Quali sono i diritti che l'ex moglie perde con il divorzio?
Carmela Grassi
2025-10-23 15:34:55
Numero di risposte
: 20
Il coniuge nei cui confronti sia stata pronunciata sentenza di scioglimento o di cessazione degli effetti civili del matrimonio ha diritto, se non passato a nuove nozze e in quanto sia titolare di assegno, ad una percentuale dell'indennità di fine rapporto percepita dall'altro coniuge all'atto della cessazione del rapporto di lavoro anche se l'indennità viene a maturare dopo la sentenza.
Tale percentuale è pari al quaranta per cento dell'indennità totale, riferibile agli anni in cui il rapporto di lavoro è coinciso con il matrimonio.
Ne discende che il mancato riconoscimento dell’assegno divorzile esclude in radice qualsiasi pretesa sul Tfr dell’ex coniuge.
Nel 2015 la Cassazione ha chiarito che il coniuge divorziato deve corrispondere all’ex moglie una quota di quanto ricevuto dal datore di lavoro al momento della liquidazione del Tfr, ma anche in occasione delle anticipazioni richieste in costanza del rapporto di lavoro, a meno che non dimostri di avere ricevuto tali somme prima dell'instaurazione del giudizio divorzile, ovvero durante la convivenza matrimoniale o nel corso della separazione.
Gianmarco Valentini
2025-10-10 02:22:29
Numero di risposte
: 25
Con una recente sentenza la Suprema Corte ha stabilito che l’ex moglie che ha le capacità e la preparazione da consentirle di lavorare non può continuare a vivere alle spalle dell’ex marito, per cui è diritto di quest’ultimo non versarle l’assegno di mantenimento. Secondo la Corte solo quelle donne che hanno perso, prima della separazione, ogni potenziale capacità di guadagno possono esigere l’assegno mensile. Scopo dell’assegno mensile è infatti quello di equilibrare le condizioni economiche degli ex coniugi anche dopo la separazione. Cosi’ se lo stipendio dell’ex moglie le consente di avere il medesimo tenore di vita del marito allora non può rivendicare il mantenimento o, quantomeno, potrà beneficiare di un mantenimento inferiore. «L’attitudine al lavoro proficuo della ex moglie, quale potenzialità di guadagno, costituisce elemento valutabile ai fini della determinazione della misura dell’assegno di mantenimento da parte del giudice. La Cassazione precisa che «L’attitudine del coniuge al lavoro assume in tal caso rilievo solo se viene riscontrata in termini di effettiva possibilità di svolgimento di un’attività lavorativa retribuita. In sintesi: ciò che conta non è tanto quanto guadagna la ex moglie ma le sue possibilità concrete e specifiche di guadagnare, a prescindere dal non aver trovato una propria sistemazione lavorativa.
Selvaggia Guerra
2025-10-02 15:00:11
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: 33
La ex moglie perde il diritto all'obbligo di convivenza e di fedeltà.
La ex moglie perde l'obbligo di assistenza reciproca, se non viene stabilito un assegno di divorzio.
La ex moglie non ha più diritto allo stesso tenore di vita che aveva durante il matrimonio, ma solo all'autosufficienza economica.
La ex moglie può perdere il diritto all'assegno di divorzio se non dimostra di non essere economicamente indipendente.
La ex moglie può perdere il diritto all'assegno di divorzio se non ha cercato lavoro o non ha dimostrato di avere avuto esiti negativi.
La ex moglie non ha più diritto alla casa coniugale, se non viene stabilito diversamente.
Cinzia Carbone
2025-10-02 13:54:41
Numero di risposte
: 22
Se la donna è autosufficiente infatti, non avrà più diritto obbligatoriamente ad un assegno di mantenimento dopo il divorzio.
Il mantenimento dell’ex moglie oggi non è sempre obbligatorio mentre per i figli è garantito lo stesso tenore di vita.
Al loro mantenimento provvederanno, in caso di reddito e di autosufficienza anche della ex moglie, entrambi gli ex coniugi in proporzione al loro reddito, affinché i figli mantengano lo stesso tenore di vita precedente alla separazione e al divorzio.
Per stabilire se sia dovuto e in che misura non si terrà più conto in via esclusiva del tenore di vita avuto durante il matrimonio né la mera autosufficienza è requisito di per sé idoneo ad escluderlo.
Nella Sentenza del 2018 si è affermato con chiarezza che l’assegno di mantenimento dell’ex moglie dopo il divorzio ha una finalità assistenziale, perequativa e, da non dimenticare, anche compensativa.
La legge infatti non stabilisce nessun termine dopo la quale non si dovrà più pagare l’assegno divorzile.
Bisognerà fare dunque istanza al Tribunale dando una dettagliata motivazione della richiesta, ad esempio il mutamento in negativo della situazione lavorativa di chi deve pagare l’assegno.
Lina Russo
2025-10-02 13:25:00
Numero di risposte
: 19
L’ex coniuge perde il diritto all’assegno di mantenimento in 2 casi:
Per l’Addebito di colpa
Per redditi adeguati e sufficienti.
Se l’ex coniuge rientra nelle categorie esposte sotto, le cose cambiano:
Essere in salute
Avere un’età che la pone ancora in forza lavoro
Non avere impedimenti fisici e/o mentali.
In tutti questi casi, dovrà rendersi autosufficiente e il coniuge potrebbe non dover corrispondere più l’assegno di mantenimento moglie dopo divorzio.
In questi casi si mantiene il diritto agli alimenti, cifra necessaria all’esclusivo sostentamento, nettamente inferiore.
Ciò significa che se l’ex coniuge percepisce un reddito tale da non dover mutare il proprio tenore di vita non ha diritto al mantenimento ma solo agli alimenti per gli eventuali figli a carico.
La Corte di Cassazione con le novità conseguite dopo la famosa sentenza Grilli indica molto chiaramente che con il matrimonio deve cessare il rapporto tra moglie e marito.
Questo porta al dover provvedere a se stessi in modo autonomo.
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