi. Il metodo contributivo si basa, come suggerisce la parola, sui contributi versati dal lavoratore. Per calcolare la pensione con il metodo contributivo, quindi, basta fare una semplice operazione: 2% di € 30.000 (ipotesi di reddito medio annuo) x 40 (ipotesi di anzianità contributiva) = € 24.000.
Cleros Benedetti
Cleros Benedetti
2025-09-27 09:18:46
Numero di risposte : 28
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Quando si parla di pensioni si guarda spesso con nostalgia al calcolo retributivo dell’assegno, ben più vantaggioso rispetto al contributivo. Nel calcolo retributivo della pensione si prendono come riferimento le migliori retribuzioni. Non si guarda a tutta la storia lavorativa e questo inevitabilmente premia il pensionato. Per capire quanta differenza c’è tra l’uno e l’altro sistema, prendiamo come esempio un lavoratore che accede alla pensione di vecchiaia che ha più di 40 anni di carriera e un reddito medio annuo di 30.000€. Con il regime retributivo questo andrà in pensione maturando un assegno pari all’80% del reddito, quindi, 24.000€. Si stima, invece, che laddove la pensione sarebbe stata calcolata interamente con il contributivo, il trattamento previdenziale sarebbe stato pari al 54% del trattamento lordo, quindi circa 16.200 euro l’anno.