Quali sono i rischi se si lavora durante la malattia?
Fulvio Montanari
2025-09-21 20:40:17
Numero di risposte
: 19
Il dipendente che lavori in malattia può essere licenziato solo nei seguenti casi: quando il suo comportamento sia di per sé sufficiente a far presumere l'inesistenza dell'infermità per giustificare l'assenza dal lavoro, o quando, valutato in relazione alla natura ed alle caratteristiche dell'infermità denunciata ed alle mansioni svolte nell'ambito del rapporto di lavoro, sia tale da pregiudicare o ritardare la guarigione e il rientro in servizio.
Solo al verificarsi di tali circostanze può ravvisarsi una violazione dei doveri di correttezza e buona fede da rendere legittimo il licenziamento.
Il dipendente che presti attività lavorativa durante il periodo di assenza per malattia non si espone al rischio di essere licenziato, se il suo comportamento non viola i doveri generali di correttezza e buona fede e gli specifici obblighi contrattuali di diligenza e fedeltà.
Enzo Marchetti
2025-09-11 01:45:23
Numero di risposte
: 19
Il compimento di altre attività da parte del dipendente assente per malattia non è circostanza disciplinarmente irrilevante, e può giustificare la sanzione del licenziamento, in relazione alla violazione dei doveri generali di correttezza e buona fede e degli specifichi obblighi contrattuali di diligenza e fedeltà.
Tali violazioni possono sussistere sia nell’ipotesi in cui la diversa attività accertata sia di per sé sufficiente a far presumere l’inesistenza della malattia addotta a giustificazione dell’assenza, dimostrando quindi una sua fraudolenta simulazione, sia quando l’attività stessa, valutata in relazione alla natura, alle caratteristiche della infermità denunciata ed alle mansioni svolte nell’ambito del rapporto di lavoro, sia tale da pregiudicare o ritardare, anche potenzialmente, la guarigione e il rientro in servizio del lavoratore.
Per vedere se nel singolo caso si può lavorare durante la malattia assume peculiare rilievo l’eventuale violazione del dovere di osservare tutte le cautele, comprese quelle terapeutiche e di riposo prescritte dal medico, atte a non pregiudicare il recupero delle energie lavorative temporaneamente minate dalla malattia, affinché vengano ristabilite le condizioni di salute idonee per adempiere alla prestazione principale cui si è obbligati, evitando comportamenti che mettano in pericolo l’adempimento della prestazione lavorativa a causa della possibile o probabile protrazione dello stato di malattia.
La valutazione del giudice di merito, in ordine all’incidenza sulla guarigione dell’altra attività accertata, ha per oggetto il comportamento del dipendente nel momento in cui egli, pur essendo malato e (per tale causa) assente dal lavoro, svolge un’altra attività che può recare pregiudizio al rientro in servizio.
Tale valutazione ha ad oggetto la potenzialità del pregiudizio, con la conseguenza che, ai fini di tale potenzialità, la tempestiva ripresa del lavoro ovvero la circostanza che l’attività sia resa a titolo gratuito od oneroso risultano irrilevanti.
Il datore di lavoro – avvalendosi di ogni mezzo di prova utilizzabile in giudizio per l’accertamento dei fatti – è tenuto a provare, in relazione alla contestazione disciplinare, o che la malattia era simulata ovvero che la diversa attività svolta dal dipendente fosse potenzialmente idonea a pregiudicare o ritardare il rientro in servizio.
Tolomeo Piras
2025-09-03 15:48:34
Numero di risposte
: 20
Andare a lavorare in questo periodo può rappresentare una violazione degli obblighi contrattuali e rischiare di compromettere la copertura INPS per il periodo di malattia.
La decisione di lavorare nonostante una certificazione medica di malattia può comportare sanzioni disciplinari.
Se il lavoratore non si trova in casa in queste fasce, rischiando di perdere l’indennità INPS per i giorni di malattia non rispettati.
Non svolgere attività incompatibili con la malattia : evitare di lavorare o fare attività che possano contraddire la diagnosi medica, per non rischiare di compromettere la tua posizione lavorativa ei benefici di malattia.
Lavorare durante la malattia può avere conseguenze significative sul piano disciplinare e legale.
Domenica Grasso
2025-09-03 15:46:15
Numero di risposte
: 25
se il datore di lavoro "scopre" che il dipendente sta svolgendo un’attività che potrebbe rallentare la guarigione, può avviare un procedimento disciplinare che potrebbe portare anche al licenziamento, poiché tale comportamento potrebbe essere interpretato come una violazione degli obblighi contrattuali di diligenza e fedeltà.
Il datore di lavoro ha sostanzialmente due strumenti per “controllare/scoprire” il reale stato di salute del lavoratore: Le visite fiscali, richieste tramite l’INPS e le investigazioni private avvalendosi di agenzie investigative specializzate
è onere del datore di lavoro dimostrare che l’attività svolta dal lavoratore è stata tale da mettere a rischio la sua piena guarigione e, quindi, compromettere l’interesse della società, avvalendosi appunto di investigatori privati,
un lavoratore in malattia deve astenersi da qualsiasi attività lavorativa che “possa compromettere il processo di guarigione”,
se il datore di lavoro scopre che il dipendente sta svolgendo attività lavorative o sportive negli orari NON controllati, il lavoratore potrebbe essere licenziato.
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