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Cosa cambia per le ASD con la nuova riforma?

Stella Conti
Stella Conti
2025-07-27 02:52:21
Numero di risposte : 10
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Il coordinamento tra le due normative I nodi statutari Il tema della pluralità di scopo I nodi fiscali Quando per le Asd non è possibile o non è opportuno diventare Aps I nodi lavoristici Il tema dei compensi sportivi Gli adempimenti specifici Il rapporto tra i due registri La Legge 8 agosto 2019, n. 86, recante riordino e riforma delle disposizioni in materia di enti sportivi professionistici e dilettantistici, nonché di lavoro sportivo Il Decreto Legislativo 28 febbraio 2021, n. 36 “Attuazione dell'articolo 5 della legge 8 agosto 2019, n. 86, recante riordino e riforma delle disposizioni in materia di enti sportivi professionistici e dilettantistici, nonché di lavoro sportivo”
Artes Verdi
Artes Verdi
2025-07-19 15:45:24
Numero di risposte : 16
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Con l’entrata in vigore del nuovo regime IVA per gli enti non profit, le ASD dovranno adeguarsi alle nuove disposizioni fiscali che prevedono l’applicazione dell’IVA sui corrispettivi specifici per corsi e lezioni sportive, richiedendo un aggiornamento delle procedure contabili e fiscali. Gli statuti delle ASD, inoltre, devono essere conformi alle disposizioni del Decreto Legislativo 36/2021, includendo clausole specifiche come l’assenza di fini lucrativi e il divieto di distribuzione indiretta di utili. La gestione dei lavoratori sportivi ha subito modifiche significative con l’introduzione di nuove categorie di lavoratori: volontari; lavoratori generici; lavoratori sportivi. Le ASD devono adeguarsi alle nuove norme di inquadramento e retribuzione, beneficiando di specifiche agevolazioni fiscali per garantire una corretta gestione del personale. Dal 2025, le ASD potranno esercitare attività secondarie rispetto alle attività istituzionali, purché siano previste nello statuto. Queste attività, come sponsorizzazioni e gestione di impianti sportivi, devono avere un carattere secondario e strumentale, rispettando i limiti e criteri definiti dalla legge. Le ASD potranno continuare a beneficiare delle agevolazioni fiscali della Legge 398/1991, che prevede semplificazioni contabili e una tassazione forfettaria sui proventi commerciali, adeguando le proprie procedure fiscali in base alle nuove disposizioni. Questi adempimenti e modifiche mirano a garantire la trasparenza, la legalità e la sostenibilità delle associazioni sportive dilettantistiche in Italia.
Teresa Longo
Teresa Longo
2025-07-13 00:37:01
Numero di risposte : 19
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La riforma fiscale ETS segna un cambio di rotta importante per lo sport dilettantistico. Il passaggio al nuovo sistema rappresenta un bivio strategico: optare per l’inquadramento ETS consente l’accesso a nuovi regimi fiscali, ma comporta anche il superamento di quelli tradizionali. La riforma fiscale ETS comporta la disapplicazione della L. 398/1991 per gli enti iscritti al RUNTS. Le attività istituzionali verso associati e tesserati non saranno più escluse da IRES, ma soggette ai nuovi regimi forfetari previsti per gli ETS. Il regime ex art. 86 CTS sostituisce, per le ODV e APS, la L. 398/1991. È riservato agli enti con ricavi fino a €130.000, ma la soglia potrebbe ridursi a €85.000 in virtù delle direttive UE in materia di franchigia IVA. Il regime forfetario prevede coefficienti di redditività molto bassi, esonero dagli ISA e semplificazioni contabili. Il nuovo assetto fiscale per gli enti sportivi con qualifica ETS segna la fine dell’applicazione delle agevolazioni tradizionali per chi entra nel Terzo settore.
Kristel Gatti
Kristel Gatti
2025-07-02 13:59:30
Numero di risposte : 13
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Il passaggio dal regime di esclusione a quello di esenzione IVA sarà particolarmente importante e significativo per le realtà che operano nel mondo dell’associazionismo sportivo e imporrà, come prima cosa, di dover aprire una partita IVA e gestire i conseguenti adempimenti fiscali e amministrativi. A fronte di una riforma dall’impatto pratico importante, e con il fine di favorire il passaggio graduale al nuovo regime, il Decreto Milleproroghe n. 202/2024 prevede quindi un anno in più di tempo, in attesa della razionalizzazione della disciplina dell’imposta sul valore aggiunto per gli enti che operano nel terzo settore. Uno dei più immediati consisterà nell’obbligo per le associazioni e le società sportive dilettantistiche di dotarsi di partita IVA. ASD e SSD dovranno quindi confrontarsi con gli obblighi correlati, primo tra tutti l’emissione della fattura elettronica, nel rispetto del termine di 12 giorni dalla data di effettuazione dell’operazione, e di memorizzazione e trasmissione telematica dei corrispettivi giornalieri. Ferma restando la possibilità di adottare il regime speciale forfettario previsto per gli enti associativi, ci sarà un anno di tempo per adeguarsi alle novità e farsi trovare pronti al debutto – salvo nuovi rinvii – della riforma IVA. Il passaggio dal regime di esclusione a quello di esenzione sarà operativo dal 1° gennaio 2026. A partire dal 1° gennaio 2026 sarà eliminato dall’articolo 4 il riferimento alle prestazioni sportive rese nei confronti di soci e tesserati dalle operazioni fuori campo IVA, con l’inserimento tra le operazioni esenti delle “prestazioni di servizi strettamente connesse con la pratica dello sport o dell’educazione fisica rese da associazioni sportive dilettantistiche alle persone che esercitano lo sport“. La novità è quindi duplice e, con il fine di adeguare la normativa interna alle indicazioni comunitarie, oltre a prevedere il passaggio dal regime di esclusione a quello di esenzione, estende l’applicazione delle misure agevolative a tutte le persone che praticano lo sport, e non solo a soci e tesserati di ASD e SSD.