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Quali sono i contributi disponibili per il recupero di un rudere?

Alfredo Russo
Alfredo Russo
2025-07-23 15:14:47
Numero di risposte : 22
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I proprietari di un rudere possono accedere al bonus ristrutturazione del 50% entro il tetto di 96 mila euro e recuperare la metà della spesa in 10 anni. Se hai meno di 36 anni e possiedi la qualifica di imprenditore agricolo, puoi ancora accedere ai fondi perduti per l’acquisto e i lavori sui terreni agricoli. La misura è stata prorogata per il 2023. L’agevolazione a fondo perduto per terreni agricoli comporta la restituzione solo del 50% del capitale accedendo a prestiti a tasso agevolato, mentre il 50% residuo è carico dello Stato. Per chi acquista terreni agricoli allo scopo di avviarci attività, sono disponibili anche finanziamenti a fondo perduto destinati a micro, piccole e medie imprese agricole. Il piano incentiva gli investimenti innovativi inerenti alle attività di trasformazione e commercializzazione dei prodotti. Se il Comune è a vocazione rurale allora questo potrebbe essere davvero l’anno giusto per fare un investimento nel settore agricolo. Sono inclusi anche gli strumenti impiegati nella produzione, trasformazione e vendita dei prodotti agricoli, e in questo scenario rientra anche la messa in sicurezza di un rudere sul terreno.
Silvana Carbone
Silvana Carbone
2025-07-23 13:14:45
Numero di risposte : 16
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Sì, è possibile usufruire del Bonus Ristrutturazioni 2025 anche per ristrutturazione rustici. Questo incentivo fiscale prevede una detrazione del 50% sulle spese sostenute per specifici interventi di recupero edilizio. Gli immobili, inoltre, devono essere destinati a uso residenziale, ma è possibile includere il cambio di destinazione d’uso. I lavori che possono beneficiare di questo bonus sono quelli previsti dall’articolo 3 del Testo Unico dell’Edilizia: Ristrutturazione edilizia, Manutenzione straordinaria e Restauro e risanamento conservativo. Uno degli aspetti chiave nella ristrutturazione di un rustico è il cambio di destinazione d’uso. L’Agenzia delle Entrate specifica che il Bonus Ristrutturazioni può essere richiesto anche se l’immobile originario non è residenziale, a patto che nel titolo abilitativo venga indicato che i lavori comporteranno il cambio di destinazione d’uso in abitativo. Ristrutturare un rustico non significa solo valorizzare un edificio esistente, ma anche ottenere una serie di vantaggi. Un rustico ristrutturato aumenta di valore sul mercato. Gli interventi di ristrutturazione consentono di migliorare l’isolamento termico, riducendo i consumi energetici. Un rustico ristrutturato può diventare una casa moderna e confortevole, senza perdere il fascino delle strutture tradizionali.
Liborio Costantini
Liborio Costantini
2025-07-23 13:13:11
Numero di risposte : 13
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Per recuperare e sistemare un rudere con lavori di ristrutturazione edilizia, demolizione e ricostruzione, ma mantenendo la stessa volumetria, si può accedere alle agevolazioni previste dal bonus ristrutturazioni edilizie, ma anche a quelle previste da sismabonus ed econobonus. Il bonus ristrutturazioni edilizie permette di avere una detrazione al 50% sui lavori di recupero di un rudere entro il limite massimo di spesa di 96mila euro da ripartire in 10 quote annuali di pari importo e può essere richiesto sia proprietari e sia dagli altri soggetti che sostengono le spese come locatari o comodatari, titolari di un diritto reale di godimento, soci di cooperative divise e indivise. E' possibile, inoltre accedere, alle agevolazioni previste dal sismabonus e dall'ecobonus per il recupero di un rudere con lavori, rispettivamente, di interventi antisismici e di riqualificazione energetica. Per recuperare e sistemare un rudere nel 2022 sono disponibili aiuti economici a fondo perduto a livello locale, tra regioni e Comuni. Per capire se ci sono e quali sono finanziamenti a fondo perduto a livello locale, per basta consultare i siti istituzionali della regione o del Comune di interesse per consultazioni e verifiche.
