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Quali sono le novità per il telelavoro per i lavoratori frontalieri nel 2025?

Yago Santoro
Yago Santoro
2025-07-12 05:03:43
Numero di risposte : 10
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Il Protocollo di modifica dell’Accordo sui frontalieri, firmato il 6 giugno 2024, ha introdotto disposizioni favorevoli per lo smart working. I frontalieri possono lavorare da casa fino al 25% del loro tempo totale senza perdere lo status fiscale di frontaliere. L’attività di telelavoro svolta dal domicilio nel Paese di residenza sarà considerata fiscalmente come effettuata nello Stato in cui si trova il datore di lavoro. La Legge di Bilancio 2025 ha introdotto una misura ponte che garantisce l’applicabilità di queste disposizioni nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2024 e la data di entrata in vigore definitiva del Protocollo. Questa norma transitoria assicura che i lavoratori frontalieri possano beneficiare della soglia del 25% di telelavoro senza conseguenze sul loro status fiscale, anche prima della ratifica formale del Protocollo. I lavoratori frontalieri dovrebbero monitorare il limite del 25% di telelavoro per mantenere lo status di frontaliere.
Laura D'angelo
Laura D'angelo
2025-07-12 04:41:38
Numero di risposte : 9
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Ai frontalieri è consentito lavorare da casa fino al 25% del proprio monte ore senza perdere il loro status, com’era stato stabilito ormai un anno fa dal vertice tra il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e la consigliera federale svizzera Karin Keller-Sutter. L’intesa è retroattiva e si applica dal gennaio 2024 comprendendo anche i vecchi frontalieri che in questo modo potranno continuare a essere tassati solo dalla Svizzera. L’accordo prevede una soglia del 25% di lavoro al proprio domicilio superata la quale l’autorità l’Inps acquisisce la facoltà di richiedere all’azienda svizzera l’incasso del relativo contributo in Italia. Nel primo trimestre del 2025 il 13,9% delle offerte di lavoro pubblicate sui siti di ricerca impiego del Canton Ticino prevedeva l’opzione del telelavoro che viene largamente impiegata in tutta la Svizzera. Anzi da questo punto di vista l’accordo raggiunto con l’Italia è meno favorevole rispetto a quello siglato con la Francia che estende la possibilità dello smartworking fino al 40% del monte ore.
Arcibaldo De luca
Arcibaldo De luca
2025-07-12 03:06:20
Numero di risposte : 5
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A luglio del 2023 l’Unione Europea ha offerto a tutti gli Stati legati alla libera circolazione delle persone, la possibilità di aderire ad un “accordo multilaterale” in materia di telelavoro. La Svizzera vi ha fin da subito aderito, l’Italia lo ha fatto alla fine di dicembre del 2023. In base a questa intesa, una persona residente in Italia che sottoscrive un contratto di lavoro in Svizzera, dal 1° gennaio 2024 potrà lavorare da casa al massimo per il 49,99% del tempo di lavoro previsto dal contratto stesso, senza avere modifiche nel proprio inquadramento pensionistico e assicurativo. Il telelavoro, se esercitato oltre certe soglie, può però poi comportare delle modifiche sulle modalità tributarie di tassazione del reddito da lavoro del frontaliere. In particolare, in base all’Accordo amichevole firmato tra Italia e Svizzera il 28 novembre 2023, i frontalieri dei Comuni di confine, dal 1° gennaio 2024 potranno lavorare da casa per il 25% del tempo di lavoro senza avere modifiche nel proprio inquadramento fiscale. Se invece eccederanno questa soglia essi avranno delle importanti conseguenze sul livello di tasse che dovranno pagare. Chi lavorerà da casa entro il 25% del tempo di lavoro non avrà impatti di alcun tipo. Chi invece lo farà tra il 25% e il 49,99% non avrà impatti al livello delle assicurazioni sociali ma avrà invece delle modifiche importanti sul piano tributario.
Dino Sorrentino
Dino Sorrentino
2025-07-12 01:09:05
Numero di risposte : 10
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La Legge di Bilancio 2025 introduce rilevanti novità per i lavoratori frontalieri, regolando il lavoro agile e chiarendo aspetti fiscali legati all’Accordo Italia-Svizzera. L’articolo 1, comma 97, della Legge 207/2024 stabilisce che i lavoratori frontalieri potranno svolgere fino al 25% delle loro attività in modalità smart working presso il proprio domicilio, senza perdere lo status di frontaliere. Tale disposizione è valida fino alla ratifica definitiva del Protocollo di modifica dell’Accordo Italia-Svizzera, prevista a partire dal 1° gennaio 2024. L’attività di telelavoro svolta presso il domicilio nel Paese di residenza sarà considerata effettuata nello Stato in cui si trova il datore di lavoro.
