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Cosa fare per contrastare la violenza sulle donne?

Terzo Caputo
Terzo Caputo
2025-07-13 03:56:59
Numero di risposte : 14
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Prevenire la violenza vuol dire combattere le sue radici culturali e le sue cause. Per questo sono essenziali le strategie politiche mirate all’educazione, alla sensibilizzazione, al riconoscimento e alla realizzazione delle pari opportunità in ogni ambito della vita pubblica e privata. L’obiettivo è lavorare per combattere le discriminazioni e gli stereotipi legati ai ruoli di genere e al sessismo, che producono le condizioni contestuali favorevoli alla perpetuazione della violenza maschile contro le donne. In tal senso l’attenzione deve essere massima alle nuove generazioni e investire nella formazione. Le azioni di prevenzione sostenute dal Dipartimento delle Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri attraverso il Quadro Strategico Nazionale riflettono pertanto l’esigenza di: aumentare il livello di consapevolezza nella pubblica opinione sulle radici strutturali, sulle cause sulle conseguenze della violenza maschile sulle donne; rafforzare il sistema scolastico migliorando la capacità operativa delle/gli insegnanti e del personale della scuola in merito a come intercettare, prevenire, far emergere e gestire situazioni di violenza, compresa la violenza assistita; promuovere nell’offerta formativa della scuola l’educazione alla parità tra i sessi, per il superamento dei ruoli e degli stereotipi di genere, anche attraverso la revisione della didattica e dei libri di testo e la formazione del corpo docente di ogni ordine e grado; formare le operatrici e gli operatori del settore pubblico e del privato sociale su fenomenologia, intercettazione, emersione, presa in carico, valutazione e gestione dei casi di violenza contro le donne inclusi quelli che riguardano le donne migranti, rifugiate e richiedenti asilo; rafforzare l’impegno preventivo contro la recidiva attraverso percorsi di rieducazione degli uomini autori di violenza e di reati relativi alla violenza maschile contro le donne; sensibilizzare il settore privato e i mass media sull’influenza della comunicazione e della pubblicità su temi quali stereotipi di genere e sessismo e sui loro effetti sulla fenomenologia della violenza maschile contro le donne.
Alfonso Romano
Alfonso Romano
2025-07-04 07:29:51
Numero di risposte : 18
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Informati sulle dinamiche della violenza di genere sulle donne, non azzardare consigli ma documentati sull’argomento e chiama un centro antiviolenza. Si tratta di situazioni complesse e spesso pericolose. Non pensare di trovare soluzioni rapide, definitive, semplici. In caso di reale pericolo non metterti in pericolo anche tu, ma chiama le forze dell’ordine. Assicurati di avere tutto il tempo per ascoltare il suo racconto. Rassicurala che credi a ciò che ti sta raccontando. Non sottovalutare le sue paure. Non farle domande tipo: “perché non te ne sei andata prima/non lo lasci?”. Si sentirà giudicata e non compresa nella complessità della situazione che sta vivendo. Evita di dare giudizi e consigli su quello che deve fare. Sarà lei stessa a dirti ciò di cui ha bisogno. Non prendere iniziative senza accordarti con la donna stessa. La tua vicinanza e solidarietà sono molto importanti. Aiutala a capire che non è una “cattiva” madre se cerca di proteggere i suoi figli e che la violenza a cui assistono può essere destabilizzante per loro. Sostieni le sue decisioni e rimandale forza. Ci sono sempre rischi legati a ogni decisione presa da una donna maltrattata ed è stata molto coraggiosa ad aprirsi e a raccontarti. Rassicurala che non rivelerai al suo compagno quanto ti ha esposto: ciò potrebbe recarle ulteriori rischi. La fase della separazione, in caso di maltrattamento, può essere molto pericolosa. Dalle il numero di telefono del centro antiviolenza più vicino. Rassicurala del fatto che lì sarà ascoltata, troverà informazioni utili, non verrà forzata a prendere decisioni e che le sarà garantita la riservatezza. In caso di emergenza chiamare: Linea di aiuto sulla violenza, multilingue e attiva 24 ore su 24 in tutta Italia: 1522, chiamata gratuita. Carabinieri: 112 Polizia: 113 Emergenza sanitaria: 118 Casa delle donne per non subire violenza, Bologna: 051-333173 Link utili: Violenza contro le donne. Ricevere aiuto, dare aiuto. Casa delle donne maltrattate, Milano.
