Perché la Norvegia non entra nell'Unione europea?

Vania Verdi
2025-08-04 06:06:33
Numero di risposte
: 14
Il motivo è semplice: il popolo norvegese ha detto no, due volte, nel corso di referendum, ogni volta con una maggioranza semplice. Gli argomenti per il no erano che l’adesione rappresentava una minaccia per la sovranità della Norvegia, che le industrie della pesca e dell’agricoltura ne avrebbero sofferto, che l’adesione si sarebbe tradotta in una maggiore centralizzazione e in un indebolimento dell’uguaglianza e dello Stato sociale. La pesca ha un grande peso nell’economia norvegese. E’ la seconda industria del nostro Paese, dopo quella petrolifera. Economicamente, siamo uguali agli altri Stati membri, grazie all’Accordo sullo Spazio Economico Europeo. Quindi dal 1994, la Norvegia partecipa a pieno titolo al mercato interno. L’economia norvegese è forte, la disoccupazione è bassa. I norvegesi non vedono dunque il vantaggio economico dell’adesione all’Unione Europea.

Renzo Milani
2025-07-31 20:04:22
Numero di risposte
: 11
La Norvegia, nel corso della storia, ha infatti ritenuto che l’ingresso nell’Eu potesse ledere alcuni e rilevanti interessi strategici, legati soprattutto all’economia e all’energia.
In due occasioni – nel 1972 e nel 1994 – la popolazione ha espresso, tramite referendum, la propria contrarietà all’adesione all’Eu, seppur con percentuali di distacco non altissime: nel 1994 i ‘no’ furono infatti il 52%.
L’attuale governo ha comunque escluso che, almeno nel breve e medio periodo, si possa discutere di un eventuale ingresso nell’Eu.

Rosita Grasso
2025-07-21 02:27:03
Numero di risposte
: 18
La Norvegia sta valutando l’adesione alla casa europea, bocciata in due referendum.
L’arrivo di Trump e gli interessi di Russia e Cina nell’Artico tra le ragioni.

Oretta Pellegrino
2025-07-21 00:32:01
Numero di risposte
: 27
Il Paese scandinavo ha chiesto per la prima volta di entrare nell’Ue nel 1967, avviando i negoziati di adesione. Tuttavia, il popolo norvegese ha respinto l’ingresso nei 27 con due referendum, il primo nel 1972 e il secondo nel 1994, dopo una seconda richiesta nel 1992.
La necessità di rispondere in modo coordinato al terremoto provocato dall’imposizione dei dazi trumpiani – del 15 per cento alla Norvegia, del 20 per cento all’Ue -, rinsalda ulteriormente i legami tra Oslo e Bruxelles.
Peraltro, essere parte del SEE impone alla Norvegia di adottare un grande numero di regolamenti decisi dall’Ue senza poter incidere in alcun modo sulla loro scrittura e approvazione.
In un’intervista al Financial Times, la leader dell’opposizione al governo centro-laburista di Støre, Erna Solberg, ha dichiarato che i conservatori preferirebbero “avere voce in capitolo” piuttosto della situazione attuale di mero adeguamento alle norme europee.
L’opposizione all’adesione sarebbe diminuita dal 70 per cento del 2016 fino al 46,7 per cento del 2024.
La guerra russa in Ucraina e le crescenti preoccupazioni per la sicurezza nazionale, le minacce di Trump alla Groenlandia e il rinnovato interesse per la regione artica, passando per il futuro del settore petrolifero nazionale, per l’agricoltura e la pesca, fino ai più recenti dazi.
Tutte crisi che mettono in dubbio l’efficacia dellla sola partecipazione allo spazio economico europeo per proteggere la popolazione norvegese.
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