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Cosa cambia dal 1 gennaio 2025 per le associazioni?

Gregorio Valentini
Gregorio Valentini
2025-07-31 19:06:31
Numero di risposte : 17
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Dal 1° gennaio 2025 gli enti di tipo associativo che svolgono attività di prestazione di servizi o cessione di beni nei confronti dei propri associati dovranno aprire la partita Iva. Questo tipo di attività, infatti, diventerà rilevante ai fini dell’imposta sul valore aggiunto. Tuttavia è importante sapere che gli ETS che hanno esclusivamente entrate tipicamente istituzionali come le quote associative, donazioni, contributi pubblici che non abbiano natura di corrispettivo e che non incassano quindi alcuna somma di denaro derivante dallo svolgimento di attività di natura commerciale nei confronti dei propri associati o di terzi non sono obbligate ad aprire la partita iva.
Samira Marchetti
Samira Marchetti
2025-07-17 22:37:08
Numero di risposte : 13
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Dal 1° gennaio 2025 le cessioni di beni e prestazioni di servizi da parte di enti associativi non sarebbero più escluse dall'IVA, ma sarebbero state soggette a esenzione IVA, con nuovi adempimenti fiscali. Il Milleproroghe 2025 ha rinviato questa riforma, posticipando l'entrata in vigore delle nuove disposizioni al 10 gennaio 2026. Gli enti beneficiari dell'esenzione IVA, tra cui le ASD, continueranno a operare sotto il regime attuale fino alla nuova scadenza. Il termine per l'applicazione delle nuove regole è quindi fissato al 10 gennaio 2026. Attualmente, molte associazioni politiche, sindacali, religiose, assistenziali, culturali, sportive dilettantistiche, di promozione sociale e formazione extrascolastica beneficiano dell'esclusione dall'IVA per le loro attività istituzionali, come le cessioni di beni e servizi ai soci o tesserati. Fino al 31 dicembre 2024, tali operazioni non necessitano di registrazione o documentazione IVA. Con l'entrata in vigore del nuovo regime previsto dal Dl n. 146/2021, le operazioni delle associazioni sarebbero state soggette a IVA dal 1° gennaio 2025. La proroga, però, fa slittare il termine, permettendo alle associazioni di continuare ad operare senza gli adempimenti IVA fino al 10 gennaio 2026.
Danny Ferraro
Danny Ferraro
2025-07-17 19:21:42
Numero di risposte : 18
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Dal 1° gennaio 2025, salvo ulteriori proroghe o rettifiche normative, tutte le associazioni di qualsiasi tipologia - indipendentemente dal volume della propria attività e dalla loro iscrizione al RUNTS - avranno l'obbligo di apertura Partita IVA, fatturazione, registrazione delle proprie fatture e gestione della contabilità. Tutti gli enti associativi, sportivi, non commerciali e associazioni culturali generiche, iscritte al RUNTS e non, dovranno quindi attrezzarsi per affrontare il passaggio dall’attuale regime di esclusione IVA al regime di esenzione IVA. Non sarà più possibile perciò rilasciare semplici ricevute non fiscali a fronte delle entrate da corrispettivi specifici, ma sarà necessario emettere fattura. Agli enti verrà chiesto di emettere fattura elettronica – seppur esente da IVA – nei confronti dei loro soci a fronte del pagamento di corrispettivi specifici, di contributi e di quote supplementari. In alternativa, potranno dotarsi di un registratore di cassa ed emettere scontrini fiscali, sempre in condizione di esenzione IVA. La normativa interesserà tutte le associazioni che svolgono attività economiche, le attività no profit e gli enti del Terzo Settore, indipendentemente dal volume delle proprie entrate o dalla loro iscrizione al RUNTS. L'adeguamento alla nuova normativa prevede apertura di Partita Iva e modifica dei propri statuti anche se le proprie attività economiche sono connesse alle attività istituzionali.