Quali sono le cause dell'indegnità a succedere?

Joseph Cattaneo
2025-06-27 03:55:24
Numero di risposte
: 3
L’indegnità a succedere si verifica quando una persona, pur avendo diritto all’eredità come successibile, viene esclusa dalla successione a causa comportamenti gravi o immorali della stessa nei confronti del defunto.
Il Codice Civile italiano prevede che alcune azioni, particolarmente gravi, possano privare un soggetto della capacità di ereditare.
L’istituto ha quindi natura punitiva e preventivo-sociale.
Esso impedisce a chi ha compiuto atti gravi di godere dei benefici derivanti dalla morte di chi ha danneggiato.
L’articolo 463 c.c. stabilisce che una persona è indegna a succedere se, con azioni od omissioni, ha compiuto atti gravi di rilievo penale e civile.
La sentenza della Cassazione Civile n. 19547/2008 ha stabilito che l’indegnità a succedere non si limita ai casi di omicidio o tentato omicidio.
Essa si realizza in tutti i casi in cui il comportamento del successibile contravvenga ai doveri di rispetto e di assistenza familiare.
Gli Ermellini, nella sentenza n. 5935/2018 si sono occupati invece della questione della violenza economica come causa di indegnità a succedere.
Un coniuge che aveva abusato della posizione di potere economico nei confronti del defunto, sottraendo beni o controllando in modo oppressivo le risorse finanziarie, è stato ritenuto indegno a succedere.
La Corte ha interpretato l’indegnità come una misura che tutela non solo la vita fisica del defunto, ma anche il suo patrimonio e la sua integrità morale.

Leone Galli
2025-06-24 04:28:01
Numero di risposte
: 5
Le cause che comportano l’indegnità a succedere sono elencate tassativamente nell’art.463 c.c. e si distinguono in due categorie: fatti che attentano l’incolumità fisica e/o morale del de cuius; fatti che attentano la libertà di testare.
Nella prima categoria rientrano tutte le condotte penalmente rilevanti perpetrate a danno del defunto – o dei familiari di lui- quali, a titolo esemplificativo, l’omicidio, la falsa testimonianza o la calunnia.
Nella seconda categoria sono invece comprese attività quali l’aver indotto il defunto a far revocare o modificare il testamento, l’aver soppresso, celato o alterato il testamento o l’averne formato uno falso.
Con la legge n.137/2005 è stata peraltro introdotta un’ulteriore causa di indegnità nei confronti di colui che “essendo decaduto dalla responsabilità genitoriale nei confronti della persona della cui successione si tratta a norma dell’art.330, non è stato reintegrato nella responsabilità genitoriale alla data di apertura della successione medesima”.

Egidio Serra
2025-06-12 00:16:07
Numero di risposte
: 3
E' escluso dalla successione come indegno:
chi ha volontariamente ucciso o tentato di uccidere la persona della cui successione si tratta, o il coniuge, o un discendente, o un ascendente della medesima, purché non ricorra alcuna delle cause che escludono la punibilità a norma della legge penale;
chi ha commesso, in danno di una di tali persone, un fatto al quale la legge dichiara applicabili le disposizioni sull'omicidio;
chi ha denunziato una di tali persone per reato punibile, con l'ergastolo o con la reclusione per un tempo non inferiore nel minimo a tre anni, se la denunzia è stata dichiarata calunniosa in giudizio penale;
ovvero ha testimoniato contro le persone medesime imputate dei predetti reati, se la testimonianza è stata dichiarata, nei confronti di lui, falsa in giudizio penale;
Chi, essendo decaduto dalla podestà genitoriale nei confronti della persona della cui successione si tratta a norma dell'articolo 330, non è stato reintegrato nella podestà alla data di apertura della successione della medesima.
chi ha indotto con dolo o violenza la persona, della cui successione si tratta, a fare, revocare o mutare il testamento, o ne l'ha impedita;
chi ha soppresso, celato o alterato il testamento dal quale la successione sarebbe stata regolata;
chi ha formato un testamento falso o ne ha fatto scientemente uso.

Rosita Ferrari
2025-06-11 21:47:56
Numero di risposte
: 4
Le cause di indegnità a succedere sono disciplinate dall’articolo 463 del codice civile.
È ritenuto indegno a succedere chi abbia volontariamente ucciso o tentato di uccidere l’ereditando o un suo stretto congiunto: coniuge, discendente o ascendente.
A meno che la punibilità dell’omicida, o attentatore, non sia esclusa a norma della legge penale.
Si applica, invece, se chi ha commesso volontariamente il danno è soggetto a disposizioni che la legge dichiara applicabili in caso di omicidio.
Chi abbia attentato all’integrità morale, denunciato calunniosamente il de cuius o un suo stretto congiunto: coniuge, discendente o ascendente.
Inoltre, è ritenuto indegno, colui che commette falsa testimonianza, contro tali persone, causandone l’imputazione per reati punibili con l’ergastolo o con la reclusione, per un tempo non inferiore a tre anni.
Tale falsa testimonianza deve essere accertata in un giudizio penale.
Chi abbia attentato alla libertà di testare del de cuius o lo abbia indotto, con dolo o violenza, a revocare o mutare il testamento.
Chi sia decaduto dalla responsabilità genitoriale nei confronti della persona della cui successione si tratti e non sia stato integrato in tale potestà alla data di apertura della successione.
Chi ha volontariamente soppresso, celato o alterato il testamento.
Chi ha formato un testamento falso o ne ha fatto uso consapevolmente.
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