Come viene calcolata la pensione a 67 anni?

Riccardo Ferrari
2025-09-02 00:41:53
Numero di risposte
: 23
I lavoratori cosiddetti “contributivi puri”, che hanno avuto, quindi, il primo accredito contributivo dal primo gennaio 1996, potranno accedere alla pensione a 67 anni di età e 20 di contributi a condizione che l’importo soglia maturato non risulti inferiore al valore dell’assegno sociale.
Nel 2023, per accedere alla pensione contributiva raggiunti 67 anni di età e 20 anni di contributi, era necessario un importo minimo di almeno 1,5 volte l’assegno sociale.
Oggi, invece, con le modifiche introdotte dall'ultima Legge di Bilancio basta un importo minimo di trattamento pari a 1 volta soltanto l’assegno sociale previsto per quest'anno.
L'assegno sociale previsto per quest'anno è di 534,41€.

Antonietta De Angelis
2025-08-24 18:50:06
Numero di risposte
: 22
La norma ha previsto, a partire dal 1° gennaio 2013, l’adeguamento agli incrementi alla speranza di vita dell’età anagrafica pari a 3 mesi, dal 2016 di ulteriori 4 mesi, dal 2019 di ulteriori 5 mesi. Dal 1° gennaio 2021 i requisiti anagrafici non saranno ulteriormente incrementati. Pertanto, il requisito anagrafico per l’accesso a pensione di vecchiaia è fissato anche per il biennio 2021/2022 al raggiungimento dei 67 anni. Per la pensione di vecchiaia, per tutti i lavoratori autonomi e dipendenti sia del settore privato che pubblico, occorre aver versato almeno 20 anni di contribuzione e aver cessato l’attività lavorativa dipendente in Italia e all’estero. Sono esclusi dall’incremento dei 5 mesi del requisito anagrafico per il diritto alla pensione di vecchiaia, previsto dal 1° gennaio 2019, i lavoratori che svolgono per almeno 7 anni nei 10 anni precedenti il pensionamento lavori gravosi e i lavoratori addetti ad attività usuranti. Per entrambe le categorie di lavoratori è richiesto il possesso di un’anzianità contributiva di almeno 30 anni. Tali lavoratori potranno accedere anche prima del compimento di 67 anni di età.

Jarno Rossetti
2025-08-20 07:01:06
Numero di risposte
: 20
La pensione in Italia si basa sui contributi versati durante la vita lavorativa, tramite una detrazione diretta dallo stipendio mensile a favore dell’INPS, l’ente preposto alla gestione della previdenza pubblica. I contributi accumulati si trasformano nel “montante contributivo“, che è il totale dei versamenti effettuati durante gli anni di lavoro. Esistono principalmente 3 sistemi per il calcolo della pensione: 1. sistema retributivo, che si applica a chi ha iniziato a lavorare prima del 1996. La pensione viene calcolata sulla base degli ultimi stipendi percepiti, favorendo così chi aveva raggiunto gli stipendi più elevati verso la fine della carriera; 2. sistema contributivo, introdotto con la riforma Dini nel 1995, che si basa sul calcolo dei contributi effettivamente versati durante tutta la vita lavorativa. In questo caso, il montante contributivo accumulato viene moltiplicato per un coefficiente di trasformazione al momento del pensionamento, dipendente dall’età del lavoratore; 3. sistema misto, per chi ha iniziato a lavorare prima del 1996 senza aver maturato 18 anni di contributi entro quella data, che calcola la pensione combinando i metodi retributivo e contributivo, basandosi sugli anni lavorati sotto ciascun regime. Attualmente, l’età minima per la pensione di vecchiaia in Italia è fissata a 67 anni, a condizione di avere almeno 20 anni di contributi versati. Ad ogni modo, per ottenere una stima della pensione futura, è possibile utilizzare strumenti come il simulatore online offerto dall’INPS, e per un calcolo più preciso e dettagliato è consigliabile consultare un CAAF o un consulente previdenziale, che possono considerare tutte le variabili della carriera lavorativa.

