Chi va in pensione perde l'assegno di invalidità?
Annalisa De luca
2025-11-11 03:34:00
Numero di risposte
: 28
Si perde il diritto a percepire l’assegno di invalidità quando: si supera il limite di età stabilito, cioè i 67 anni.
Quando viene raggiunto il requisito per la pensione di vecchiaia, l’assegno di invalidità si trasforma in assegno sociale per un importo attuale pari a 468,11 euro.
Secondo la Cassazione, però, quando viene meno quest’ultimo requisito, cioè quello sanitario, l’indebito assistenziale comporta la restituzione del trattamento ricevuto solo dalla data in cui il provvedimento è stato comunicato al diretto interessato e non prima.
Al fine di conteggiare, quindi, l’eventuale cifra da restituire, farà fede il giorno in cui l’esito della visita di controllo è stato portato a conoscenza dell’utente.
Con due sole eccezioni: che l’erogazione indebita sia addebitabile all’invalido civile; che non sussistano le condizioni di un legittimo affidamento.
Teresa Bianchi
2025-10-31 17:32:08
Numero di risposte
: 34
Al compimento del 67° anno del titolare della prestazione, l’assegno mensile di assistenza e la pensione di invalidità per gli invalidi civili, così come la pensione non reversibile per i sordi, sono sostituiti dall’assegno sociale.
Gli invalidi civili e i sordi, che hanno compiuto i 65 anni di età entro il 31 dicembre 1995 (cioè i nati entro il 1930), continuano a percepire, come sostitutiva della precedente prestazione, la pensione sociale.
L’assegno sociale sostitutivo continuerà ad essere erogato alle suddette condizioni anche nel caso in cui, in sede di visita medica di verifica, non venisse confermato il requisito sanitario che aveva dato luogo alla prestazione originaria.
In caso di pluriminorazioni, gli assegni sociali sostitutivi della pensione/assegno di invalidità civile e della pensione non reversibile per sordità, nonché la pensione non reversibile dei ciechi, sono tra loro cumulabili.
Alle condizioni reddituali sopra descritte, si ha diritto a percepire l’assegno sociale sostitutivo nella misura prevista quale importo base (per il 2024 € 435,23) ovvero senza gli aumenti istituiti dalle finanziarie del 1999 e 2000, le maggiorazioni e l’incremento, che sono stati disposti per la generalità degli ultrasessantasettenni aventi diritto all’assegno sociale.
Mercedes Caruso
2025-10-24 14:37:29
Numero di risposte
: 28
Al compimento dell’età pensionabile, in presenza di tutti i requisiti di legge, l’assegno ordinario di invalidità si trasforma in pensione di vecchiaia.
Sono considerati utili ai fini della trasformazione e per il perfezionamento dei requisiti contributivi, i periodi di godimento dell'assegno di invalidità, nei quali non si è prestata attività lavorativa.
Veronica Fiore
2025-10-15 09:25:42
Numero di risposte
: 15
Al compimento del 67° anno di età, infatti, cessa l’erogazione di tutte le prestazioni pregresse ad esempio pensione di inabilità, assegno mensile e pensione per sordi in favore dell’assegno sociale.
L’assegno sociale è destinato agli invalidi civili titolari di assegno mensile, ai titolari di pensione di invalidità totale e ai non udenti titolari di pensione non reversibile.
Tuttavia, la pensione per ciechi assoluti e la pensione per ciechi parziali non si tramutano in assegno sociale e continuano ad essere erogate anche dopo il 67° anno di età.
Sono inclusi i redditi assoggettati all'IRPEF, redditi esenti da imposta, redditi soggetti a ritenuta alla fonte, redditi di terreni e fabbricati, pensioni di guerra, rendite vitalizie erogate dall’INAIL, pensioni dirette erogate da Stati esteri, pensioni e assegni per invalidi civili, ciechi civili e sordi, e altri redditi specificati dall’INPS.
Questi soggetti acquisiscono automaticamente il diritto all'assegno sociale erogato dall'INPS.