Emidio Fontana
Emidio Fontana
2025-07-23 11:41:32
Numero di risposte : 14
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L'Avviso Pubblico con risorse PNRR per la protezione e la valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale è finalizzato a preservare e valorizzare i paesaggi rurali e storici, attraverso la tutela dei beni della cultura materiale e immateriale, e promuovere iniziative e attività legate alla fruizione turistico-culturale sostenibile, dando valore alle tradizioni e alla cultura locale. Gli interventi avevano come oggetto opere materiali, in particolare: Risanamento conservativo e recupero funzionale di elementi tipici dell’architettura e del paesaggio rurale. Interventi di manutenzione del paesaggio rurale. Allestimento di spazi da destinare a piccoli servizi sociali, ambientali turistici. La fase di richiesta dei contributi si è conclusa.
Silvia Valentini
Silvia Valentini
2025-07-23 11:20:55
Numero di risposte : 21
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La detrazione da superbonus spetta, a determinate condizione, anche con riferimento ad interventi effettuati su “edifici privi di attestato di prestazione energetica perché sprovvisti di copertura, di uno o più muri perimetrali, o di entrambi”. La detrazione è subordinata alla duplice condizione che: siano realizzati anche interventi di isolamento termico delle superfici opache verticali, orizzontali e inclinate che interessano l'involucro dell'edificio con un'incidenza superiore al 25 per cento della superficie disperdente lorda dell’edificio stesso; al termine degli interventi, l’edificio raggiunga una classe energetica in fascia A. La detrazione spetta anche relativamente ad interventi effettuati su “ruderi”, indipendentemente dalla circostanza che gli stessi siano accatastati nel Catasto Terreni con l’indicazione dello specifico codice qualità per i “diruti”, ovvero che siano iscritti al Catasto Fabbricati a condizione, tuttavia, che l'intervento non si qualifichi come una “nuova costruzione”. In sostanza, è consentito l’accesso alla detrazione anche per interventi realizzati su ruderi, collabenti e diruti i quali, pur essendo fabbricati totalmente o parzialmente inagibili e non produttivi di reddito, devono essere considerati edifici esistenti, purché, in caso di demolizione e ricostruzione, tale intervento sia riconducibile alla “ristrutturazione edilizia” di cui all'art. 3, comma 1, lett. d), del TUE ai sensi del quale rientrano in tale categoria anche «gli interventi volti al ripristino di edifici, o parti di essi, eventualmente crollati o demoliti, attraverso la loro ricostruzione, purché sia possibile accertarne la preesistente consistenza». Gli interventi riguardanti tali edifici sono ricompresi nella “ristrutturazione edilizia” e non sono considerati come “nuove costruzioni” qualora sia stata accertata, dall’ufficio preposto, la consistenza preesistente alla demolizione o al crollo (trattandosi di un intervento di recupero del patrimonio esistente) sulla base di prove documentali certe che dimostrino l’esistenza dell’edificio e la sua la “consistenza”. Il rilascio del titolo edilizio per “intervento di ristrutturazione edilizia”, di cui al citato art.3, comma 1, lett. d), del TUE, presuppone che sia stata accertata la preesistenza dell’edificio sulla base di documenti certi che consentano di stabilire in modo incontrovertibile: la giacitura, le dimensioni planimetriche e volumetriche e le caratteristiche dell’edificio da ripristinare. Poiché la norma esonera solo dal produrre l'APE “iniziale”, è necessario, in particolare, che anche per tali immobili - per gli interventi di efficienza energetica - sia comunque dimostrato, sulla base di una relazione tecnica, che nello stato iniziale: l'edificio era dotato di un impianto di riscaldamento rispondente alle caratteristiche tecniche previste dal decreto legislativo 29 dicembre 2006, n. 311, e che tale impianto è situato negli ambienti nei quali sono effettuati gli interventi di riqualificazione energetica funzionante o riattivabile con un intervento di manutenzione, anche straordinaria.