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Quando fallisce una SRL fallisce anche l'amministratore.?

Sarita Mariani
Sarita Mariani
2025-09-23 11:19:43
Numero di risposte : 14
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Quando fallisce una SRL fallisce anche l'amministratore. La Corte di Cassazione ha confermato il proprio consolidato orientamento in relazione ai principali profili della responsabilità degli amministratori di s.r.l. in caso di fallimento. La Suprema Corte ha ribadito che “ai fini della corretta individuazione della sussistenza della figura dell’amministratore di fatto, è sufficiente l’accertamento dell’avvenuto inserimento dello stesso nella gestione dell’impresa. La scelta dell’organo amministrativo di una società decotta di procedere in via preventiva al rimborso dei finanziamenti fatti dai soci, in danno ai creditori sociali, integra a tutti gli effetti un’ipotesi di responsabilità degli amministratori. La responsabilità degli amministratori di società ha carattere solidale e consente al curatore del fallimento di agire in giudizio nei confronti di ciascuno dei responsabili per l’intero danno arrecato alla società ed ai suoi creditori.
Giuseppina Serra
Giuseppina Serra
2025-09-23 10:02:06
Numero di risposte : 23
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Il fallimento dell’amministratore di una Srl non determina la diretta conseguenza di una sua ineleggibilità a ricoprire questo ruolo o la conseguente decadenza automatica. Di conseguenza, il fallimento dell’amministratore di una Srl non determina la diretta conseguenza di una sua ineleggibilità a ricoprire questo ruolo o la conseguente decadenza automatica. Lo statuto della Srl possa introdurre opportune clausole su specifiche cause di ineleggibilità e/o decadenza degli amministratori. Non si debba escludere a priori che un soggetto dichiarato fallito possa essere amministratore di Srl in una nuova realtà imprenditoriale. Sia giustificabile prevedere un diverso trattamento tra l’amministratore di una SpA rispetto a quello della Srl.
Maurizio Rossetti
Maurizio Rossetti
2025-09-23 06:36:25
Numero di risposte : 18
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La disciplina delle società a responsabilità limitata, a seguito della novella di cui al D.Lgs. 17 gennaio 2003, n. 6, in vigore del 1 gennaio 2004, non regolamenta le cause di ineleggibilità e di decadenza degli amministratori di tale società né contiene un rinvio alle norme dettate dall'art. 2382 c.c. per la società per azioni. La Cassazione ha preso una posizione nettamente contraria alla soluzione che il silenzio sul punto fosse imputabile a mera dimenticanza, sostenendo che il citato silenzio debba ritenersi indicativo di una precisa volontà del legislatore. Determinante è stata la considerazione che la nuova disciplina fallimentare abbia dettato una limitazione degli effetti a carico del fallito, sul piano personale, della sentenza di fallimento. Alla luce di queste argomentazioni, conclude la Corte, deve ritenersi che le nomine degli amministratori di società a responsabilità limitata non sono più soggette a cause di ineleggibilità o di decadenza nè risultano applicabili per analogia le norme dettate per la società per azioni dell'art. 2382 c.c. Con la conseguenza che - salva diversa previsione statutaria - il fallimento dell'amministratore di società a responsabilità limitata non ne determina l'incapacità alla carica sociale.
Tazio Costantini
Tazio Costantini
2025-09-23 06:25:33
Numero di risposte : 19
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Quando l’amministratore risponde con il proprio patrimonio? In linea generale, la SRL tutela il patrimonio personale dell’amministratore, separandolo da quello della società. Tuttavia, questa protezione cade se l’amministratore ha commesso gravi irregolarità nella gestione. L’amministratore può rispondere con i propri beni se: ha agito in modo fraudolento o con dolo verso i creditori. L’amministratore non risponde personalmente per i debiti della società, ma ha obblighi di gestione diligente. Se però viola i suoi doveri, può essere chiamato a rispondere in prima persona, anche penalmente. Quando una società viene dichiarata fallita, a rispondere dei debiti sono i beni della società, non quelli degli amministratori o dei soci. Tuttavia, se si riscontrano responsabilità personali degli amministratori, come la violazione degli obblighi di conservazione del capitale o la prosecuzione dell’attività in stato d’insolvenza, essi possono essere chiamati a rispondere dei debiti non coperti dalla procedura. In pratica, i debiti della società ricadono sull’amministratore solo se ha commesso irregolarità.