Felice Rossi
2025-10-10 03:20:01
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: 26
Gli invalidi parziali ad esempio - cioè coloro che hanno una invalidità compresa fra il 74% ed il 99% - non devono guadagnare più di 4800,38 euro all’anno anche se questo arriva da un lavoro da dipendente. In questo caso, dunque, l’invalido perde il diritto alla pensione o, per meglio dire, all’assegno mensile di assistenza. Quanto detto, comunque, vale solamente per gli invalidi parziali mentre non valgono assolutamente per gli invalidi civili totali o per chi ha diritto all’assegno ordinario d’invalidità. In caso di superamento del limite di reddito - per gli invalidi civili parziali - la comunicazione all’Inps va fatta immediatamente.
Assia Ferretti
2025-10-03 11:44:30
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: 22
L'assegno di invalidità civile è attribuito agli invalidi civili che hanno tra i 18 e i 67 anni di età e ai quali sia stata riconosciuta un'invalidità compresa tra il 74% e il 99%.
La pensione di invalidità civile viene riconosciuta a coloro che hanno un'età compresa tra i 18 e i 67 anni, a cui è stata accertata un'invalidità totale.
In entrambe tali situazioni, se vengono rispettati le condizioni appena viste e anche i requisiti reddituali, i soggetti invalidi civili possono godere di questi benefici economici.
Tuttavia, cosa succede quando l'invalido civile, che percepisce l'assegno o la pensione di invalidità civile, compie i 67 anni?
Dopo il compimento dell'età pensionabile, l'assegno di invalidità civile e la pensione di invalidità civile si trasformano in “assegno sociale sostitutivo”.
Peraltro, come stabilito dalla legge, si tratta di una conversione automatica.
Con il raggiungimento dell'età pensionabile, l'invalido civile non potrà beneficiare di prestazioni economiche, ma c'è un'eccezione.
L'unico beneficio economico, che può ottenere un invalido dopo i 67 anni, è soltanto l'indennità di accompagnamento.
Rosanna Negri
2025-09-23 19:26:30
Numero di risposte
: 25
La pensione di invalidità può essere tolta nel caso in cui lo stato di invalidità sia soggetto a visita di revisione da parte della Commissione medica dell’ASL.
Se, durante l’appuntamento di revisione, la Commissione certifica la completa guarigione del soggetto, lo stato di invalidità civile non viene confermato.
Di conseguenza, il diritto alla pensione di inabilità viene meno.
Se la Commissione attesta un miglioramento delle condizioni dell’interessato, viene attribuita una percentuale d’invalidità più bassa rispetto al 100%.
Questo vuol dire perdere il diritto alla pensione di invalidità, per la quale è necessaria un’inabilità al 100%.
La pensione di invalidità si concretizza in un aiuto economico a coloro che, oltre ad avere una condizione di inabilità lavorativa totale e permanente, sono in uno stato di bisogno economico.
La pensione può essere tolta anche quando vengono meno gli altri requisiti espressamente stabiliti dall’INPS, come ad esempio il superamento dell’età di 67 anni.
Marieva Ruggiero
2025-09-23 16:49:55
Numero di risposte
: 24
Nel momento in cui il titolare dell’assegno ordinario di invalidità compie l’età anagrafica della pensione di vecchiaia, attualmente 67 anni, la prestazione si trasforma in pensione di vecchiaia e cessano tutte le riduzioni ed incumulabilità.
L’Assegno ordinario di invalidità è una prestazione riconosciuta ai lavoratori la cui capacità lavorativa è ridotta a meno di un terzo a causa di infermità fisica o mentale.
Per definizione quindi, non esclude la possibilità di continuare un’attività lavorativa ma prevede dei limiti reddituali da lavoro che, se vengono superati, comportano la riduzione dell’assegno.
I limiti reddituali derivanti da attività lavorativa e le percentuali di riduzione dell’assegno, che hanno come parametro di base l’importo del trattamento minimo delle pensioni, sono i seguenti:
1) se il reddito da lavoro annuo supera 4 volte l’importo del trattamento minimo l’assegno viene ridotto del 25 % .
2) se il reddito da lavoro annuo supera 5 volte l’importo del trattamento minimo l’assegno viene ridotto del 50 % .
Per coloro che hanno un reddito che rientra tra i due limiti sopra indicati, la riduzione viene determinata proporzionalmente.
L’INPS applica un’ulteriore riduzione se il titolare dell’assegno ha meno di 40 anni di contributi ed ha un reddito superiore al limite indicato al punto 2).
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