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Qual è la differenza tra ristrutturazione, restauro e risanamento conservativo?

Ugo Benedetti
Ugo Benedetti
2025-10-10 23:37:18
Numero di risposte : 27
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La norma di riferimento è l’articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, che alla lettera c) individua gli interventi di restauro e risanamento conservativo, mentre nella successiva lettera d) definisce gli interventi di ristrutturazione edilizia. Un’attività rivolta «… a conservare l’organismo edilizio e ad assicurarne la funzionalità mediante un insieme sistematico di opere che, nel rispetto degli elementi tipologici, formali e strutturali (di esso) …, ne consentano destinazioni d’uso con essi compatibili …». Poiché il restauro ed il risanamento implicano anche «…il consolidamento, il ripristino e il rinnovo degli elementi costitutivi dell’edificio, l’inserimento degli elementi accessori e degli impianti richiesti dalle esigenze dell’uso…», l’eliminazione di elementi o estranei, o deteriorati di tal organismo preesistente non consente di confondere la relativa vicenda con quella della ristrutturazione edilizia. Invero, quest’ultima si configura nel rinnovo degli elementi costitutivi dell’edificio e nell’alterazione dell’originaria fisonomia e consistenza fisica dell’immobile, incompatibili con i concetti di manutenzione straordinaria e risanamento, che invece presuppongono la realizzazione di opere che lascino inalterata la struttura dell’edificio (nella sua lata accezione di componenti strutturali originali o meramente riproduttivi) e la distribuzione interna della sua superficie. Di recente il Consiglio di Stato ha ribadito i capisaldi dell’istituto, riconoscendo il restauro ed il risanamento, fin dall’articolo 31 della legge 5 agosto 1978 n. 457, in quell’insieme sistematico di opere anche sulla struttura (compresi il consolidamento, il ripristino ed il rinnovo degli elementi costitutivi dell’edificio) che rispettino gli elementi fondamentali dell’organismo edilizio e ne assicurino le destinazioni d’uso compatibili con questi ultimi.
Kai Sala
Kai Sala
2025-09-29 17:28:53
Numero di risposte : 25
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Il restauro è un processo che ha come obiettivo principale la conservazione e il recupero degli elementi originali di un edificio, sia dal punto di vista strutturale che estetico. Il risanamento conservativo, invece, si concentra sul miglioramento delle condizioni di sicurezza e funzionalità di un edificio, mantenendo però il più possibile intatte le sue caratteristiche originarie. Sebbene i concetti di restauro e risanamento conservativo siano distinti, essi sono spesso complementari e possono essere applicati contemporaneamente nello stesso intervento. Il restauro mira alla conservazione e al ripristino dell’aspetto estetico e storico, mentre il risanamento conservativo si occupa di rendere la struttura funzionale e sicura per l’uso contemporaneo. Un esempio pratico potrebbe essere il restauro di una facciata storica, che implica il ripristino degli elementi decorativi originali, mentre il risanamento conservativo interviene su strutture portanti e impianti interni per adeguarli agli standard moderni senza compromettere l’integrità estetica dell'edificio. In sintesi, il restauro e il risanamento conservativo sono operazioni cruciali per mantenere vivo il patrimonio storico, combinando l’esigenza di tutela con quella di rendere gli edifici sicuri e fruibili, rispettando il loro carattere originario.
Ludovico Romano
Ludovico Romano
2025-09-29 15:59:15
Numero di risposte : 25
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È stata più volte chiarita la differenza intercorrente tra le opere di ristrutturazione edilizia, per le quali è necessario dotarsi di un titolo edilizio, e di risanamento conservativo e manutenzione ordinaria o straordinaria. La distinzione fra le categorie del restauro e risanamento conservativo e della ristrutturazione edilizia ha natura funzionale: essa non risiede nella tipologia di interventi realizzabili, in gran parte comuni, quanto nella finalità degli interventi, essendo il risanamento destinato alla conservazione dell’organismo edilizio preesistente, mentre la ristrutturazione è tesa alla sua trasformazione. Gli interventi da ultimo menzionati [manutenzione straordinaria e di risanamento conservativo], in quanto caratterizzati dal mancato apporto di modifiche sostanziali all’assetto edilizio preesistente, hanno la finalità di conservare l’organismo ovvero di assicurarne la funzionalità, nel rispetto dei suoi elementi tipologici, formali e strutturali. La caratteristica degli interventi di mero restauro è quella di essere effettuata mediante opere che non comportano l’alterazione delle caratteristiche edilizie dell’immobile da restaurare, e quindi rispettando gli elementi formali e strutturali dell’immobile stesso, mentre la ristrutturazione edilizia si caratterizza per essere idonea ad introdurre un quid novi rispetto al precedente assetto dell’edificio.
Lorenzo Ferrara
Lorenzo Ferrara
2025-09-29 15:46:52
Numero di risposte : 27
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Il restauro strutturale, ad esempio, ha a che fare con tutto ciò che riguarda l'efficienza delle strutture portanti di un edificio. Un altra tipologia di restauro può essere invece quello scientifico, intervento che si caratterizza per la sua complessità e la molteplicità delle aree di riferimento. La categoria di restauro architettonico è però distinta da quella del risanamento conservativo e ristrutturazione, sebbene di queste categorie non si fa menzione nel testo. La compatibilità con la struttura originaria dell'edificio è a dir poco fondamentale per un lavoro compiuto nel rispetto della sua natura e dei principi che hanno portato alla sua costruzione. La categorizzazione delle attività di restauro non è, quindi, particolarmente rigida, ma seguendo questi semplici principi sarà sicuramente più semplice affidarsi ad una azienda edile specializzata ed avviare i lavori in maniera rapida, efficiente e soprattutto in grado di valorizzare al meglio l'opera storico-artistica su cui è necessario intervenire.