Accordo successorio: Cos'è e come funziona?

Nicoletta Bianchi
2025-06-27 00:59:09
Numero di risposte: 6
Accordi o convenzioni per causa di morte con cui le parti dispongono intorno a una futura successione.
Si distinguono tre categorie di patti successori:
- accordo con cui taluno dispone della propria successione
- accordo con cui si dispone di un’eredità ancora non aperta
- patto di rinuncia ad una successione non ancora aperta.
Il codice italiano civile vieta tutti questi tipi di patti, in quanto la successione può avvenire solo secondo i criteri dettati dalla legge o in esecuzione di disposizioni testamentarie.

Danny Longo
2025-06-26 22:26:24
Numero di risposte: 6
I patti successori sono quei patti che si riferiscono ai beni di una successione non aperta, i quali vincolano la persona a disporre in favore dell'uno o dell’altro successibile, nonché ogni accordo relativo a diritti in caso derivanti dalla futura successione di un terzo e ogni atto di rinunzia a successioni non aperte.
Nella legislazione italiana, l’art. 458 del Codice civile sancisce la nullità di tali accordi.
Si distinguono in tre categorie:
rinunciativi: secondo i quali Tizio conviene con un terzo di rinunciare all’eredità.
dispositivi: l’erede vende ad un terzo i beni che gli dovrebbero pervenire in eredità dal de cuius.
confermativi: con cui il testatore conviene di lasciare la propria eredità a Caio.
Il codice del 1865 poneva il divieto generale di stipulazione intorno ad una successione non ancora aperta.
I Pacta corvina sono i patti, appartenenti alla categoria dei patti successori, con i quali una persona dispone dei diritti che potrebbero eventualmente derivarle dalla futura successione di un'altra persona.
Vi sono alcuni limiti a questo diritto: va rispettato il diritto alla quota di patrimonio riservata ai più stretti congiunti.
Non è riconosciuta efficacia alla volontà, manifestata fuori del testamento, che abbia per oggetto rapporti di future successioni.
Viventis non datur hereditas, non si può trasferire l'eredità di chi sia ancora vivo.

Pericle Guerra
2025-06-26 22:14:03
Numero di risposte: 5
Fino alla revisione del diritto applicabile, un contratto successorio non impediva al testatore di disporre liberamente del proprio patrimonio finché era in vita, anche se poi al momento della divisione ereditaria non rimaneva molto.
Le donazioni erano impugnabili solo se espressamente interdette nel contratto successorio oppure se il donatore voleva deliberatamente penalizzare gli eredi, cosa che tuttavia poteva essere raramente dimostrata nella pratica.
Ora è più facile per gli eredi penalizzati farsi valere in sede di impugnazione delle donazioni.
La revisione del diritto successorio prevede in generale un divieto di donazione, qualora gli atti di liberalità inter vivos non siano espressamente ammessi dal contratto successorio, ad eccezione dei regali occasionali.
Dal 1° gennaio 2023, il divieto di donazione si applica anche a tutti i contratti successori stipulati prima di tale data.
Chi intende quindi continuare a elargire donazioni deve modificare il contratto.
A tal fine è tuttavia necessario il consenso di tutte le parti interessate e una nuova autentica notarile pubblica.
Alle donazioni elargite precedentemente all'entrata in vigore della revisione si applicano le disposizioni vigenti prima della suddetta data.
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