Come posso contestare lavori fatti male?

Gelsomina Milani
2025-09-30 14:24:05
Numero di risposte
: 24
In caso di lavori eseguiti male con difetti evidenti, danni o finiture approssimative, è fondamentale sapere che puoi agire per contestarli e far valere i tuoi diritti.
Il primo passo è affidarti a professionisti in grado di guidarti con competenza.
Ti assistiamo nella redazione di un reclamo chiaro ed efficace da inviare ai responsabili e, se non ottieni una risposta adeguata, possiamo supportarti nella trattativa per trovare un accordo.
Possiamo accompagnarti in un’azione legale, se necessario, per ottenere il giusto risarcimento.
Per velocizzare il processo di tutela, ti invitiamo a preparare già alcuni documenti utili, come ad esempio il contratto di appalto e le fatture pagate.
La prescrizione per i lavori di ristrutturazione è di 2 anni dalla consegna dei lavori completati.
La garanzia può estendersi fino a 10 anni se i difetti o le incongruenze causate da un lavoro scadente potrebbero in qualche modo compromettere la struttura dell’edificio.

Priamo Ferraro
2025-09-30 14:16:08
Numero di risposte
: 24
Per evitare di vedere i lavori di ristrutturazione fatti male, la cosa migliore sarebbe seguire sempre in prima persona quello che ha stabilito il direttore dei lavori o il progettista e quello che fanno i muratori.
Il committente può pretendere la sistemazione del lavoro fatto male a spese dell’impresa che ha avuto l’appalto.
Il committente può chiedere il risarcimento del danno subito e uno sconto sul prezzo già pagato o da pagare.
Il committente può esigere la risoluzione del contratto, la restituzione dei soldi pagati ed il risarcimento del danno.
Il committente può sospendere il pagamento o, se questo fosse stato fatto in modo parziale, attendere la sistemazione dei difetti prima di completarlo.
Il committente può rivolgersi ad un organismo di mediazione per ottenere la nomina di un consulente tecnico che valuti il modo in cui sono stati fatti i lavori.
Il committente può rivolgersi al tribunale per chiedere un accertamento tecnico preventivo da parte di un consulente nominato d’ufficio dal giudice.
La contestazione va inviata con raccomandata a/r o via Pec indirizzata alla sede legale o all’indirizzo Pec dell’azienda appaltatrice.
I lavori di ristrutturazione fatti male vanno segnalati entro 60 giorni dalla data in cui sono stati scoperti i difetti, formalizzando una richiesta danni per vie legali, a meno che l’impresa non abbia riconosciuto l’errore e si sia impegnata a sistemarlo a sue spese.

Isabel Rossi
2025-09-30 12:33:46
Numero di risposte
: 22
In caso di lavori che non procedono a regola d’arte o secondo quanto pattuito, il primo consiglio è mantenere la calma perché quasi sempre si tratta di piccole difformità o vizi facilmente risolvibili, con il semplice e tempestivo intervento del Direttore Lavori.
Il committente ha diritto di verificare l’opera compiuta, anche in questo caso con il supporto del Direttore Lavori.
Il pagamento del saldo, a differenza degli eventuali acconti pagati alla ditta durante il cantiere, vale come accettazione dei lavori che si considerano così esenti da vizi e difetti palesi.
Per eventuali vizi e difetti non visibili subito, i cosiddetti vizi occulti, che provocano danni anche dopo alcuni anni dalla conclusione dei lavori, scattano le garanzie di legge a 2 e 10 anni.
Il committente deve segnalare alla ditta entro 60 giorni dalla scoperta dei difformità e vizi dell’opera.
Se l’impresa, dopo la segnalazione, non provvede a rifare il lavoro malfatto a proprie spese o contesta l’esistenza di un danno, non resta che procedere per vie legali contro l’appaltatore ed avviare un accertamento tecnico preventivo.

Luca Moretti
2025-09-30 10:51:14
Numero di risposte
: 30
La contestazione opere edili si effettua inviando alla ditta o al professionista che ha eseguito i lavori una lettera tramite raccomandata con ricevuta di ritorno o PEC.
Con tale denuncia il committente può chiedere all’appaltatore:
l’eliminazione dei vizi e dei difetti a proprie spese
una riduzione del prezzo concordato inizialmente
la restituzione di quanto già anticipato o la sospensione del pagamento fin quanto i lavori non siano eseguiti correttamente
il risarcimento per il danno economico subito.
È, altresì, possibile presentare al Tribunale un ricorso affinché venga nominato un consulente tecnico d’ufficio che effettui un accertamento tecnico preventivo.
In tal modo un consulente nominato dall’autorità giudiziaria svolgerà una perizia e potrà formulare una proposta conciliativa che, se accettata dalle parti, eviterà il giudizio.
Se invece, questo tentativo non ha successo, nella futura causa si potrà utilizzare la relazione del consulente come prova.

Artemide Caputo
2025-09-30 10:39:45
Numero di risposte
: 20
Per contestare un lavoro fatto male, è necessario documentare tutto con cura, comprendere i propri diritti e obblighi, e capire chi è il responsabile dei lavori fatti male.
è fondamentale comprendere quali sono i propri diritti ed i propri obblighi come dipendenti.
Di solito, l’azienda o l’impresa a cui sono stati affidati i lavori è il primo responsabile a cui si può chiedere il risarcimento.
In situazioni in cui la colpa viene attribuita all’azienda che ha eseguito i lavori, questa potrebbe, a sua volta, riversare ogni responsabilità contro il progettista o l’architetto, sostenendo che il progetto fornito non era adeguato o chiaro per la corretta esecuzione dei lavori.
Al fine di risolvere siffatta situazione di stallo e determinare chi sia il responsabile dei lavori mal eseguiti, spesso si ricorre a una perizia tecnica.
Un professionista competente sarà incaricato di effettuarla, individuando eventuali difformità o vizi d’opera presenti nel lavoro svolto.
Successivamente alla perizia, solitamente verrà redatta una relazione tecnica sui lavori eseguiti male, che illustrerà chiaramente il responsabile del danno causato.
La consulenza di un avvocato specializzato in diritto contrattuale o diritto del lavoro può essere di grande aiuto per capire le opzioni legali e determinare la migliore strategia al fine di affrontare la situazione e tutelare i propri diritti.

Vera Ruggiero
2025-09-30 10:25:19
Numero di risposte
: 21
Il committente deve contestare formalmente all’appaltatore i difetti entro 60 giorni da quando li ha scoperti.
La scoperta coincide dal momento in cui il committente si rende conto che il vizio o il difetto deriva dall’imperfetta esecuzione dell’opera da parte dell’appaltatore.
Il committente deve avviare la causa in tribunale entro il termine di 2 anni dall’ultimazione dell’opera.
In tal caso il committente deve contestare i vizi entro 1 anno da quando li ha scoperti ed, entro 1 anno da tale contestazione deve avviare la causa in tribunale.
Il committente può chiedere il risarcimento all’appaltatore possono però essere chiamati a rispondere anche i seguenti soggetti: al progettista, se i vizi e le difformità nell’esecuzione dell’opera dipendono anche da suoi errori; a direttore dei lavori sotto il cui controllo si sono svolte le opere.
Il committente può chiedere: l’eliminazione dei vizi; oppure la riduzione del corrispettivo pattuito.
Resta sempre la possibilità di pretendere anche il risarcimento di eventuali danni.