Giuliana Giuliani
2025-08-09 22:54:18
Numero di risposte
: 15
Anche quest'anno la generalità dei lavoratori dipendenti ed autonomi iscritti alle forme di previdenza pubbliche obbligatorie in possesso di anzianità al 31 dicembre 1995 potranno incrociare le braccia al raggiungimento di 67 anni unitamente a 20 anni di contributi.
La prestazione è accompagnata da un meccanismo di differimento nell'erogazione del primo rateo pensionistico dalla maturazione dei requisiti pari a 7 mesi per i lavoratori del settore privato e di 9 mesi per i dipendenti del settore pubblico.
Il decreto del Ministero del Lavoro del 18 luglio 2023 ha confermato che tutti i requisiti per il pensionamento non subiranno alcun adeguamento sino al 31.12.2026.
Per tenere sotto controllo queste novità PensioniOggi.it ha aggiornato il tool per aiutare rapidamente i lettori a comprendere la prima data utile per andare in pensione.
Il programma calcola il regime di accesso e delle decorrenze delle pensioni a partire dal 1° Gennaio 2012 per la generalità dei lavoratori iscritti alla previdenza pubblica obbligatoria secondo le regole attualmente vigenti.
Il programma effettua il calcolo sino al 2065 utilizzando lo scenario demografico Istat 2021 per l'innalzamento dei requisiti anagrafici e contributivi ai fini del conseguimento della pensione.

Felice Bellini
2025-08-07 14:41:23
Numero di risposte
: 13
I requisiti per la pensione di vecchiaia possono essere raggiunti anche cumulando gratuitamente le anzianità contributive versate in diverse gestioni previdenziali. Per ottenere la pensione di vecchiaia, devi cessare ogni attività lavorativa dipendente. La pensione decorre dal primo giorno del mese successivo al raggiungimento dei requisiti. Per coloro che hanno iniziato a lavorare prima del 1° gennaio 1996: 67 anni di età 20 anni di contribuzione. Per coloro che hanno iniziato a lavorare dal 1° gennaio 1996 in poi: 67 anni di età, 20 anni di contribuzione e importo minimo non inferiore all’Assegno Sociale Inps. La pensione di vecchiaia può essere richiesta quando si raggiungono i requisiti di età e contribuzione. Il supplemento di pensione è un incremento della propria pensione in pagamento che viene liquidato a coloro che hanno effettuato il versamento di contributi anche in periodi successivi alla data di decorrenza di percezione del trattamento pensionistico.

Isabel Marino
2025-07-26 20:41:57
Numero di risposte
: 22
I lavoratori e le lavoratrici che possono vantare contribuzione al 31 dicembre 1995 e che, quindi, rientrano nel regime retributivo con liquidazione della pensione con il sistema misto, possono accedere alla pensione di vecchiaia in presenza del requisito anagrafico di 67 anni, da adeguare dal 2027 agli incrementi della speranza di vita.
Insieme al requisito anagrafico è richiesto l’ulteriore requisito contributivo di almeno 20 anni; a tali fini è da considerare tutta la contribuzione a qualsiasi titolo versata o accreditata in favore dell’iscritto (da lavoro, riscatto, volontaria e figurativa).
Ai sensi del decreto legislativo 503/1992, in deroga al requisito sopra indicato, è prevista un’anzianità contributiva minima di 15 anni per le seguenti categorie di lavoratori: lavoratori dipendenti e autonomi che al 31 dicembre 1992 hanno maturato 15 anni di anzianità contributiva; lavoratori dipendenti (ad eccezione degli iscritti alla gestione esclusiva) e autonomi ammessi alla prosecuzione volontaria della contribuzione in data anteriore al 31 dicembre 1992.
I lavoratori dipendenti iscritti all’AGO riconosciuti dall’INPS invalidi in misura pari o superiore all’80% mantengono il requisito anagrafico vigente prima dell’entrata in vigore del decreto legislativo 503/1992, ossia 55 anni se donne e 60 anni se uomini, con applicazione degli incrementi della speranza di vita e della “finestra mobile” di 12 mesi.
Per i lavoratori addetti ad attività gravose o particolarmente faticose e pesanti, di cui al decreto legislativo 67/2011 (circolare INPS 28 dicembre 2018, n. 126), non si applicano le disposizioni in materia di adeguamento alla speranza di vita per il biennio 2019-2020, a condizione che i medesimi siano in possesso di un’anzianità contributiva pari ad almeno 30 anni.
I lavoratori per i quali il primo accredito contributivo decorre dal 1° gennaio 1996 conseguono il diritto alla pensione di vecchiaia in presenza del requisito anagrafico di 67 anni (da adeguare alla speranza di vita dal 1° gennaio 2027) e di una anzianità contributiva minima di 20 anni, a condizione che l’importo della pensione risulti pari all’importo dell’assegno sociale.
In alternativa, tali lavoratori possono accedere, dal 1° gennaio 2019, alla pensione di vecchiaia al compimento dei 71 anni di età (da adeguare alla speranza di vita, dal 1° gennaio 2027) con cinque anni di contribuzione effettiva (obbligatoria, volontaria, da riscatto, ma con esclusione della contribuzione accreditata figurativamente a qualsiasi titolo) e a prescindere dall’importo della pensione raggiunto.
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