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Cos'è la deontologia giornalistica?

Noemi Pagano
Noemi Pagano
2025-07-23 22:09:26
Numero di risposte : 14
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La deontologia comprende i principi base per fare informazione responsabile. La deontologia del giornalista è un insieme di regole non raccolte in un unico codice, ma frammentate nelle legislazioni dei diversi Paesi e degli organismi sovranazionali. Essa esprime i diritti e i doveri del giornalista in relazione a quelli del “cliente”, ossia ogni cittadino desideroso di informarsi sulla verità dei fatti. I valori fondamentali della deontologia sono racchiusi nel concetto di libertà di espressione. La libertà di espressione “passiva” riguarda strettamente lo svolgimento della professione giornalistica perché, quando l’attività informativa è esercitata come professione, da diritto diventa un dovere. Infatti, quello che per il cittadino è la libertà di espressione passiva, ossia il diritto ad essere informato, per il giornalista diventa il dovere di informare correttamente i propri lettori. Su questo punto cardine della deontologia, il diritto del lettore a conoscere la verità, la “Risoluzione sull’etica del giornalismo” dell’assemblea del Consiglio d’Europa, n. 1003, del 1/7/1993, ha dichiarato che «L’informazione costituisce un diritto fondamentale che spetta ai cittadini che possono pretendere che l’informazione fornita dal giornalista sia trasposta fedelmente nelle notizie e commentata con lealtà, senza ingerenze esterne da parte di pubblici poteri o di soggetti privati». Dunque la deontologia del giornalista, nella società occidentale, a livello dei suoi più importanti organismi internazionali, tutela tutti i diritti del cittadino riguardo la libertà di espressione, nel senso più ampio del termine, facendosi garante della divulgazione della verità. La deontologia assume contorni nuovi: il giornalista si mette nei panni del lettore e lo conduce nell’esplorazione delle tematiche trattate.
Veronica Milani
Veronica Milani
2025-07-23 19:43:40
Numero di risposte : 14
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La deontologia giornalistica è l'insieme delle regole di comportamento della professione di giornalista. Negli ultimi anni si è molto evoluta e, oltre a tradizionali questioni che sono state affrontate dalle norme di molti paesi, come quella della riservatezza delle fonti di un giornalista, la deontologia giornalistica deve ora affrontare problemi come quelli della tutela della privacy, della tutela dei minori e della diffusione di immagini in televisione e via Internet. In Italia essa è affidata spesso all’autoregolamentazione della categoria dei giornalisti, talvolta d’intesa con i ministeri delle Comunicazioni e della Giustizia. La privacy in generale e quella dei minori in particolare sono argomenti già affrontati, rispettivamente, fin dalla nascita dell’Autorità garante dei dati personali e dalla prima Carta di Treviso, documento delle organizzazioni professionali riguardante informazioni e minori. Dal 2000 sono stati effettuati aggiornamenti e nel 2002 è stato approvato un codice di autoregolamentazione sul tema Tv e minori, che stabilisce limiti alla diffusione delle immagini di minorenni coinvolti in fatti di cronaca. Sono stati poi affrontati altri argomenti specifici: del 2007 è un «protocollo deontologico concernente richiedenti asilo, rifugiati, vittime della tratta e migranti», questione portata all’attenzione generale dalle tragedie collegate all’immigrazione, così come una carta dei doveri dell’informazione economica, dove si parla anche dell’obbligo di riferire correttamente vicende che riguardino l’editore o il referente economico o politico della testata. Del 2008 è un codice di autoregolamentazione delle trasmissioni di commento degli avvenimenti sportivi, argomento divenuto di attualità in seguito agli episodi di violenza in occasione di eventi sportivi. Del 2009 è un codice in materia di rappresentazione delle vicende giudiziarie nelle trasmissioni radiotelevisive.