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Quando mi posso licenziare per giusta causa?

Violante Grassi
Violante Grassi
2025-09-30 02:03:51
Numero di risposte : 24
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Il licenziamento per giusta causa è la conseguenza di una condotta talmente grave da impedire la prosecuzione del rapporto di lavoro, anche in via temporanea. Il datore di lavoro può licenziare per giusta causa quando il lavoratore ha posto in essere un notevole inadempimento degli obblighi contrattuali, che ha comportato un grave pregiudizio all'impresa e ha minato la fiducia riposta circa la corretta gestione delle sue mansioni. Tra gli esempi di licenziamento per giusta causa troviamo: l’insubordinazione verso i superiori; il furto di beni aziendali; minacce e violenze nei confronti del datore di lavoro o dei colleghi; il danneggiamento di beni aziendali; falsa malattia o infortunio; l’uso fraudolento dei permessi della Legge 104; la violazione del patto di non concorrenza; le false timbrature del cartellino; il rifiuto ingiustificato e reiterato a eseguire la prestazione lavorativa; l’abbandono ingiustificato del luogo di lavoro, in una situazione in cui l’incolumità e la sicurezza dei colleghi sono messe in pericolo; il lavoro per terzi durante il periodo di malattia; una condotta extra lavorativa penalmente rilevante. Secondo la legge, la giusta causa per il recesso dal rapporto di lavoro può verificarsi prima della scadenza di un contratto a tempo determinato o senza preavviso se il contratto è a tempo indeterminato, quando si verifichi una causa che impedisca la prosecuzione anche temporanea del rapporto di lavoro. Un elemento chiave della giusta causa è proprio l'effetto immediato: questa tipologia di licenziamento non richiede un preavviso, sebbene sia previsto un ragionevole periodo di tempo per l'indagine dei fatti contestati al lavoratore.
Demi Rizzi
Demi Rizzi
2025-09-22 04:42:20
Numero di risposte : 26
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Il lavoratore ha il diritto di recedere dal proprio contratto di lavoro, ovvero di rassegnare le proprie dimissioni, quando vi sia una situazione che rende insostenibile la prosecuzione del rapporto lavorativo. Le dimissioni per “giusta causa” si hanno quando il lavoratore mette fine al rapporto di lavoro per un fatto addebitabile al datore di lavoro, idoneo ad integrare la condizione di improseguibilità del rapporto di lavoro. Le ipotesi in cui, per giurisprudenza consolidata, vi sia una “giusta causa” di dimissioni sono: Le molestie sessuali da parte del datore di lavoro oppure offese, ingiurie e comportamenti denigratori; Il mancato o ritardo pagamento dello stipendio; L’omesso versamento dei contributi previdenziali; Il mobbing; Il demansionamento; La pretesa di esecuzione di prestazioni illecite da parte del lavoratore. Con l’entrata in vigore del c.d. Jobs Act, il lavoratore deve seguire un’apposita procedura telematica a disposizione sul sito dell’Inps. Non è necessario dare il c.d. preavviso, ovvero, chi si dimette per “giusta causa” può cessare di lavorare immediatamente dopo la comunicazione di recesso senza vedersi addebitata l’indennità sostitutiva di preavviso.
Yago Giuliani
Yago Giuliani
2025-09-22 01:34:49
Numero di risposte : 26
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Le dimissioni per giusta causa rientrano a pieno titolo nella categoria di casi che danno diritto alla NASpI. Dobbiamo però chiarire cosa intendiamo quando parliamo di “giusta causa”. La circolare INPS si basa a sua volta su un’altra circolare, la 163/2003, per spiegare che le dimissioni sono considerate “per giustificato motivo” se ti licenzi perché: non ti hanno pagato lo stipendio; hai subìto molestie sessuali oppure mobbing nei luoghi di lavoro; le tue mansioni lavorative sono state modificate “in peggio”; l’azienda è stata ceduta ad altre persone (sia fisiche che giuridiche) e questo ha portato a modifiche importanti alle tue condizioni di lavoro; ti hanno chiesto di spostarti in un’altra sede senza un motivo valido (come chiarito nell’articolo 2103 del codice civile); hai subìto ingiurie da un tuo superiore. Se ti riconosci in una di queste circostanze, quindi, hai il diritto di dimetterti per giusta causa e di richiedere la disoccupazione. Se ti licenzi per giusta causa hai diritto alla NASpI. Naturalmente, devi sempre rispettare i due requisiti fondamentali per ottenerla, e cioè: non avere un lavoro quando presenti la domanda e ricevi la disoccupazione; avere almeno 13 settimane di contributi negli ultimi 4 anni.