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Come tutelarsi da un licenziamento?

Fulvio Sanna
Fulvio Sanna
2025-07-24 05:54:40
Numero di risposte : 14
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Il datore di lavoro può licenziare il dipendente solo per giusta causa, per giustificato motivo soggettivo o per giustificato motivo oggettivo. Quando il lavoratore ritiene che il licenziamento sia ingiusto, può contestarlo con modi e termini che devono essere necessariamente rispettati, a pena di decadenza dal diritto di impugnazione. Entro il termine di 60 giorni da quando il lavoratore ha ricevuto la comunicazione scritta del licenziamento da parte del datore di lavoro, il lavoratore deve impugnarlo con atto scritto da recapitare con raccomandata con ricevuta di ritorno al datore di lavoro. Se la comunicazione scritta di licenziamento del datore di lavoro non è motivata o il licenziamento è avvenuto solo verbalmente, il lavoratore avrà invece ben 5 anni di tempo per impugnare il licenziamento, sempre e comunque in forma scritta con raccomandata con ricevuta di ritorno. Nel termine di 180 giorni dalla spedizione della lettera di impugnazione del licenziamento, il lavoratore può invitare il datore di lavoro ad un tentativo di conciliazione presso l’Ispettorato Territoriale del Lavoro (ITL). Se a seguito dell’impugnazione del licenziamento e del tentativo di conciliazione, che non è una procedura obbligatoria, il lavoratore non ottiene giustizia, allora quest’ultimo dovrà farsi assistere da un avvocato per iniziare una causa davanti al Tribunale del Lavoro.
Ippolito Barone
Ippolito Barone
2025-07-24 05:49:09
Numero di risposte : 8
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Per tutelarsi da un licenziamento è importante conoscere i propri diritti, soprattutto quando si tratta di rapporti lavorativi. Un licenziamento può considerarsi “regolare” solo se giustificato e sorretto da motivi che la legge stessa individua. La prima cosa da fare se si riceve una lettera di licenziamento è impugnare il licenziamento entro 60 giorni dal ricevimento della lettera. L’impugnazione, firmata dal lavoratore, deve essere trasmessa al datore di lavoro. L’impugnazione, però, diventa inefficace se non è seguita, entro il successivo termine di 180 giorni, dal deposito di un ricorso presso il Tribunale ovvero dalla richiesta di tentativo di conciliazione o arbitrato. Nella sede giudiziale l’onere della prova graverà in capo al datore di lavoro, che dovrà dimostrare la legittimità del licenziamento. Qualora si accerti l’illegittimità del licenziamento, il datore di lavoro sarà tenuto a riassumere il lavoratore entro il termine di 3 giorni o – in mancanza – a risarcire il danno mediante il versamento di un’indennità.