Cosa succede se si lavora quando si è in malattia?

Ugo Gatti
2025-09-03 12:26:11
Numero di risposte
: 20
Andare a lavorare in questo periodo può rappresentare una violazione degli obblighi contrattuali e rischiare di compromettere la copertura INPS per il periodo di malattia.
La decisione di lavorare nonostante una certificazione medica di malattia può comportare sanzioni disciplinari .
Se il lavoratore non si trova in casa in queste fasce, rischiando di perdere l’indennità INPS per i giorni di malattia non rispettati.
Il suo datore di lavoro, avvisato da un collega, potrebbe avviare un procedimento disciplinare, valutando un comportamento scorretto.
Non svolgere attività incompatibili con la malattia : evitare di lavorare o fare attività che possano contraddire la diagnosi medica, per non rischiare di compromettere la tua posizione lavorativa ei benefici di malattia.
Lavorare durante la malattia può avere conseguenze significative sul piano disciplinare e legale.

Federica Barbieri
2025-09-03 11:58:42
Numero di risposte
: 21
Nel nostro ordinamento non sussiste un divieto assoluto per il dipendente di prestare altra attività, anche a favore di terzi, durante l’assenza per malattia, sicché tale ulteriore attività non integra, di per sé, un inadempimento degli obblighi imposti al prestatore di lavoro.
Fermo il principio sopra descritto, la giurisprudenza ha altresì precisato che il compimento di altre attività da parte del dipendente assente per malattia non è circostanza disciplinarmente irrilevante, e può giustificare la sanzione del licenziamento, in relazione alla violazione dei doveri generali di correttezza e buona fede e degli specifichi obblighi contrattuali di diligenza e fedeltà.
Tali violazioni possono sussistere sia nell’ipotesi in cui la diversa attività accertata sia di per sé sufficiente a far presumere l’inesistenza della malattia addotta a giustificazione dell’assenza, dimostrando quindi una sua fraudolenta simulazione, sia quando l’attività stessa, valutata in relazione alla natura, alle caratteristiche della infermità denunciata ed alle mansioni svolte nell’ambito del rapporto di lavoro, sia tale da pregiudicare o ritardare, anche potenzialmente, la guarigione e il rientro in servizio del lavoratore.
Per vedere se nel singolo caso si può lavorare durante la malattia assume peculiare rilievo l’eventuale violazione del dovere di osservare tutte le cautele, comprese quelle terapeutiche e di riposo prescritte dal medico, atte a non pregiudicare il recupero delle energie lavorative temporaneamente minate dalla malattia, affinché vengano ristabilite le condizioni di salute idonee per adempiere alla prestazione principale cui si è obbligati, evitando comportamenti che mettano in pericolo l’adempimento della prestazione lavorativa a causa della possibile o probabile protrazione dello stato di malattia.
La valutazione del giudice di merito, in ordine all’incidenza sulla guarigione dell’altra attività accertata, ha per oggetto il comportamento del dipendente nel momento in cui egli, pur essendo malato e (per tale causa) assente dal lavoro, svolge un’altra attività che può recare pregiudizio al rientro in servizio.
Tale valutazione ha ad oggetto la potenzialità del pregiudizio, con la conseguenza che, ai fini di tale potenzialità, la tempestiva ripresa del lavoro ovvero la circostanza che l’attività sia resa a titolo gratuito od oneroso risultano irrilevanti.

Moreno Colombo
2025-09-03 10:09:25
Numero di risposte
: 24
Il dipendente che presti attività lavorativa durante il periodo di assenza per malattia non si espone al rischio di essere licenziato, se il suo comportamento non viola i doveri generali di correttezza e buona fede e gli specifici obblighi contrattuali di diligenza e fedeltà.
Lo ribadisce la Corte di Cassazione con la sentenza n. 27333 del 17 novembre 2017 dichiarando illegittimo il licenziamento di un lavoratore che, durante la malattia, aveva svolto attività lavorativa analoga a quella eseguita come lavoratore dipendente.
Viene così confermata la decisione della Corte di Appello per aver ritenuto che il limitato impegno lavorativo del dipendente non influisse in senso pregiudizievole sul decorso della malattia e sulle necessità terapeutiche.
In sostanza la Cassazione, in linea con precedenti sentenze, afferma che il dipendente che lavori in malattia può essere licenziato solo nei seguenti casi: quando il suo comportamento sia di per sé sufficiente a far presumere l'inesistenza dell'infermità per giustificare l'assenza dal lavoro, o quando, valutato in relazione alla natura ed alle caratteristiche dell'infermità denunciata ed alle mansioni svolte nell'ambito del rapporto di lavoro, sia tale da pregiudicare o ritardare la guarigione e il rientro in servizio.
Solo al verificarsi di tali circostanze può ravvisarsi una violazione dei doveri di correttezza e buona fede da rendere legittimo il licenziamento.

Emilio Santoro
2025-09-03 09:51:23
Numero di risposte
: 23
Se il lavoratore non è reperibile senza motivo e per più giorni, rischia che l’INPS non gli paghi la malattia e che tu gli faccia un provvedimento disciplinare.
Se succede ripetutamente, potresti avere solide ragioni per licenziare il dipendente.
Cosa succede se il lavoratore non mi comunica di essere malato?
La mancata comunicazione non ha effetti sull’indennità di malattia, ma può determinare l’applicazione di una sanzione disciplinare.
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