Quando si attiva il diritto della tutela della gravidanza?

Leonardo Pellegrino
2025-07-28 04:23:22
Numero di risposte
: 15
L'interdizione può essere disposta dall’inizio della gravidanza e fino a 2 mesi precedenti la data presunta del parto. La lavoratrice in gravidanza può essere interdetta dal lavoro in anticipo – su disposizione dell’ispettorato nazionale del lavoro e della Asl – nei seguenti casi: gravi complicazioni della gestazione o patologie che potrebbero essere aggravate dallo stato di gravidanza. Condizioni di lavoro o ambientali dannose per la salute della donna e del bambino, se non è possibile spostare la lavoratrice ad altre mansioni compatibili con il suo stato. L’interdizione può essere disposta dal termine del congedo di maternità ordinario dopo il parto e fino ai 7 mesi di età del figlio per uno o più periodi. La lavoratrice in gravidanza non può svolgere mansioni che comportano il trasporto e il sollevamento di pesi, né essere impiegata in specifici lavori faticosi e insalubri. Se tale spostamento non è possibile, viene disposta l’astensione anticipata per maternità e/o prorogata dal lavoro, nel periodo di gravidanza e/o fino ai 7 mesi di età del figlio.

Noah Barone
2025-07-28 00:08:07
Numero di risposte
: 9
Il primo diritto che tutela le future mamme lavoratrici durante la gravidanza è il divieto di licenziamento, dall’inizio della gestazione e fino al compimento dell’anno di età del bambino.
Durante la gravidanza le future mamme lavoratrici hanno anche diritto a permessi retribuiti per effettuare gli esami prenatali e ogni accertamento clinico o visita medica specialistica sia necessario fare durante l’orario di lavoro.
Per usufruire di questi permessi è necessario che la gravidanza sia comunicata dalla lavoratrice al datore di lavoro, presentando il certificato medico che la attesta.
È una domanda che ogni donna lavoratrice senza figli si pone prima o poi nella prospettiva di una gravidanza, con il timore di non essere adeguatamente tutelata e il rischio, concreto come spesso evidenziano le cronache, di essere discriminata o peggio perdere il lavoro.
Le future mamme sono tutelate da due capisaldi del nostro ordinamento.
Il secondo è il Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità, ossia il D.Lgs. 151/2001, che si attua in una serie di disposizioni lungo tutto il periodo della gravidanza e maternità, quindi prima, durante e dopo il parto.
Il D.Lgs 151/2001 detta una serie di norme che riguardano tanto i figli naturali quanto quelli adottivi o in affidamento, sia le lavoratrici a tempo pieno che quelle impiegate part-time, o ogni tipo di lavoratrice subordinata, comprese le apprendiste.
Qualora non fosse possibile evitare mansioni gravose o pericolose o insalubri, o qualora le condizioni soggettive di gravidanza lo rendessero necessario, è possibile ricorrere alla maternità anticipata, o astensione anticipata dal lavoro.

Stefania Ricci
2025-07-27 23:02:32
Numero di risposte
: 18
La normativa stabilisce obblighi chiari per il datore di lavoro, in questo caso il Dirigente Scolastico, il quale ha la responsabilità di valutare i rischi specifici per la salute delle lavoratrici gestanti o in periodo di allattamento, prevedendo misure preventive e protettive adeguate.
Il Dirigente, dopo aver ricevuto la comunicazione ufficiale della gravidanza da parte della dipendente, deve garantire la sicurezza attraverso una revisione delle condizioni lavorative, in particolare in relazione a eventuali esposizioni a rischi fisici, chimici o biologici.
Tra le attività incompatibili con lo stato di gravidanza rientrano lavori pericolosi, faticosi o insalubri, il sollevamento di pesi, l’esposizione ad agenti nocivi e attività che richiedano posture prolungate.
In caso di rischio per la salute della lavoratrice o del nascituro, il Dirigente Scolastico ha l’obbligo di modificare la mansione della dipendente o, qualora non sia possibile, di attivare la procedura per l’astensione anticipata dal lavoro.
Essa illustra in modo chiaro gli obblighi del datore di lavoro e le tutele previste dalla normativa, invitando le dipendenti a segnalare tempestivamente il proprio stato per garantire la massima protezione.
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