Cosa dice l'articolo 40?

Anastasio Conti
2025-07-25 04:04:09
Numero di risposte
: 10
Il diritto di sciopero si esercita nell'ambito delle leggi che lo regolano.

Prisca De rosa
2025-07-25 01:36:22
Numero di risposte
: 18
Il diritto di sciopero è infatti espressamente riconosciuto dall'articolo 40 Cost.
Il diritto di sciopero costituisce un diritto di libertà, cioè un diritto il cui esercizio non può essere limitato, nè può comportare alcuna sanzione da parte dell'ordinamento.
La legge ordinaria ha preso atto di tali aspetti e la normativa di riferimento è costituita dalla l. 15 luglio 1966, n. 604 (art. 1), dalla l. 20 maggio 1970, n. 300 (artt. 15, 16 e 28), dalla l. 11 maggio 1990, n. 108 (art. 3) nonchè, da ultimo, dal d.lgs. 4 marzo 2015, n. 23 (c.d. Jobs Act).
A livello comunitario lo sciopero è disciplinato dall'art. 28 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea.
Di regola lo sciopero viene indetto dalle organizzazioni sindacali ed è esercitato da una pluralità di lavoratori.
Tuttavia, formalmente, si tratta di un diritto individuale, di cui il singolo è titolare e che può scegliere liberamente di esercitare.
Durante lo sciopero il rapporto di lavoro viene considerato sospeso, pertanto il lavoratore, che non percepisce la retribuzione, non ha responsabilità verso il datore di lavoro.
Infine, si consideri che in base alla legge alcune categorie di lavoratori non possono scioperare (ad esempio i militari).
La prima disciplina dello sciopero si è avuta solo con la l. 12 giugno 1990, n. 146.
Con la l. 146/1990 venne introdotto il principio per cui il diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali deve essere bilanciato con altri diritti costituzionalmente garantiti, come quello alla salute, ai trasporti, alle comunicazioni.
Ad oggi, dunque, risultano pienamente legittimi lo sciopero e la serrata di carattere economico per fini contrattuali, politici, di solidarietà e di protesta.

Karim Riva
2025-07-25 01:21:14
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: 13
Il diritto di sciopero si esercita nell’ambito delle leggi che lo regolano.
Questo articolo stabilisce la legittimità del diritto di sciopero.
Di conseguenza la Corte costituzionale ha dovuto dichiarare illegittimi gli articoli del Codice penale approvato nel 1930 dal regime fascista che punivano severamente lo sciopero per “fini contrattuali”, “non contrattuali” e “di coazione alla pubblica autorità”.
La Corte costituzionale ha escluso il riconoscimento del diritto di sciopero per i liberi professionisti e ha affermato la legittimità di stabilire alcuni limiti riguardanti i militari nonché gli appartenenti alla Polizia di Stato e a quella penitenziaria.
Lo sciopero determina un danno economico per l’azienda e una perdita di retribuzione per il lavoratore, perché le ore o i giorni di sciopero non vengono retribuiti.

Mirella Martino
2025-07-25 01:19:36
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: 12
Nessuno puo' essere punito per un fatto preveduto dalla legge come reato, se l'evento dannoso o pericoloso, da cui dipende la esistenza del reato, non e' conseguenza della sua azione od omissione.
Non impedire un evento, che si ha l'obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo.

Roberto Gentile
2025-07-25 01:01:41
Numero di risposte
: 10
L’articolo 40 della Costituzione è un articolo sufficientemente breve perché formato solo da un comma nel quale il Costituente si limita a dire che:
Il diritto di sciopero si esercita nell’ambito delle leggi che lo regolano.
In realtà, come abbiamo visto per articolo 39, l’articolo 40 non ha avuto una normativa abbastanza specifica che lo ha regolato.
D’altra parte, c’è sempre il timore che regolare diritti e libertà in modo profondo possa costituire una forma di limitazione e, proprio per questo motivo, si tende a lasciare maggiore libertà all’individuo e tendenzialmente si cerca di prevedere dei limiti solo per determinati aspetti che possono ledere altre libertà o altri diritti fondamentali.
Quando si dice che il diritto di sciopero si esercita nell’ambito delle leggi che lo regolano è perché l’unica legge che lo ha disciplinato riguarda lo sciopero nei servizi pubblici essenziali.
L’esercizio del diritto di sciopero è consentito, ma bisogna sempre tenere a mente quali sono gli altri diritti dell’individuo.
Nel caso specifico bisogna garantire che l’individuo sappia, in un termine congruo, quale sarà il giorno in cui si procederà allo sciopero là dove vengano toccati altri diritti.
Per fare un esempio, basta pensare allo sciopero dei trasporti.
Là dove ci sono dei diritti che entrano in gioco rispetto al diritto di sciopero, vi sono delle norme che lo disciplinano ed è proprio questo il senso che il Costituente ha voluto dare in questo articolo.

Prisca Pellegrino
2025-07-25 00:42:46
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: 10
Il diritto di sciopero si esercita nell’ambito delle leggi che lo regolano. La Costituzione è il frutto di un grande compromesso tra le forze politiche dell’epoca. Tra i componenti l’Assemblea costituente vi era peraltro Giuseppe Di Vittorio, uno dei più famosi sindacalisti italiani, il quale diede un importante contributo alla scrittura dell’articolo 40 della Costituzione sul diritto di sciopero. Di qui la necessità per i padri costituenti di rendere lo sciopero un vero e proprio diritto costituzionale: un diritto in forza del quale nessun datore di lavoro può licenziare o adottare provvedimenti disciplinari nei confronti dei lavoratori che protestano. L’affermazione del diritto di sciopero ha avuto una portata rivoluzionaria, conferendo ai sindacati un decisivo strumento di lotta con il fine di bilanciare la storica posizione di supremazia del datore di lavoro. Scioperare è dunque lecito. Tuttavia lo sciopero non viene retribuito: il lavoratore è quindi libero di astenersi dalla prestazione ma, durante tale arco di tempo, perde lo stipendio né può essere sostituito con altri lavoratori assunti a termine. La serrata è la chiusura dell’azienda, da parte del datore di lavoro, in modo da rendere impossibile lo svolgimento dell’attività lavorativa e impedire azioni di protesta dei lavoratori. La serrata quindi non è un diritto costituzionale perché annullerebbe la tutela del lavoratore che la Costituzione vuol garantire per sopperire allo squilibrio di forze tra quest’ultimo e il suo datore.
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