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Come si calcola il lavoro notturno per la pensione?

Alighieri Sala
Alighieri Sala
2025-07-24 23:31:48
Numero di risposte : 14
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Il lavoro notturno per la pensione viene calcolato considerando i turni notturni di almeno sei ore consecutive tra la mezzanotte e le cinque del mattino, per un minimo di 64 giorni all’anno, o coloro che lavorano per almeno tre ore tra la mezzanotte e le cinque del mattino per l’intero anno. Nel calcolo degli anni di lavoro faticoso vengono inclusi sia i periodi di contributi obbligatori che quelli figurativi. Tuttavia, è importante precisare che non sono considerati i periodi completamente figurativi, come durante la mobilità. La procedura telematica richiede di compilare il modulo “AP45” e di allegare la documentazione necessaria, che può includere buste paga, il libretto di lavoro, gli ordini di servizio e altri documenti comprovanti i requisiti richiesti. I beneficiari della Quota 96,7 sono diversificati e devono aver svolto attività lavorative specifiche per almeno la metà della loro vita lavorativa oppure per sette anni nei dieci anni precedenti la presentazione della domanda. Le categorie di lavoratori ammissibili includono: Addetti a mansioni usuranti, come lavoratori in galleria, nelle cave, in cassoni ad aria compressa, palombari, coloro che lavorano in ambienti ad alte temperature, in spazi ristretti o nell’asportazione dell’amianto. Lavoratori con turni notturni di almeno sei ore consecutive tra la mezzanotte e le cinque del mattino, per un minimo di 64 giorni all’anno, o coloro che lavorano per almeno tre ore tra la mezzanotte e le cinque del mattino per l’intero anno.
Dylan Cattaneo
Dylan Cattaneo
2025-07-24 22:51:34
Numero di risposte : 19
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Lavoro notturno e notti Per poter essere considerati lavoratori usuranti e uscire con 41 anni di contributi o con la quota 97,6 è necessario che il lavoro notturno sia stato svolto per almeno 7 anni nei 10 anni che precedono il pensionamento o per almeno la metà della vita lavorativa. Il conteggio delle notti per ogni anno di lavoro va fatto considerando non l’anno solare ma l’anno di lavoro, dal mese di assunzione allo stesso mese dell’anno successivo. Se, ad esempio, un lavoratore è stato assunto ad aprile 2021, l’anno di riferimento per l’individuazione del numero di notti va da aprile 2021 a marzo 2022. Inoltre per il diritto non si fa la media aritmetica degli anni di lavoro interessati dallo svolgimento del lavoro notturno, ma è necessario avere, per ogni anno di lavoro quel numero di notti richieste: almeno 78 notti lavorate per la quota 97,6 da 72 a 77 notti per la quota 98,6 da 64 a 72 anni per la quota 99,6. Per la pensione quota 41, invece, sono necessarie almeno 64 notti l’anno. Se un anno non si raggiunge il numero di notti necessarie, come nel suo esempio con 60 notti, quell’anno non viene conteggiato nella ricerca dei 7 anni in questione.
Marta Martini
Marta Martini
2025-07-24 21:41:14
Numero di risposte : 13
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Lavoratori notturni : lavoro a turno differenziati in base alle notti lavorate nell’anno: con periodi notturni di almeno 6 ore e per almeno 78 gg. all'anno – da 72 gg. a 77 gg – da 64 gg. a 71 gg lavoro notturno per almeno 3 ore da ore 24,00 a 05,00 per l’intero anno. Il beneficio previdenziale si sostanzia in un anticipo della decorrenza della pensione di anzianità il cui diritto si perfeziona con la combinazione della somma tra età anagrafica e anzianità contributiva il c.d. sistema delle quote. I lavoratori ai quali verrà riconosciuto il beneficio di cui al D.lgs. n. 67/2011 potranno accedere alla pensione di anzianità continuando ad avvalersi del sistema delle cosiddette Quote e applicando il regime delle finestre. L’innalzamento dei requisiti disposto per i lavoratori usuranti diventa ancora più pesante per la categoria dei lavoratori notturni con numero di notti annue inferiore a 78. Il requisito viene infatti ulteriormente innalzato: 1 anno/2 anni rispettivamente per i lavoratori notturni con notti da 72 a 77 e da 64 a 71. A partire dal 2013, anche per questi lavoratori, si applicano gli incrementi dei requisiti in base alla speranza di vita rilevata dall’Istat. Occorre però evidenziare che dal 1.1.2012 ai fini del raggiungimento della Quota bisognerà prendere a riferimento la Tabella “Quote” prevista - fino al 31.12.2011 - per la generalità dei lavoratori senza la riduzione fino a tre anni così come aveva previsto il D.lgs. n. 67 oggi modificato dal Decreto “Monti”.
Ivano Pellegrino
Ivano Pellegrino
2025-07-24 20:07:22
Numero di risposte : 13
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Data la gravosità di tali attività lavorative il legislatore ha riconosciuto la moltiplicazione di tali giornate lavorative per il coefficiente di 1,5, ai fini del raggiungimento del numero di turni annui previsti per l’accesso anticipato al pensionamento per i lavoratori di cui all’articolo 1, comma 1, lett. b), n. 1), del decreto legislativo n. 67 del 2011. La disposizione da ultimo richiamata reca la rivalutazione dei turni effettivamente svolti nel periodo notturno dai lavoratori impiegati in cicli produttivi organizzati su turni di dodici ore. I benefici per il lavoro notturno Com'è noto il Dlgs 67/2011 attribuisce ai lavoratori notturni con almeno 64 notti lavorate l'anno la possibilità di uscire anticipatamente con il vecchio criterio delle quote determinato in funzione del raggiungimento di una cifra costituita dalla somma dell'età anagrafica e contributiva. In sostanza 50 giornate lavorative annue prestate con i citati criteri saranno equivalenti a 75 giornate e daranno, pertanto, titolo ad accedere ai benefici previdenziali previsti dal citato Dlgs. La rivalutazione delle giornate annue renderà, dunque, più agevole il raggiungimento di tali requisiti.
Elisabetta Bianco
Elisabetta Bianco
2025-07-24 19:40:20
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Per lavoratore notturno si intende il soggetto che svolge almeno parte del suo orario di lavoro o almeno 3 ore del suo tempo di lavoro giornaliero durante il “periodo notturno”, vale a dire un periodo di almeno 7 ore consecutive comprendenti l’intervallo tra la mezzanotte e le 5 del mattino. In difetto di disciplina collettiva, è considerato lavoratore notturno qualsiasi lavoratore che svolga lavoro notturno per un minimo di 64 giorni lavorativi all’anno. Il lavoro notturno è considerato usurante se organizzato in turni o se il lavoro è svolto in modo ordinario in periodi notturni. Per i lavoratori notturni, in particolare, è necessario indicare nella comunicazione, per ogni dipendente, il numero dei giorni di lavoro notturno svolti nell’anno. Il modello, nella sezione “Elenco delle unità produttive in cui si svolgono le attività”, chiede di inserire il numero indicativo di lavoratori impegnati nelle attività, tra i quali bisogna includere anche eventuali lavoratori in somministrazione.