Qual è la differenza tra rappresentanza e rappresentazione?

Gianni Martino
2025-07-17 13:17:28
Numero di risposte
: 10
La rappresentazione è quell'istituto che fa subentrare i discendenti nel luogo e nel grado del loro ascendente, in tutti i casi in cui questi non può o non vuole accettare l'eredità o il legato.
Per comprendere la rappresentazione, che non ha nulla a che fare con la rappresentanza, è opportuno seguire l’ordine del codice civile.
Al posto del chiamato che non può o non vuole accettare l’eredità, subentrano i suoi discendenti, ma non vi subentrano semplicemente, ma nel luogo e nel grado del loro ascendente, insomma si sostituiscono in tutto e per tutto al loro ascendente, ne prendono il posto.
Bisogna vedere che rapporto di parentela c’era tra la persona che non ha voluto o potuto accettare l’eredità, e il de cuius.
Il testatore, tuttavia, può aver previsto il caso in cui l'istituito non voglia o non possa accettare l'eredità o il legato designando la persona da sostituire.
In queste ipotesi non si avrà rappresentazione e i figli di Tizio non subentreranno nella posizione del loro genitore.

Lia Ruggiero
2025-07-09 13:24:58
Numero di risposte
: 10
La rappresentazione è il principio giuridico in forza del quale, nel momento in cui un erede muore o rinuncia all’eredità prima della divisione della stessa gli può subentrare qualcun altro in sua rappresentanza. La rappresentanza risponde a questa specifica domanda: cosa succede se muore un erede o se non accetta l’eredità?
La rappresentazione si applica sia in presenza di un testamento che in sua assenza.
La rappresentazione opera nei seguenti casi: assenza del chiamato, indegnità del chiamato, premorienza, accertata o presunta, del chiamato, rinuncia del chiamato, perdita del diritto di accettare per decadenza o per prescrizione, diseredazione.
La rappresentazione si applica solo nella linea retta nei figli del defunto e, nella linea collaterale, nei fratelli e nelle sorelle del defunto.
Se l’erede chiamato non vuole o non può succedere, ma non è possibile ricorrere alla rappresentazione, la sua quota passa proporzionalmente agli altri eredi, i quali vedono così accrescersi le loro quote.
La rappresentazione risponde a questa specifica domanda: cosa succede se muore un erede o se non accetta l’eredità?
In particolare, la rappresentanza si applica quando un erede muore prima di poter accettare o rifiutare l’eredità, e in tal caso gli subentrano i suoi eredi.
Se un erede in vita al momento del decesso e dell’apertura della successione muore durante la fase della successione e prima della chiusura della stessa, per l’istituto della rappresentazione gli subentrano i suoi eredi per la parte che gli sarebbe spettata.
La rappresentazione si applica anche nella successione testamentaria, se l’erede non può o non vuole accettare, sempreché il testatore non abbia già provveduto, nel testamento stesso, a designare un sostituto erede o legatario.
In teoria, secondo il codice, la rappresentazione dovrebbe applicarsi a tutti gli eredi degli eredi che muoiono durante la successione, ad esempio anche ai figli dei cugini di secondo grado.
La rappresentazione si applica solo ai nipoti, siano essi figli dei figli del primo defunto o figli di un fratello o di una sorella.
La rappresentazione si applica solo se figli e nipoti sono già concepiti al momento della morte del partner da cui ereditano.
Non è necessario che siano nati, ma almeno concepiti.
In pratica, questo vuol dire che i figli, per ereditare, devono nascere entro 300 giorni dalla morte del padre, i nipoti entro 300 giorni dalla morte del nonno o della nonna.
Un nipote che nasce dopo un anno dalla morte del nonno non eredita anche se i suoi fratelli più grandi sono eredi.
Se l’erede chiamato non vuole o non può succedere, ma non è possibile ricorrere alla rappresentazione, la sua quota passa proporzionalmente agli altri eredi, i quali vedono così accrescersi le loro quote, è il cosiddetto meccanismo dell’accrescimento.
Ad esempio, se il defunto lascia due figli, ma uno è premorto senza avere discendenti, l’altro eredita anche la quota del premorto, accrescendo la propria.

