Quali sono le conseguenze di una condanna per danno erariale?

Soriana Cattaneo
2025-07-18 15:54:56
Numero di risposte
: 22
La sanzione prevista in caso di condanna definitiva per il danno erariale consiste, di norma, nella restituzione di quanto indebitamente percepito o stornato e nelle sanzioni afflittive e rieducative conseguenti e proporzionali alla gravità del reato. Le sanzioni possono essere detentive, decadenza dai pubblici uffici e interdizione dalle cariche elettive.
Il danno erariale può comportare un procedimento amministrativo e penale, poiché ci sono reati che possono essere commessi solo dai dipendenti pubblici in virtù della carica da loro rivestita.
L’elemento soggettivo di tale illecito amministrativo o penale è la colpa grave.
La colpa grave si differenzia dalla colpa lieve o colpa generica in quanto presuppone un grado di imperizia o negligenza superiore alla normalità.
Non è necessario il dolo ossia l’intenzione consapevole e premeditata alla commissione del reato.
È sufficiente la gravità nella condotta colposa ossia un’imprudenza fortemente negligente intollerabile per chi riveste un ruolo pubblico o amministrativo.
L’autorità giudiziaria accerta la commissione del reato con le stesse modalità di un accertamento giudiziale ordinario.
L’unica differenza è nella individuazione del giudice naturale precostituito per legge che, in tali circostanze, è la Corte dei Conti.
La Corte dei Conti è competente ad accertare l’illecito e il danno erariale poiché la parte offesa è lo Stato, danneggiato per il pregiudizio economico subìto.
Il danno erariale può essere quantificato in un mancato introito per le casse pubbliche ovvero nello storno illegittimo di fondi per finalità diverse da quelle di pubblica utilità e comunque sempre per scopi illeciti personali e privati.
Accanto al danno erariale, si può configurare anche un reato contro la Pubblica Amministrazione commesso da un dipendente pubblico nell’esercizio di poteri deliberativi, autorizzativi o certificativi.
Si tratta spesso di un illecito penale che attenta il buon andamento e l’imparzialità dell’ufficio pubblico presso il quale il dipendente pubblico presta servizio.
La polizza assicurativa non può coprire il rischio di un illecito pubblico, poiché nessun reato può essere assicurato o risarcito, sia esso ai danni di un privato cittadino ovvero della Pubblica Amministrazione.

Manfredi Sala
2025-07-18 13:02:59
Numero di risposte
: 17
La precedente disciplina dell’esecuzione delle sentenze della Corte dei conti era contenuta nel R.D. n. 776/1909. Il recupero delle somme, dispone il successivo art. 2, comma 1, avviene mediante ritenuta nei limiti consentiti dalla normativa in vigore su tutte le somme dovute ai responsabili in base al rapporto di lavoro, di impiego o di servizio, compresi il trattamento di fine rapporto e quello di quiescenza, comunque denominati. Il debitore può anche procedere al versamento diretto in Tesoreria, oppure chiedere una rateizzazione del pagamento, il cui numero di rate viene determinato dall’ufficio competente alla riscossione, tenendo in considerazione l’ammontare del debito e le condizioni economiche del debitore. A garanzia del credito dell’amministrazione è prevista l’iscrizione di ipoteca su tutti i beni del debitore o l’iscrizione di privilegio speciale. Spetta, quindi, all’ufficio del Procuratore monitorare l’andamento della fase esecutiva delle sentenze di condanna, in vista anche di possibili azioni di responsabilità erariale per omesse o ritardate riscossioni dei relativi crediti. Al riguardo occorre ricordare che l’amministrazione, a norma dell’art. 2953 c.c., ha a disposizione un arco tempo di 10 anni, pertanto, quando non sia maturato l’ordinario termine di prescrizione, non sussistono i presupposti per l’azione risarcitoria per il danno da mancata riscossione del credito de quo.
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