Quando si è indegni di essere figli?

Silvia Ferraro
2025-06-17 21:17:52
Numero di risposte
: 7
Quando un figlio è considerato indegno a succedere.
Si tratta delle cause che rendono il figlio “indegno a succedere”.
Esse sono: aver tentato di uccidere il genitore, il suo coniuge, un suo discendente o ascendente;
aver accusato calunniosamente il testatore di un reato grave, sapendolo innocente;
aver tentato di forzare il testamento del testatore, spingendolo a non scriverlo, a revocarlo, a distruggerlo o a modificarlo;
aver soppresso egli stesso il testamento, o averlo nascosto o alterato;
aver tentato di creare un testamento falso.
Invece, se lo stesso figlio litiga con il genitore o non gli parla per anni, tale situazione non è sufficiente per la diseredazione.

Lazzaro Esposito
2025-06-07 09:55:55
Numero di risposte
: 5
L’indegnità a succedere all’eredità si applica a coloro che, pur essendo capaci di succedere, sono ritenuti “indegni” dalla legge.
È ritenuto indegno a succedere:
Chi abbia volontariamente ucciso o tentato di uccidere l’ereditando o un suo stretto congiunto: coniuge, discendente o ascendente.
Chi abbia attentato all’integrità morale, denunciato calunniosamente il de cuius o un suo stretto congiunto: coniuge, discendente o ascendente.
Chi abbia attentato alla libertà di testare del de cuius o lo abbia indotto, con dolo o violenza, a revocare o mutare il testamento.
Chi sia decaduto dalla responsabilità genitoriale nei confronti della persona della cui successione si tratti e non sia stato integrato in tale potestà alla data di apertura della successione.
Chi ha volontariamente soppresso, celato o alterato il testamento.
Chi ha formato un testamento falso o ne ha fatto uso consapevolmente.

Stefano Marini
2025-06-07 09:18:46
Numero di risposte
: 7
Il nostro ordinamento con all’art. 463 del Codice Civile disciplina la figura dell‘indegno, intendendosi per esso il figlio che si sia macchiato di condotte talmente gravi da rendere lecito da parte del genitore l’esclusione dall’eredità.
Tuttavia il legislatore ha individuato ipotesi tassative che devono configurarsi al fine della dichiarazione di indegnità:
1) l’uccisione o il tentato omicidio del genitore,
2) la commissione di un danno nei confronti del genitore da cui derivi l’applicazione delle norme sull’omicidio,
3) la denuncia nei confronti del genitore di un fatto punito dalla legge con l’arresto o con la reclusione non inferiore nel minimo a tre anni se a posteriori si scopre che la denuncia era calunniosa o la testimonianza resa a sostegno di detta accusa era falsa,
4) l’induzione del genitore, con dolo o violenza, a fare, revocare o mutare un testamento o impedirgli di farlo,
5) la soppressione, alterazione o occultamento del testamento,
6) la firma di un testamento falso.
La gravità delle ipotesi menzionate così come i limiti della libertà del testatore che, per legge, nel disporre delle sue ultime volontà deve preservare il diritto degli eredi legittimi, induce taluno a porre in essere in vita degli atti di disposizione dei propri beni in modo da spogliarsi di essi e rendere inesistente il proprio patrimonio ereditario.

Odone Marchetti
2025-06-07 07:13:41
Numero di risposte
: 7
È considerato indegno, e quindi incapace di succedere, chi ha tenuto un comportamento riprovevole nei confronti del defunto, a tal punto da essere escluso dalla successione.
I casi di indegnità sono elencati all’articolo 463 del Codice civile e possono essere così sintetizzati:
atti gravi compiuti contro la persona fisica del de cuius o del coniuge o di un ascendente o discendente di questi.
atti gravi che comportano la decadenza dalla responsabilità genitoriale, nel caso di premorienza del figlio.
atti gravi compiuti contro la personalità morale del de cuius o del coniuge o di un ascendente o discendente di questi.
atti gravi contro la libertà di testare del de cuius.
Tali ipotesi sono considerate tassative.
La dichiarazione di indegnità è successiva alla morte del soggetto della cui eredità si tratta.
La proposizione della domanda costituisce ipotesi di accettazione tacita dell’eredità.
L’azione per l’accertamento dell’indegnità è soggetta all’ordinario termine di prescrizione di 10 anni, che decorre dall’apertura della successione o dalla data della commissione del fatto, a seconda che questo sia stato commesso prima o dopo la morte del defunto.
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