Massimo Piras
2025-06-27 02:10:14
Numero di risposte
: 4
La differenza tra rappresentanza e rappresentazione non è trattata direttamente nel testo fornito, poiché il testo si concentra sulla differenza tra rappresentazione e raffigurazione. Tuttavia, possiamo trovare definizioni utili per comprendere i termini coinvolti.
Rappresentazione è definita come l'atto o effetto del rappresentare, e include vari significati in campo teatrale, cinematografico, matematico e artistico.
Raffigurazione è una rappresentazione in forma di figura.
La rappresentazione è un atto o effetto del rappresentare, con molteplici accezioni, come recita teatrale, proiezione di un film, modello di esempio, associazione di un oggetto specifico ad un'entità astratta, o immagine nata da una mente creativa.
I sinonimi di rappresentazione includono riproduzione, raffigurazione, figurazione, dipinto, ritratto, spettacolo, recita, scena, show, performance, percezione, corrispondenza e istituto di diritto successorio.
Raffigurazione, in particolare, si riferisce alla rappresentazione in forma di figura, e i suoi sinonimi includono rappresentazione, riproduzione, descrizione, figura, immagine, illustrazione, ritratto, effigie, iconografia, simbolo, personificazione, incarnazione, emblema, allegoria.
Purtroppo, non ci sono informazioni dirette sulla rappresentanza nel testo fornito.

Jole Lombardi
2025-06-26 23:35:06
Numero di risposte
: 8
La rappresentazione è un tipico istituto di diritto successorio. Opera sia nelle successioni testamentarie che in quelle legittime. Evoca descrittivamente la figura della rappresentanza, poiché il rappresentante subentra nel luogo e nel grado del rappresentato. Tuttavia, la differenza con la rappresentanza è evidente. Nella rappresentanza, diretta o indiretta, si agisce quanto meno per conto altrui. Il rappresentante ex art. 467, invece, agisce in virtù di un diritto proprio. Egli, cioè, accetta l'eredità o il legato devoluto originariamente al proprio ascendente o collaterale in quanto, a seguito della premorienza o rinuncia di quest'ultimo, la delazione viene (re)indirizzata in suo favore. Rappresentazione non corrisponde a rappresentanza. Chi succede in rappresentazione succede direttamente al de cuius avvalendosi di un diritto proprio. Mentre la rappresentanza descrive un fenomeno nel quale un soggetto agisce in nome altrui, grazie al conferimento di un potere di rappresentanza.

Danny Ferraro
2025-06-26 23:24:36
Numero di risposte
: 14
La rappresentazione opera, nella successione legittima, allorquando i discendenti subentrano nel luogo e nel grado del proprio ascendente qualora questi non possa o non voglia accettare l'eredità.
Nelle successioni testamentarie la rappresentazione opera solamente nei casi in cui non si tratti di eredi legittimari e quando il testatore non abbia provveduto, per il caso in cui il primo chiamato non potesse o volesse venire alla successione, mediante una sostituzione ordinaria.
La rappresentazione è l'istituto in forza del quale i discendenti subentrano nel grado del loro ascendente quando questi non può o non vuole accettare l'eredità.
La rappresentanza non è menzionata nel presente testo.
La sostituzione può essere di due tipi: ordinaria e fedecommissaria.
La rappresentazione opera, nella successione testamentaria, quando il testatore non ha provveduto per il caso in cui l'istituito non possa o non voglia accettare.
La norma incontra una limitazione concernente il legato di usufrutto ed i diritti personali.
Leggi anche
- Come funziona la rappresentazione nelle successioni?
- Che cos'è l'accrescimento nella successione?
- Quando si fa l'accrescimento?
- Cos'è l'accrescimento?
- Chi sono gli eredi per rappresentazione?
- Cosa significa principio di accrescimento?
- Quanti tipi di rappresentanza esistono?
- Cosa si intende con il termine rappresentazione?
- Cos'è il diritto di accrescimento?
- Cosa significa "erede premorto