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Quanto spetta di buonuscita in caso di licenziamento?

Mirella Sorrentino
Mirella Sorrentino
2025-08-09 09:58:27
Numero di risposte : 16
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In caso di azienda con più di 15 dipendenti e un licenziamento ingiustificato, la buonuscita per licenziamento può essere elevata, anche di 24 mensilità. In caso di licenziamento con piccole aziende, la buonuscita per licenziamento sarà molto bassa, una o due mensilità. Nelle aziende con meno di 15 dipendenti in caso di licenziamento illegittimo al lavoratore spetta un risarcimento del danno da 2 a 6 mensilità. Nelle aziende con più di 15 dipendenti il risarcimento del danno può arrivare fino a 24/36 mesi. Più il licenziamento è infondato più è facile che il datore di lavoro, onde evitare di subire una causa legale, sia disposto a pagare una buonuscita per licenziamento. Più è giustificato il licenziamento più è probabile che il lavoratore perda la causa di impugnativa, quindi direttamente più bassa sarà la buonuscita. La nostra legislazione prevede semplicemente delle regole in caso di licenziamento ingiustificato o illegittimo. Viceversa, se il licenziamento è valido e giustificato al dipendente non spetta nessun risarcimento.
Demi Rizzi
Demi Rizzi
2025-08-03 08:26:55
Numero di risposte : 21
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Il licenziamento è l’atto con cui viene meno il rapporto di lavoro tra dipendente e datore. In generale al dipendente licenziato spetta di diritto una retribuzione che in senso tecnico viene definita buonuscita per il licenziamento. Il TFR spetta a determinate categorie di lavoratori ovvero: Coloro che sono stati assunti con contratto a tempo indeterminato dopo il 31 Dicembre 2000; Coloro che sono stati assunti con contratto a tempo determinato entro il 31 Dicembre 2000, se aderenti ad un fondo di previdenza complementare; Coloro che sono stati assunti con contratto a tempo indeterminato dal 30 Maggio 2000 per un periodo superiore a 15 giorni consecutivi. A questa buonuscita si aggiungono la tredicesima e la quattordicesima se previste, l’indennità sostitutiva del preavviso se questo non è stato dato o se rispettato in modo parziale e la liquidazione di eventuali permessi e ferie non goduti più l’indennità di disoccupazione (Naspi), che spetta per un massimo di 2 anni. L’indennità di licenziamento varia a seconda delle dimensioni delle imprese. Per aziende con meno di 15 dipendenti in cui è stato accertato un licenziamento illegittimo può arrivare fino ad un massimo di 6 mensilità. Se invece si tratta di licenziamenti discriminatori, nulli o in forma orale, il dipendente ha diritto, come per le aziende più grandi, al reintegro nel posto di lavoro, ma può optare per l’indennità sostitutiva pari a 15 mensilità.
Quirino D'amico
Quirino D'amico
2025-07-24 09:02:09
Numero di risposte : 18
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L'indennità di Buonuscita per dipendenti pubblici è un Trattamento di Fine Servizio che consiste in una somma di denaro spettante al lavoratore alla risoluzione del rapporto di lavoro con lo Stato. Hanno diritto all'Indennità di Buonuscita i dipendenti civili e militari dello Stato assunti con contratto a tempo indeterminato entro il 31 dicembre 2000 e, indipendentemente dalla data di assunzione, i dipendenti rimasti in regime di diritto pubblico. L'importo si ottiene moltiplicando un dodicesimo dell'80% della retribuzione contributiva annua utile lorda – compresa la tredicesima mensilità – percepita alla cessazione dal servizio per il numero degli anni utili ai fini del calcolo. Si considera come anno intero la frazione di anno superiore a sei mesi, mentre quella pari o inferiore a sei mesi non viene considerata. Dal 1° maggio 2014, per la generalità dei dipendenti pubblici, la retribuzione annua lorda considerata come base del calcolo non può eccedere la soglia di 240.000 euro. Ai dipendenti che risolvono il rapporto di lavoro il pagamento dell'Indennità di Buonuscita è disposto come segue: in un unico importo annuale se l'ammontare complessivo lordo è pari o inferiore a 50.000 euro; in due importi annuali se l'ammontare complessivo lordo è superiore a 50.000 euro ma inferiore a 100.000 euro; in tre importi annuali se l'ammontare complessivo lordo è superiore a 100.000 euro.
Ludovico Romano
Ludovico Romano
2025-07-24 08:29:20
Numero di risposte : 21
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Il datore di lavoro, per evitare il giudizio, può offrirti una somma netta di importo da un minimo di 3 ad un massimo di 27 mensilità della retribuzione di riferimento per il calcolo del trattamento di fine rapporto. La somma deve essere offerta tramite assegno circolare e l’accettazione equivale a rinuncia all’impugnazione del licenziamento, anche se già proposta. La conciliazione deve essere fatta davanti al giudice o in sede sindacale o davanti alla commissione di conciliazione presso l’ispettorato territoriale del lavoro. A seconda della gravità del vizio del licenziamento accertato dal giudice, potrai ottenere la reintegrazione nel posto di lavoro oppure un’indennità risarcitoria. Puoi ottenere la reintegrazione, oltre ad un risarcimento del danno, in caso di licenziamento discriminatorio, intimato in forma orale o nullo oppure se dimostri l’insussistenza del fatto a te contestato. In tutti gli altri casi avrai solo diritto a un’indennità risarcitoria.
Rosalino Giordano
Rosalino Giordano
2025-07-24 06:14:07
Numero di risposte : 17
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La quantificazione della buonuscita è collegata a tre aspetti: 1- quali violazioni di legge sono avvenute durante il rapporto di lavoro? 2- a quali conseguenze portano le violazioni di legge che sono accadute? 3- che rischi di causa si presentano per l’accertamento della violazione di legge? Questa prognosi è di tipo tecnico, solo un professionista qualificato può quantificare una buonuscita in modo motivato. Due delle principali fonti di risarcimento sono il licenziamento illegittimo e l’errato livello di inquadramento. Il Licenziamento può essere legittimo, cioè fatto rispettando le norme di legge, oppure illegittimo, cioè violando degli obblighi normativi. La somma di denaro pagata dal Datore di Lavoro al Lavoratore aiuta a prevenire future liti: il Datore di Lavoro allevia i rischi di una condanna giudiziale e il Lavoratore ottiene immediato soddisfacimento delle sue pretese.