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Come potrebbero cambiare le pensioni nel 2025?

Gabriella Verdi
Gabriella Verdi
2025-07-22 03:27:33
Numero di risposte : 11
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La rivalutazione delle pensioni è un meccanismo automatico che aggiorna ogni anno l’importo delle pensioni in base all’aumento del costo della vita. L’inflazione registrata nel 2024 ha portato a un adeguamento parziale degli importi. L’aumento reale varia molto in base all’importo della pensione e alla categoria del beneficiario. Secondo i dati pubblicati da INPS, gli aumenti previsti per il 2025 sono: Fino a 4 volte il minimo INPS: rivalutazione del 100% dell’inflazione. Tra 4 e 5 volte il minimo: rivalutazione del 90% Tra 5 e 6 volte il minimo: rivalutazione del 75% Oltre 6 volte il minimo: rivalutazione tra 32% e 53%, in base alla fascia. Molti pensionati ricevono una percentuale ridotta rispetto all’inflazione reale. Perché potresti non ricevere gli aumenti che ti spettano: Ci sono diversi motivi per cui la tua pensione potrebbe non essere stata rivalutata correttamente. In alcuni casi, la pensione può risultare inferiore al dovuto da anni. Se hai dubbi sull’importo della tua pensione o vuoi sapere se ti spettano arretrat
Donato Marini
Donato Marini
2025-07-21 23:26:52
Numero di risposte : 14
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La proposta prevede che, dal 2026 al 2028, il requisito anagrafico resti invariato, evitando così l’aumento previsto nei prossimi aggiornamenti. Si tratterebbe di una pausa temporanea, non di un cambiamento strutturale del sistema: la norma, infatti, non abolirebbe il meccanismo, ma lo sospenderebbe per tre anni. Un’opzione che potrebbe rendere più accessibile l’uscita dal mondo del lavoro per molti italiani, soprattutto in un contesto in cui l’aspettativa di vita continua a salire grazie ai progressi sanitari e al miglioramento della qualità della vita. Fermare l’adeguamento automatico ha un impatto diretto sulla spesa pubblica. I problemi demografici A questi si aggiunge il fattore demografico: l’invecchiamento della popolazione e il calo delle nascite rendono sempre più complesso l’equilibrio tra entrate contributive e uscite pensionistiche. Inoltre, le rivalutazioni legate all’inflazione aumentano ulteriormente la spesa complessiva per l’INPS. Chi potrà andare in pensione nel 2025 e negli anni successivi dovrà, quindi, tenere conto di possibili modifiche normative, ma anche di scenari che potrebbero cambiare rapidamente. Senza una riforma strutturale del sistema pensionistico, lo stop al collegamento con la speranza di vita rischia di essere solo una boccata d’ossigeno a breve termine. La misura, se approvata, riguarderà tutti i lavoratori che matureranno i requisiti pensionistici nei tre anni compresi tra il 2026 e il 2028. In questo periodo, l’età minima per il pensionamento resterebbe congelata ai livelli attuali, evitando l’aumento dovuto all’incremento dell’aspettativa di vita. Ciò significa che l’età pensionabile potrebbe tornare ad aumentare nei successivi aggiornamenti ISTAT. È possibile, il blocco temporaneo, se non accompagnato da una riforma strutturale, potrebbe spostare gli oneri sulle generazioni più giovani. La sostenibilità del sistema previdenziale dipende da un equilibrio tra età pensionabile, contributi versati e durata media della pensione.