Giobbe Longo
Giobbe Longo
2025-06-22 12:45:42
Numero di risposte : 16
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Per educare alla non violenza è necessario lavorare fin dall'infanzia sulla creazione di relazioni positive e paritarie. L’esercizio della cooperazione e della condivisione, l’abitudine all’ascolto partecipe, all’empatia, al rispetto, soprattutto se promossi sin dalla tenera età, incentivano lo sviluppo di un clima di accoglienza, prevengono fenomeni di discriminazione ed esclusione e favoriscono la capacità di stare in una relazione in cui la forza personale non si traduce e non si esprime nel dominio sull’altro. Affrontare con bambini, bambine e adolescenti i temi dell’educazione al rispetto, fornendo la possibilità di sperimentare un ambiente accogliente e non giudicante, consentirà loro di procedere verso una destrutturazione dei ruoli e delle relazioni basate su stereotipi per poter sperimentare modalità di relazione con se stessi e con l’altro basate su criteri di libertà e responsabilità e di costruire una società accogliente, inclusiva e non violenta. Fin dall'infanzia si possono creare occasioni di confronto per educare alla non violenza. Il lavoro di sensibilizzazione e prevenzione necessario per il contrasto alla violenza maschile sulle donne e l’educazione a relazioni non violente passa per la possibilità offerta alle nuove generazioni, di riflettere su se stessi e sul rapporto con gli altri. Uno degli aspetti fondamentali per educare alla non violenza, è quello di sviluppare la capacità di costruire relazioni basate sui principi di parità, equità, rispetto, inclusività, nel riconoscimento e valorizzazione delle differenze, così da promuovere una società in cui il libero sviluppo di ciascun individuo avvenga in accordo col perseguimento del bene collettivo. L’educazione dei bambini e delle bambine al rispetto di genere e il contrasto alla violenza domestica non può essere efficace a meno che non si operi soprattutto sui modelli culturali che sottendono, promuovono, e riproducono disparità di genere nella società.
Gennaro Gallo
Gennaro Gallo
2025-06-22 11:16:54
Numero di risposte : 15
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Per contrastare la violenza sulle donne si persegue tre obiettivi principali: prevenire i reati, punire i colpevoli, proteggere le vittime. La normativa contro la violenza di genere rafforza la tutela giudiziaria e il sostegno alle vittime, una serie di aggravanti e la possibilità di permessi di soggiorno per motivi umanitari per le vittime straniere di violenza. Sono in campo molteplici interventi: la tutela delle vittime di maltrattamenti e violenza domestica, le risorse per finanziare un Piano d'azione antiviolenza e la rete di case-rifugio, la formazione sulle tecniche di ascolto e approccio alle vittime, di valutazione del rischio e individuazione delle misure di protezione, i corsi sulla violenza domestica e lo stalking. Inasprita anche la disciplina penale con misure cautelari personali, un ampliamento di casi per le associazioni a delinquere, la tratta e riduzione in schiavitù, il sequestro di persone, i reati di terrorismo, prostituzione e pornografia minorile e contro il turismo sessuale. Sui territori le prefetture promuovono, dove emergono i bisogni e le esigenze, iniziative di informazione e sensibilizzazione per combattere sul nascere la violenza di genere: formazione nelle scuole, corsi di formazione per gli operatori delle strutture sociosanitarie, per migliorare la prima accoglienza, forme di collaborazione con gli enti locali e le associazioni per potenziare l'accoglienza e il sostegno alle vittime, task force e gruppi di lavoro per pianificare le iniziative e divulgare le best practice.