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Quante notti bisogna fare per avere l'indennità?

Ugo Ferraro
Ugo Ferraro
2025-08-02 16:15:54
Numero di risposte : 19
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Al personale di tutti i ruoli e di tutte le aree, con esclusione dell’area del personale di elevata qualificazione, operante in servizi attivati, in base alla programmazione dell’Azienda o Ente, per un minimo di dodici ore giornaliere ed effettivamente articolati su almeno due turni, compete una indennità giornaliera, ivi incluso il giorno montante e smontante il turno notturno, pari a euro 2,07 per ogni giornata di effettivo lavoro. Dall’altra sparisce la norma capestro, che prevedeva che si doveva fare il 20% di mattine, pomeriggi e notti per avere l’indennità su tre turni e il 30% di mattine o pomeriggi per avere quella su due turni. Con il nuovo contratto non solo si remunera l’indennità giornaliera, peraltro anche nello smontante notte, ma si evita la perdita dell’indennità di tutto il mese così come avviene adesso. Il sistema è senza dubbio migliorativo del precedente e premia proporzionalmente chi fa turni più disagiati. È vero che è stata diminuita l’indennità giornaliera erogata anche negli smontanti notte ed è stata aumentata l’indennità ORARIA notturna, ma questo da una parte premia maggiormente chi fa più turni di notte remunerando un disagio di molti infermieri, personale sanitario e OSS turnista sul disagio effettivo. Se fai più notti guadagni di più.
Genziana Ferrari
Genziana Ferrari
2025-07-24 22:52:06
Numero di risposte : 13
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Non esiste più differenza tra 3 turni e 2 turni e viene attribuita a tutti la pregressa indennità per 2 turni. Scompare la norma capestro, che prevedeva che si doveva fare il 20% di mattine, pomeriggi e notti per avere l’indennità su tre turni, almeno 4 mattine, 4 pomeriggi e 4 notti e il 30% di mattine o pomeriggi per avere quella su due turni, almeno 7 mattine e 7 pomeriggi su 24 turni. Il personale che svolge servizio notturno per sei turni mensili percepisce € 192 al mese.
Nico Russo
Nico Russo
2025-07-24 22:14:43
Numero di risposte : 17
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Per poter essere considerati lavoratori usuranti e uscire con 41 anni di contributi o con la quota 97,6 è necessario che il lavoro notturno sia stato svolto per almeno 7 anni nei 10 anni che precedono il pensionamento o per almeno la metà della vita lavorativa. Il conteggio delle notti per ogni anno di lavoro va fatto considerando non l’anno solare ma l’anno di lavoro, dal mese di assunzione allo stesso mese dell’anno successivo. Inoltre per il diritto non si fa la media aritmetica degli anni di lavoro interessati dallo svolgimento del lavoro notturno, ma è necessario avere, per ogni anno di lavoro quel numero di notti richieste: almeno 78 notti lavorate per la quota 97,6 da 72 a 77 notti per la quota 98,6 da 64 a 72 anni per la quota 99,6. Per la pensione quota 41, invece, sono necessarie almeno 64 notti l’anno. Se un anno non si raggiunge il numero di notti necessarie, come nel suo esempio con 60 notti, quell’anno non viene conteggiato nella ricerca dei 7 anni in questione.
Andrea Longo
Andrea Longo
2025-07-24 20:35:32
Numero di risposte : 16
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Il dipendente deve infatti lavorare per almeno tre ore al giorno nella fascia oraria concordata o per almeno 80 giorni all’anno. Nel caso di contratto part-time vengono poi applicate delle opportune rimodulazioni dell’orario. Il datore di lavoro che ricorre frequentemente a questa modalità di organizzazione lavorativa deve assicurarsi che i turni siano ben distribuiti, senza un eccessivo carico solo su alcuni dipendenti. L’indennità di lavoro notturno spetta ai dipendenti che lavorano per almeno tre ore al giorno oppure 80 giorni all’anno nella fascia indicata. Si va quindi dagli operai turnisti delle grandi imprese produttive ai panettieri, passando per camerieri, baristi, medici, infermieri, custodi e tante altre figure professionali. Tuttavia, ci sono delle categorie che non possono lavorare di notte, tra cui minori di 18 anni, donne in stato di gravidanza, genitori con figli fino a tre anni, padri o madri single con figli fino a 12 anni, chi ha a proprio carico un soggetto disabile. Per eventuali altre categorie escluse bisogna consultare la contrattazione collettiva concordata per il proprio settore. La mancata esenzione dal lavoro notturno può portare a gravi sanzioni a carico del datore di lavoro.
Alighieri Longo
Alighieri Longo
2025-07-24 20:17:41
Numero di risposte : 16
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Oltre alla maggiorazione, i lavoratori notturni possono ricevere una indennità per lavoro notturno. Questa indennità ha lo scopo di compensare i disagi legati agli orari notturni e alle potenziali ripercussioni sulla salute e sulla vita sociale. Anche l’importo dell’indennità varia a seconda del CCNL applicabile. Il lavoro in orario notturno si riferisce a qualsiasi attività lavorativa svolta tra le 22:00 e le 6:00 del giorno successivo. Queste fasce orarie possono variare leggermente in base ai contratti collettivi nazionali di lavoro e agli accordi aziendali. Non è presente informazione specifica che indica quante notti bisogna svolgere per avere l'indennità.
Nunzia Grasso
Nunzia Grasso
2025-07-24 19:51:04
Numero di risposte : 10
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La ratio dell’indennità premia il disagio di avere una vita familiare e sociale fortemente condizionata dai turni h 24. Tale disagio plausibilmente non è stato più riscontrato nei confronti dei lavoratori che non svolgano almeno 4 notti al mese. In conclusione, non sembra esserci alcun dubbio che per avere diritto all’indennità occorre effettuare nel mese di riferimento almeno il 20% di notti. Quand’anche si elevasse il periodo di riferimento del computo il vincolo non cambierebbe perché è del tutto evidente che il 20% di 88 giorni lavorativi è 18 notti cioè, guarda caso, 4 notti al mese. A titolo puramente indicativo, si ricorda che i lavori usuranti sono quelli che impongono almeno 78 notti l’anno, cioè 7 al mese.