Samuel Ferretti
Samuel Ferretti
2025-07-12 00:43:13
Numero di risposte : 11
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A partire dal 1° gennaio 2024, i lavoratori frontalieri possono svolgere fino al 25% della loro attività lavorativa in modalità di telelavoro presso il proprio domicilio nello Stato di residenza, senza che ciò comporti modifiche allo status di lavoratore frontaliere né variazioni nel regime fiscale applicabile. Questa disposizione è stata confermata dal Protocollo di modifica dell'Accordo del 23 dicembre 2020, già ratificato con la legge 13 giugno 2023, n. 83. Dal punto di vista previdenziale, l'accordo multilaterale europeo consente ai frontalieri di svolgere fino al 49,99% del loro tempo di lavoro in telelavoro senza modifiche nell'inquadramento previdenziale. Superando questa soglia, l'autorità previdenziale italiana potrebbe richiedere all'azienda svizzera in cui il frontaliere lavora il versamento dei contributi previdenziali in Italia, comportando maggiore burocrazia e possibili oneri finanziari aggiuntivi. In attesa della ratifica definitiva del Protocollo, la Legge di Bilancio 2025 ha introdotto una misura transitoria che consente ai lavoratori frontalieri di svolgere fino al 25% della loro attività lavorativa in modalità di telelavoro presso il proprio domicilio nello Stato di residenza, senza perdere lo status di lavoratore frontaliere. È importante notare che, se un frontaliere supera il 25% del tempo di lavoro in telelavoro, potrebbero sorgere conseguenze fiscali. Ad esempio, i "vecchi frontalieri" potrebbero perdere lo status fiscale di "vecchio frontaliere" per l'anno d'imposta in questione, dovendo dichiarare il reddito da lavoro anche in Italia. Il nuovo Protocollo sul telelavoro offre maggiore flessibilità ai frontalieri, ma non semplifica certo tutti gli aspetti della loro quotidianità.
Alfredo Amato
Alfredo Amato
2025-07-12 00:39:12
Numero di risposte : 8
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Nelle more della ratifica ed entrata in vigore del Protocollo di modifica, i lavoratori frontalieri, come definiti all’articolo 2, lettera b), dell’Accordo, inclusi coloro che beneficiano del regime transitorio previsto dall’articolo 9 dell’Accordo medesimo, possono svolgere, nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2024 e fino alla data di entrata in vigore del predetto Protocollo, fino al 25 per cento della loro attività di lavoro dipendente in modalità di telelavoro presso il proprio domicilio nello Stato di residenza senza che ciò comporti la perdita dello status di lavoratore frontaliere. Inoltre, si prevede che, in sede di imposizione sui salari, stipendi e altre remunerazioni come disciplinata dall’articolo 3 dell’Accordo, l’attività di lavoro dipendente svolta dal lavoratore frontaliere in modalità di telelavoro presso il proprio domicilio nello Stato di residenza, fino a un massimo del 25 per cento del tempo di lavoro, si considera effettuata nell’altro Stato contraente presso il datore di lavoro. Il comma 99 chiarisce invece che l'interpretazione autentica delle disposizioni di cui all’art. 51 comma 8-bis del TUIR “si interpretano nel senso di includere anche i redditi di lavoro dipendente prestato all’estero in via continuativa e come oggetto esclusivo del rapporto dai dipendenti che, nell’arco di dodici mesi, soggiornano nello Stato estero per un periodo superiore a 183 giorni ritornando in Italia al proprio domicilio una volta alla settimana”. In sostanza anche i lavoratori che soggiornano per più di 183 giorni all'estero nell'arco di 12 mesi, ma rientrano settimanalmente al proprio domicilio in Italia, possono beneficiare del regime delle retribuzioni convenzionali. Questo significa che la base imponibile del loro reddito sarà calcolata sugli importi forfettari stabiliti annualmente per settore, anziché sugli effettivi guadagni percepiti. Importante sottolineare che questo chiarimento normativo ha una portata retroattiva, dato che si configura come interpretazione autentica della legge. Ebbene la norma si concentri sui lavoratori frontalieri, la sua portata potrebbe estendersi anche a coloro che operano all'estero senza rientrare quotidianamente, e non possono essere considerati frontalieri ai sensi delle attuali normative. Un esempio potrebbe essere quello dei lavoratori italiani distaccati in Svizzera che, pur risiedendo in Italia, non rientrano ogni giorno ma rispettano comunque le altre condizioni previste per il regime agevolativo. Occorre attendere comunque ora che è stata confermata la norma, le istruzioni applicative che dovrebbero essere emanate dell'Amministrazione finanziaria.
Isira Riva
Isira Riva
2025-07-11 23:42:14
Numero di risposte : 5
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La crescente diffusione del telelavoro ha portato Italia e Svizzera a stipulare un accordo specifico per i frontalieri che lavorano da remoto. A partire dal 1° gennaio 2024, i lavoratori frontalieri possono svolgere fino al 25% del loro tempo di lavoro in modalità di telelavoro presso il proprio domicilio senza modifiche nel loro inquadramento fiscale. Dal punto di vista previdenziale, invece, l'accordo multilaterale europeo consente ai frontalieri di svolgere fino al 49,99% del loro tempo di lavoro in telelavoro senza modifiche nell'inquadramento previdenziale. Superando questa soglia, l'autorità previdenziale italiana (INPS) potrebbe richiedere all'azienda svizzera il versamento dei contributi previdenziali in Italia, comportando maggiore burocrazia e possibili oneri finanziari aggiuntivi. I nuovi campi della Certificazione Unica 2025 includono anche l'indicazione delle giornate lavorate da remoto e dei relativi trattamenti fiscali per i lavoratori frontalieri. È fondamentale che i lavoratori frontalieri monitorino attentamente le percentuali di telelavoro svolto per evitare complicazioni sia fiscali che previdenziali. Si raccomanda di consultare professionisti o sindacati specializzati per una gestione ottimale della propria situazione lavorativa.