Come si può educare al rispetto di genere?

Oretta Pellegrino
2025-07-13 22:15:11
Numero di risposte
: 27
L’educazione al genere mira ad analizzare l’insieme degli stereotipi che definiscono le appartenenze femminili e maschili, con l’obiettivo di destrutturare rappresentazioni, ruoli sociali e modelli normativi che impongono un’idea di genere schematica e rigida.
Secondo questa prospettiva, siccome il maschile e il femminile esprimono una pluralità, il genere è lo spazio aperto e libero della progettazione di sé.
Secondo questa prospettiva, inoltre, lavorare sul genere significa agire su modelli che sono transculturali e tenere presenti simultaneamente tutte le possibili declinazioni della differenza, nella libertà di reinventarsi giocando creativamente con i propri limiti.
L’obiettivo finale dell’educazione al genere è stare bene con la propria identità, qualsiasi sia la propria soggettività.
L’educazione al genere è una forma di prevenzione della violenza di genere nella misura in cui il suo principale obiettivo è quello di interrogare il rapporto tra identità/differenze/relazioni di genere e stereotipi culturali e di favorire l’assunzione di modelli antiviolenti di identificazione e di relazione.

Timoteo Moretti
2025-07-13 20:54:21
Numero di risposte
: 16
Il rispetto si impara dall’infanzia, partendo dagli aspetti assiologici intrafamiliari, alla replica dei modelli comportamentali genitoriali fino al ruolo fondamentale della scuola, che non dovrebbe essere esclusivamente quello di istruire ma quello di educare.
Educare anche alle emozioni.
Insegnare il rispetto per le Donne nasce in famiglia e prosegue a scuola.
La scuola può tanto ma non può tutto.
Uno sbaglio frequente oggi consiste nel delegare, da parte dei genitori, alla scuola compiti educativi della famiglia.
La scuola senza un allineamento della famiglia ha un potere educativo limitato.
Dobbiamo anche far passare il messaggio che gli alunni sono una parte della soluzione, non il problema.
Come Psicologo e come Presidente dell’Osservatorio Violenza e Suicidio ho sempre ritenuto che implementare leggi, rendendole sempre più repressive, da sole non bastano, bisogna puntare sulla prevenzione primaria e selettiva.
Alle nuove generazioni dico di acquisire due capacità importanti e fondamentali.
La prima è la capacita di chiedere aiuto.
La seconda capacità consiste nel saper riconoscere i campanelli di allarme di una vostra compagna che subisce violenza, anche psicologica.
Parlate con i vostri figli, non comunicate solo con messaggi.
Fate domande emotive, psicologiche tipo ‘come stai’ ,‘come ti senti ’ o ‘cosa hai provato rispetto a ciò che racconti’, anziché chiedere cosa hai mangiato.
Non perdete tempo, i vostri figli fino a circa 12 anni vi ascoltano, potete seminare bene e infondere loro valori, capacità e competenze, permettendo loro di sviluppare un sano senso empatico ed una comunicazione funzionale e sufficientemente assertiva.
Insomma, riappropriatevi dell’importante e sano ruolo genitoriale, un meraviglioso ruolo.

Mietta Pagano
2025-07-13 17:59:43
Numero di risposte
: 9
L'esercizio della cooperazione e della condivisione, l’abitudine all’ascolto partecipe, all’empatia, al rispetto, soprattutto se promossi sin dalla tenera età, incentivano lo sviluppo di un clima di accoglienza, prevengono fenomeni di discriminazione ed esclusione e favoriscono la capacità di stare in una relazione in cui la forza personale non si traduce e non si esprime nel dominio sull’altro. Affrontare con bambini, bambine e adolescenti i temi dell’educazione al rispetto, fornendo la possibilità di sperimentare un ambiente accogliente e non giudicante, consentirà loro di procedere verso una destrutturazione dei ruoli e delle relazioni basate su stereotipi per poter sperimentare modalità di relazione con se stessi e con l’altro basate su criteri di libertà e responsabilità e di costruire una società accogliente, inclusiva e non violenta.
L’educazione dei bambini e delle bambine al rispetto di genere e il contrasto alla violenza domestica non può essere efficace a meno che non si operi soprattutto sui modelli culturali che sottendono, promuovono, e riproducono disparità di genere nella società.
L’azione di prevenzione deve articolarsi in percorsi educativi, orientati soprattutto a bambini, bambine e adolescenti, volti all’esplorazione, all’identificazione e alla messa in discussione dei modelli di relazione convenzionali, degli stereotipi di genere e dei meccanismi socio-culturali di minimizzazione e razionalizzazione della violenza.
In questo senso va data piena attuazione alle Linee Guida del MIM per l'educazione al rispetto, la parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le forme di discriminazione, prevedendo percorsi laboratoriali, esperienziali, formativi ed educativi per le scuole di ogni ordine e grado a partire dal sistema di istruzione ed educazione 0-6 anni.
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